Perché Tesla, Byd, Stellantis e Volkswagen sono finite nel mirino dell’Antitrust

Nel mirino sono finite Byd Industria Italia, Stellantis Europe, Tesla Italy e Volkswagen group Italia. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nota come Antitrust, ha avviato quattro procedimenti contro i principali produttori di auto elettriche presenti nel paese: sono accusati di non aver fornito informazioni chiare e complete ai consumatori sulle proprie vetture elettriche. Il caso è particolarmente significativo perché riguarda aspetti fondamentali per chi vuole acquistare un’auto elettrica: quanto può viaggiare con una ricarica, come si comporta la batteria nel tempo e quali sono le reali condizioni di garanzia. Per fare chiarezza su questi punti, i funzionari dell’Autorità hanno condotto ispezioni nelle sedi delle quattro aziende, supportati dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di finanza.

Le contestazioni nel dettaglio

Il primo problema riguarda l’autonomia delle auto, ovvero quanti chilometri possono percorrere con una singola ricarica. Sui siti web delle case automobilistiche, questa informazione sarebbe presentata in modo generico e, in alcuni casi, persino contraddittorio. “Gli operatori non avrebbero chiarito quali fattori incidono sul chilometraggio massimo pubblicizzato”, sottolinea l’Autorità.

La questione è cruciale perché l’autonomia reale di un’auto elettrica può variare notevolmente rispetto ai dati dichiarati. Temperature molto basse o molto alte, uso del climatizzatore, stile di guida aggressivo: sono tutti elementi che possono ridurre significativamente la distanza percorribile con una ricarica. Secondo l’Antitrust, queste limitazioni non sarebbero state spiegate in modo chiaro ai consumatori.

Un altro punto critico riguarda le batterie, che rappresentano il componente più costoso di un’auto elettrica. Come tutti i dispositivi che utilizzano batterie al litio, anche quelle delle auto perdono gradualmente capacità con l’uso. Questo significa che dopo alcuni anni l’autonomia del veicolo potrebbe ridursi. Le case automobilistiche offrono generalmente garanzie estese su questi componenti, ma secondo l’Antitrust non avrebbero spiegato in modo sufficientemente chiaro quali sono le condizioni e le limitazioni. Un aspetto non secondario, considerando che la sostituzione di una batteria può costare parecchie migliaia di euro.

L’indagine

I funzionari dell’Autorità hanno condotto ispezioni nelle sedi delle quattro società con l’ausilio del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza. L’intervento si è svolto il 20 febbraio e ha coinvolto le sedi di Byd Industria Italia, Stellantis Europe, Tesla Italy e Volkswagen group Italia. Le verifiche rientrano nell’ambito delle indagini avviate sulle pratiche commerciali contestate. Le quattro aziende coinvolte dovranno ora fornire chiarimenti dettagliati all’Autorità sulle informazioni commerciali contestate e sulle modalità di comunicazione adottate nei confronti dei consumatori.

L’intervento dell’Autorità arriva in una fase critica per il mercato delle auto elettriche in Italia. Solo il 4,2% delle nuove vetture vendute è elettrico, la percentuale più bassa tra i principali mercati europei. Il settore automobilistico, già in difficoltà, ha registrato a gennaio un calo del 5,9% delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2024. Secondo un’indagine del Centro Studi Promotor, i principali ostacoli alla diffusione sono i prezzi elevati delle vetture, l’insufficiente rete di punti di ricarica e la limitata autonomia. Un quadro che si inserisce in un più ampio dibattito europeo sulla transizione energetica, con l’apertura a marzo di una nuova fase di confronto dell’Unione europea che potrebbe portare a un approccio più graduale.

Fonte : Wired