Le tecniche Tea per l’editing genetico sono sotto attacco in Italia

Si sente sotto assedio la comunità scientifica che è impegnata per promuovere le tecniche di genome editing note come Tea (Tecnologie di evoluzione assistita), che si è riunita mercoledì 19 febbraio all’Accademia dei Georgofili di Firenze per il convegno Tea: attualità e futuro delle prime sperimentazioni italiane. L’atmosfera è stata negativa non solo per la devastazione del campo di vitigni geneticamente modificati di Verona avvenuta la settimana scorsa che fa il paio con quella del riso del giugno scorso nel pavese, ma anche per l’avversione di alcune ong che si è tradotta in un ricorso al Tar avanzato da Centro internazionale crocevia, Associazione rurale italiana (Ari) e Associazione di base dei consumatori (A.Ba.Co) per contestare le norme nazionali, che non assimilano gli organismi ottenuti con le Tea agli Ogm (vietati, questi ultimi, dalla legislazione italiana oltreché da quella europea).

Vincenzini: “Manca una legge della Ue”

La risposta a questo clima di ostile, arrivata alla fine dei lavori, è contenuta in un documento a sostegno della ricerca che chiede la creazione di un tavolo permanente sulle Tea e di un fondo per la ricerca applicata. In particolare si sollecita una proroga per tutti i gruppi impegnati in attività di ricerca che devono effettuare le notificazioni per ottenere l’autorizzazione del ministero dell’Agricoltura. Ma se si vuole dare respiro a questo settore occorre una svolta a livello europeo perché, come ha spiegato il presidente Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini, pesano la pronuncia della Corte di Giustizia del 2018 che ha equiparato Ogm e Tea e il lassismo del parlamento europeo che non ha ancora approvato un testo già in esame dalla scorsa legislatura che dovrebbe regolare gli ambiti della sperimentazione in campo. Sotto questo profilo va meglio l’Italia, che nel 2023 ha approvato la legge su questa materia.

Italia è il primo paese dell’Ue per produzione ortiva

Il leit motiv dell’incontro è che il mancato sostegno rischia di danneggiare la ricerca in agricoltura e in altri settori che adoperano tecniche affini come le biotecnologie, come ha spiegato il presidente della Società italiana di genetica agraria (Siga) Silvio Salvi citando i sistemi di trapianto degli organi animali. Altro esempio in cui sarebbe dannoso un mancato sostegno è dato dal fatto che l’Italia è il primo paese dell’Ue per produzione ortiva, che rappresenta il 20% del settore agricolo nazionale. Il Crea ha sviluppato progetti per accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari e per migliorare le caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento. Risultati importanti ma non sufficienti.

La Tea consente la riduzione dei fungicidi

Significativo il racconto di Vittoria Brambilla che, prima in Italia, lo scorso maggio ha messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate che dopo appena un mese sono state devastate: “Il lavoro è partito nel 2016 con Fabio Fornara e un team dell’università Statale di Milano. Il pericolo principale per il riso è rappresentato dal brusone, un fungo in grado di infettare anche i semi, attraverso gli organi fiorali, che può produrre danni molto rilevanti alle piante. Dopo l’incursione dello scorso giugno siamo riusciti a recuperare alcuni semi per ritentare l’esperimento in questa primavera”. La vicenda dal team di Verona è simile: anche la vite è esposta alla peronospora che richiede l’impiego del 40% dei fungicidi e 20-25 trattamenti annui sulle piante. In questo caso i danni prodotti dai vandalismi della settimana scorso hanno bloccato il progetto. Due brutti episodi che non cancellano le potenzialità di un paese che, lo ha ricordato la ricercatrice Alessandra Gentile, “è stato il primo a sequenziare le piante del melo, pesco e limone” e che nel settore agricolo ha da sempre uno degli assi portanti.

Fonte : Wired