“Zero Day” è una miniserie thriller di sei episodi, prodotta da Netflix, che esplora le conseguenze di un catastrofico attacco informatico contro gli Stati Uniti.
La trama e i temi principali
La storia ruota attorno all’ex presidente George Mullen, interpretato da Robert De Niro, richiamato dalla pensione per guidare una controversa commissione d’inchiesta sull’attacco, a cui sono stati conferiti poteri straordinari per individuare i responsabili dell’attacco.
Man mano che Mullen approfondisce le indagini, si trova ad affrontare una rete complessa di cospirazioni, dilemmi personali e sfide determinate dalla propria lucidità mentale. La serie esplora temi come la verità, la disinformazione e le intricate dinamiche del potere politico.
Cosa si intende per “zero day”
Ma uno degli aspetti più interessanti è sicuramente quello che riguarda la cybersecurity: un attacco “zero day” avviene quando un malware viene iniettato o sfrutta una falla in un software in un momento in cui quest’ultimo è completamente indifeso.
Il giorno successivo potrebbe essere disponibile una patch per correggere la vulnerabilità, rendendo necessario un nuovo attacco “zero day” per aggirarla.
In questo senso, il termine “zero day” indica una costante corsa tra hacker e sviluppatori, dove ogni giorno si riparte da zero nella ricerca di nuove falle da sfruttare o correggere.
Le minacce rappresentate in “Zero Day“, come un attacco informatico su larga scala che compromette le infrastrutture nazionali, sono basate su scenari teorici che nella realtà sono difficilmente attuabili.
Per rendere la miniserie più credibile possibile dal punto di vista della minaccia informatica, gli autori si sono avvalsi della collaborazione dell’esperto di cybersicurezza Clint Watts, ex agente speciale dell’FBI che ha testimoniato davanti alla Commissione Intelligence del Senato sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Un cyberattacco su scala nazionale è possibile?
Pur riconoscendo la possibilità di un attacco informatico su vasta scala, Watts sostiene che un evento come quello rappresentato in “Zero Day” sia “poco probabile” a causa di diversi fattori: in particolare il livello di coordinamento umano necessario per mettere in pratica una simile minaccia.
“Credo che l’elemento chiave sia proprio la dimensione umana del cyberattacco – ha spiegato Watts a Netflix –. Non si tratta semplicemente di un errore di codice, ma di un’operazione orchestrata da un gruppo di persone altamente organizzate per generare un effetto devastante. Non è solo un insieme di macchine che esegue l’attacco, ma un collettivo di individui che utilizza la tecnologia per raggiungere un obiettivo preciso. Per questo motivo, uno scenario del genere risulta estremamente difficile da realizzare nella realtà”,
La lezione CrowdStrike
Il 19 luglio del 2024 un grave incidente informatico ha evidenziato la fragilità del nostro mondo interconnesso e la dipendenza critica di aziende e governi da software e servizi cloud.
Quel giorno un aggiornamento difettoso del software di sicurezza informatica CrowdStrike Falcon Sensor ha causato il crash di milioni di computer e server Windows a livello globale.
Questo evento non è stato il risultato di un attacco hacker, ma di un errore interno nel processo di sviluppo e distribuzione dell’aggiornamento.
L’incidente ha provocato interruzioni significative in settori chiave come trasporti, sanità e servizi finanziari, dimostrando come un singolo malfunzionamento possa avere ripercussioni globali in un’era così dominata dalla tecnologia.
L’America saprebbe reagire a una catastrofe?
Zero Day non è solo una serie su hacker e sicurezza informatica. I sei episodi si occupano anche degli intrighi politici che possono seguire una catastrofe di dimensioni nazionali.
“Questa è una storia su cosa accadrebbe all’America se ci fosse un altro attacco del livello dell’11 settembre”, ha detto uno degli autori della serie, il premio Pulitzer e reporter per il New York Times, Michael S. Schmidt, a Netflix. “Se ci fosse qualcosa di gravemente catastrofico, come reagirebbe il Paese?”.
L’idea di “Zero Day” è venuta a Schmidt nel 2012, quando è volato a Washington per un servizio e ha sentito dire da alti funzionari della sicurezza nazionale che i potenziali attacchi informatici sono una preoccupazione costante. “Ho preso per buono che si trattasse di un problema, ma la realtà è che non c’è mai stato un modo per mostrare cosa significasse davvero”, ha spiegato Schmidt.
Un’altra produzione Netflix da non perdere sugli attacchi informatici
Netflix ha dimostrato un crescente interesse, ultimamente, per le narrazioni incentrate sugli attacchi informatici e le loro conseguenze su vasta scala.
Un altro titolo degno di nota è “Il mondo dietro di te“, un thriller psicologico tratto dal romanzo omonimo di Rumaan Alam.
Il film, diretto da Sam Esmail e prodotto da Barack e Michelle Obama, racconta la storia di una famiglia che si ritira in una lussuosa casa di vacanza, quando un’improvvisa e misteriosa crisi tecnologica interrompe le comunicazioni e genera il caos.
Mentre il panico cresce e la società si sgretola, i protagonisti devono affrontare paure, paranoie e la crescente incertezza su chi siano i veri nemici.
Fonte : Repubblica