AGI – Sono mesi che la “lore” è ovunque. Sui social, in particolare su TikTok, ma anche in articoli, discussioni e all’interno delle più svariate e variegate conversazioni online. Si tratta di una parola proveniente dall’inglese antico, presente nella rosa dei candidati alla parola dell’anno della Oxford University Press, che ha stretti legami con ‘folklore’, lessema molto più noto e diffuso nel nostro vocabolario del parlato.
‘Lore’ identifica tutto quell’insieme di racconti, trame e teorie che portano una semplice storia a un livello superiore trasformandola in un vero mondo complesso e stratificato. Di solito appare in contesti legati al mondo fantasy, a quello della fantascienza e, in generale, a ciò che tocca il mondo dell’intrattenimento e delle celebrità. Oggi, invece, tocca chiunque che voglia aprirsi, raccontare di più di sé e del proprio passato. “That’s my lore”, per l’appunto. E, da fine 2022, è uno dei termini più amati dalla Gen Z.
Il suo utilizzo, spiega il Wall Street Journal, ha avuto una nuova impennata durante le settimane di rischio ‘ban’ che TikTok ha attraversato negli Stati Uniti all’inizio del 2025, con gli influencer e i content creator che hanno voluto, prima del possibile oblio, mostrare alla propria community lati della propria esistenza ancora sconosciuti. Il meccanismo che sta dietro a questa forma di espressione, infatti, è molto semplice e si basa sul tentativo di far passare il messaggio per cui ogni vita possiede delle sfaccettature nascoste, a volte misteriose, a volte dolorose. In senso più leggero, e divertente, ‘lore’ viene invece usato per rivelazioni shock, come quelle relative alle scoperte dei figli su lati oscuri della vita dei propri genitori, in particolari dei padri.
Il significato più arcano, riferisce Oxford, risale a mille anni fa e ruota maggiormente intorno al contesto di ‘essere istruiti’ su un determinato fatto o su una determinata persona per avere piena comprensione di un argomento specifico emerso durante una discussione. Sembrerebbe derivare dall’inglese antico lar, “tradizione, ciò che viene insegnato, dottrina”. Insomma, la volontà di essere pienamente informati su una questione, per riassumere il tutto in maniera brutale.
Se torniamo invece al mondo dei racconti di fantasia, dai romanzi ai videogiochi, capiamo come la ‘lore’ abbia un’importanza centrale e duratura. I personaggi che raccontano, o svelano, frammenti del loro passato o presente, creano connessioni profonde e durante in chi legge o gioca, contribuendo al successo di un prodotto. Basti pensare al “Signore degli Anelli’ a ‘Dune”, a ‘Harry Potter’, alla saga di ‘Final Fantasy’. Ma anche ad attività ludiche di gruppo come ‘Dungeon & Dragons’.
Una parola antica che trova nuova vita per assolvere al più antico dei desideri: raccontare storie. Che siano reali o di fantasia, che sappiano sconvolgere o sorprendere, che siano demolitrici o rivelatrici, non importa. L’importante è diano la possibilità alle persone di esprimersi, di far scoprire lati di sé inaspettati, di contribuire alla costruzione di community sempre più legate.
Fonte : Agi