“Quando si è saputo che avremmo visitato quei cantieri – racconta con tono sarcastico Michele Fina a Wired – sono partite telefonate ai dirigenti scolastici, sono apparsi degli operai con dei vestiti pulitissimi a battere sul ferro con i martelli e sui cartelli sono cambiate le cifre e la data di fine lavori. Ovviamente solo lì, perché sui documenti ufficiali ci sono ancora le cifre e le date vecchie. La situazione è drammatica: lo stato degli istituti è assolutamente identico a com’era otto anni fa, quando i cittadini hanno denunciato al Comune la situazione di pericolo. L’attuale sindaco, durante la sua prima campagna elettorale, aveva promesso che avrebbe risolto il problema della sicurezza scolastica in tempi strettissimi, ma eccoci qua”.
“Volevano portarci in giro con un pullmino”
L’arrivo degli esponenti dell’opposizione pare abbia messo in allarme le istituzioni locali, dal sindaco alla Regione. “Quando abbiamo annunciato la delegazione – continua il tesoriere Pd – sono andati in agitazione e si percepiva un nervosismo parossistico: ci hanno chiesto di passare dal sindaco che poi ci avrebbe accompagnato su un pullmino a vedere le uniche scuole terminate saltando tutte le altre: più che portarci in giro ci voleva prendere in giro. Un comportamento, da parte del sindaco Biondi, su cui sollevo un velo pietoso. La triste verità è che gli unici studenti che oggi frequentano le scuole in sicurezza sono quelli che svolgono le lezioni nei moduli provvisori dei tempi di Berlusconi, costruzioni che erano progettate per durare al massimo cinque anni e che oggi costano 300mila euro l’anno di manutenzione, con i ragazzi costretti a fare ginnastica nei corridoi. Ormai a L’Aquila ci sono studenti che hanno fatto l”intero ciclo scolastico in quei moduli“.
I rischi per gli studenti
E poi, come spiegato, ci sono gli studenti che studiano nei vecchi istituti, ma non sono affatto al sicuro. “Undici edifici – ricorda Michele Fina – presentano un l’indice di vulnerabilità è sotto la soglia minima di 0,6, una soglia che per me dovrebbe essere portata a 1, come per le nuove costruzioni. Abbiamo ottenuto quei numeri a ottobre 2024, con un accesso agli atti dei nostri consiglieri. Ricordo che ad Amatrice una scuola con soglia 0,6 è crollata e se in quel momento ci fossero stati degli studenti sarebbe stata una strage. I soldi stanziati per i lavori ci sono e sono anche tanti, perché non vengono spesi? Dicono che a rallentare tutto sia stata la pandemia, che tra l’altro ha liberato nuove risorse con gli investimenti straordinari, ma non mi risultano otto anni di pandemia”.
La ricostruzione de L’Aquila, dalle promesse di Berlusconi ai ritardi di oggi
All’indomani del terribile terremoto l’allora premier, Silvio Berlusconi, annunciò urbi et orbi una ricostruzione in tempo record. Oggi sappiamo che le cose sono andate in modo molto diverso. “Una scuola si trova in un quartiere che si chiama Santa Barbara – conclude Fina – è in costruzione da dieci anni: diciamo che è una specie di cantiere nella Basilica di San Pietro. La verità è che a L’Aquila è ormai quasi conclusa la ricostruzione delle strutture private, mentre per quelle pubbliche, e in particolare le scuole, siamo ancora a ‘carissimo amico’. Un pessimo messaggio della politica, che dovrebbe dare la precedenza a ciò che è di tutti”.
Fonte : Wired