“Porta avanti l’ideologia di Auschwitz, quindi posso solo dire alle persone là fuori:
non arrendetevi, resistete all’ascesa del fascismo, presidiate le barricate.”
Heidi Reichinnek
Va tutto molto in fretta, in questo 2025 in cui l’America di Trump sta facendo la faccia cattiva per mettere all’angolo l’Europa indecisa a tutto, sempre attesa al ballo delle potenze e mai arrivata. Troppo impegnata con le piccole botteghe nazionali per rendersi conto che, intorno a lei, la fame cresceva a dismisura.
Per chi pensava che la minaccia di invasione della Groenlandia o l’annessione del Canada e del Messico fossero bizzarrie di un anziano signore estroverso, è arrivata l’umiliazione inflitta al vecchio continente di Socrate e Seneca, insieme alla messa in chiaro del rapporto preferenziale con Putin (maddai?).
La legge del più forte è l’unica legge e l’Europa rischia proprio di fare una brutta fine, non in senso figurato.
Così ora siamo al dunque: da una parte i mangiamorte – gli Steve Bannon, i Farage, persino i salvini – che ogni giorno accolgono festanti interviste e palcoscenici liberali per minacciarli dell’imminente estinzione, dall’altra l’imbarazzo dei buoni a niente. Un vertice europeo convocato in un weekend per dire che non vale, gioco falso, non è mica giusto che Putin e Trump decidono tutto loro sulla guerra in Ucraina. Hanno portato via il pallone, non si fa così.
Musk ha buon gioco nel suo Make Europe Great Again: il risultato dell’Afd, domenica 23 febbraio, e un governo di super destra in Germania sarebbe il colpo definitivo al cuore dell’integrazione dell’eterna balbettante. Poi sarebbe la volta della Francia, della Spagna di Vox, fino alla Gran Bretagna di Farage ora avanti nei sondaggi su Starmer che col “Reset” sta riposizionando il paese, scontento della Brexit, di nuovo vicino all’Europa.
I sondaggi in Germania danno il partito di centrodestra della Cdu-Csu oltre il 30%, i nazisti intorno al 20, i socialisti dell’Spd sotto al 15 più o meno come i verdi, al governo con loro e con i liberali, che ballano sulla quota di sbarramento del 5% e rischiano quindi di rimaner fuori dal parlamento. In questa situazione, a fine gennaio il candidato dei cristiano democratici, Christian Merz, ha accettato – per la prima volta dopo la fine del nazismo – i voti del partito di estrema destra dell’Afd per tentare di far passare una legge molto restrittiva sull’immigrazione.
Questo ha creato indignazione e manifestazioni di piazza in tutto il paese, il detonatore della sorpresa: la rimonta della Die Linke, il partito di sinistra che alle elezioni europee aveva preso intorno al tre per cento e ora nei sondaggi viaggia tra il sei e il nove.
La nuova stagione della sinistra tedesca ha il volto di una trentaseienne dell’Est, Heidi Reichinnek, che in un batter di ciglia è esplosa come fenomeno social mediatico, in particolare su TikTok dove ha oltre cinquecentoquaranta mila follower e ha quasi doppiato la leader dell’Afd Alice Weidel, con più di quindici milioni di like.
Le due leader di destra e sinistra, insieme a Sahra Wagenknecht, rappresentano le novità della politica tedesca dell’ultimo anno, solo che l’ultima è già tramontata. Ex leader della Die Linke, ha fondato un partito di sinistra sovranista, rossobruno come si usa dire, che mette insieme i diritti sociali della sinistra alla stretta sull’immigrazione della destra ed ha ottenuto un buon risultato alle ultime elezioni europee. Ora però gli elettori sembrano tornati a preferire gli originali, piuttosto che la copia stile fünf sterne.
Heidi Reichinnek ha Rosa Luxemburg, leader socialista ammazzata dopo la prima guerra mondiale, tatuata su un braccio e le regina egiziana Nerftiti con la maschera a gas sull’altro, omaggio ai suoi anni da studentessa in Egitto durante la Primavera araba. Li esibisce fiera, nei suoi comizi infuocati in cui viene acclamata “Queen Heidi” come una rockstar, da folle di giovanissimi. Parla schietto e duro, la leader della Linke, si fa capire e rispettare.
Nel voto organizzato tra centosessantasei mila studenti minorenni, troppo giovani per le elezioni vere e proprie, la Die Linke è risultata il primo partito con il 20.84% dei consensi.
Con il claim “Per la sicurezza sociale, la pace e la giustizia climatica” la Linke di Heidi Reichinnek si batte per il “Mietendeckel”, il tetto sugli affitti, e contro il carovita, a partire dai prezzi dei supermercati, per la la riduzione degli affitti, il miglioramento dell’assistenza per bambini e giovani, la riforma delle leggi sull’interruzione della gravidanza e per una politica migratoria più umana.
Il partito, che nell’ultimo mese ha quasi raggiunto la quota-record di centomila iscritti, ha creato una app per aiutare concretamente chiunque ritenga di essere vittima di affitti troppo alti o di costi di riscaldamento eccessivi e i due leader di partito, Reichinnek e Van Aken, si sono ridotti lo stipendio a 2.850 euro, il salario medio dei lavoratori specializzati tedeschi.
Sta funzionando.
Troppo spesso si dimentica che Trump o la Brexit hanno vinto per qualche migliaio di voti e che se è vero che esiste uno zeitgeist, uno spirito dei tempi che innalza al comando la peggio destra di ceffi bianchi incarogniti, pronti a farla pagare nel peggiore di modi a quel briciolo di equità nei diritti che le minoranze sono riuscite a strappare negli ultimi quarant’anni, è anche vero che c’è un sacco di fuffa. C’era prima, nel teatrino del politicamente corretto, e pure ora con la saga del bullo ruttante siamo alla rappresentazione ossessiva e paranoide di una realtà distorta: in realtà oggi il 55% delle persone in Gran Bretagna è contro la Brexit e vorrebbe tornare in Europa e gli americani sono già scontenti dell’operato di Trump, un brutto segnale riguardo alle elezioni di mid-term visto che gli USA sono una democrazia (nonostante le apparenze).
Troppo spesso ci si dimentica che le grandi tendenze della storia spesso sono l’esito di processi politici di personalizzazione. Trump o Obama: le idee giuste, le parole giuste, il volto giusto, nel momento giusto e la storia va da una parte o dall’altra.
Sliding door fra libertà e paura.
Così Alice Weidel e Sahra Wagenknecht pensavano di aspettare la domenica delle salme di Germania per dividersi le spoglie del “defunto ideale”, non avevano fatto i conti con i ragazzi e le ragazze di Heidi Reichinnek.
Screenshot di Heidi e del suo tatuaggio di Rosa Luxemburg,
dal suo profilo di TikTok.
Fonte : Today