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La gup di Milano Patrizia Nobile ha ammesso come parti civili al processo i familiari di Giovanni Sala. Il 34enne era morto ad agosto 2023 dopo essere stato bloccato a terra da due vigilantes davanti alla sede Sky di Milano. I due sono imputati per omicidio preterintenzionale.
Giovanni “Gianni” Sala (foto da Facebook)
Sono stati ammessi come parti civili al processo i familiari di Giovanni “Gianni” Sala, il 34enne morto nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023 davanti alla sede di Sky Italia a Rogoredo (nella Città Metropolitana di Milano). Lo ha deciso la gup del Tribunale di Milano Patrizia Nobile, che il prossimo 25 marzo dovrà valutare il rinvio a giudizio chiesto dal pm Alessandro Gobbis. Ad essere imputati sono due vigilantes, di 46 e 64 anni, che quella notte avevano bloccato Sala a terra mentre era “in evidente stato di alterazione”. Secondo gli inquirenti, le guardie giurate diedero “sfogo ad istinti violenti e inutilmente prevaricatori”, perciò sono accusati di omicidio preterintenzionale.
La morte di Giovanni Sala davanti alla sede di Sky Italia a Milano
Secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile di Milano, quella notte di agosto del 2023 Sala era “in evidente stato di alterazione” e si stava aggirando per via Russolo in modo confuso. Come mostrato dalle telecamere di sorveglianza, i due vigilantes lo hanno atterrato due volte, anche se per l’accusa non ci sarebbe stata “alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti”.
Al secondo atterramento, uno dei due vigilantes lo ha tenuto bloccato sull’asfalto con un ginocchio sulla schiena per oltre un minuto. L’autopsia eseguita sul 34enne ha stabilito che il decesso è stato dovuto a una “ischemia miocardica diffusa“. A questa avrebbero contribuito sì l’intossicazione da cocaina e la cardiopatia di cui Sala soffriva, ma anche le “condotte violente” delle guardie, che gli provocarono uno “stress ulteriore” e una “prolungata ipoventilazione“.
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Le decisioni della giudice del Tribunale di Milano
In un primo momento, la Procura aveva ipotizzato il reato di omicidio colposo, ma poi ha chiesto il processo per le due guardie giurate per omicidio preterintenzionale. Oggi, venerdì 21 febbraio, si è aperta l’udienza preliminare davanti alla gup Patrizia Nobile che ha ammesso genitori, fratello e zii di Sala tra le parti civili, rappresentate dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva. La giudice dovrà decidere, dopo la discussione delle parti prevista per il 25 marzo, se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio per i due vigilantes.
Su richiesta degli avvocati della famiglia di Sala, è stata citata la società Italpol Vigilanza, per la quale lavoravano gli imputati, come responsabile civile. I due vigilantes sono difesi dagli avvocati Camilla Urso e Sandro Clementi. Quest’ultimo si sarebbe opposto alla decisione della giudice sulle parti civili da ammettere sostenendo che i familiari del 34enne non avessero manifestato interesse nel corso degli anni nei confronti del giovane.
Fonte : Fanpage