L’Europa prova a placare Trump offrendo di comprare più auto, armi e gas dagli Usa

Il responsabile del commercio dell’Unione europea è impegnato nel difficile compito di trovare un modo per evitare dazi statunitensi contro il blocco. Lo sloveno Maros Sefcovic è volato a Washington per provare a portare a casa un “pacchetto di cooperazione” nel tentativo di placare Donald Trump ed evitare così una guerra commerciale.

Sefcovic ha incontrato ieri (mercoledì 19 febbraio) il Segretario di Stato al Commercio Howard Lutnick, appena confermato, il principale consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett e il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer. “La nostra priorità numero uno è evitare questo periodo di scontro. Perché di solito succede che ci sono misure, contromisure e poi, molto spesso, le stesse persone devono sedersi allo stesso tavolo per risolvere il problema”, ha detto Sefcovic riferendosi alla disputa in corso con gli Usa.

Parlando con i giornalisti dopo un incontro di quattro ore, ha spiegato che l’Europa è interessata ad acquistare più gas naturale liquefatto (Lng) statunitense, sostenendo di vedere una certa disponibilità da parte degli Stati Uniti a ridurre le tariffe, attualmente fissate per tutti al 25 per cento. Sul tavolo l’Ue avrebbe messo anche l’offerta di ridurre a sua volta le tariffe sulle automobili Made in Usa e la disponibilità ad aumentare gli acquisti di armi, così da accontentare anche la richiesta di un incremento delle spese per la Difesa.

Risolvere il deficit commerciale

Trump ha più volte lamentato il deficit commerciale di 198 miliardi di euro degli Stati Uniti con l’Unione europea, ma Sefcovic ha sottolineato che le aziende statunitensi hanno un “surplus abbastanza significativo” nel settore dei servizi, guidato in gran parte dalle aziende tecnologiche. A suo avviso, il bilanciamento di questi due aspetti lascerebbe un deficit di circa 50 miliardi di euro (52,35 miliardi di dollari), pari solo al 3 per cento del livello commerciale complessivo. “Quindi è un problema che possiamo superare”, ha garantito.

Sefcovic ha dichiarato di aver detto ai funzionari statunitensi che i dazi complessivi imposti dagli Stati Uniti sull’Ue ammontano a circa l’1,4 per cento, mentre i dazi comunitari sulle merci statunitensi sono inferiori, pari allo 0,9 per cento, e che il 70 per cento delle merci che arrivano in Europa è esente da imposte. Ma ci sono diversi settori in cui l’Europa pensa di intervenire.

Le auto

L’Ue applica una tariffa del 10 per cento sulle autovetture, quattro volte superiore a quella statunitense del 2,5 per cento. La strada più semplice per risolvere la disparità sarebbe abbassare le tariffe del blocco per allinearle a quelle degli Stati Uniti, ma in assenza di un accordo commerciale specifico, secondo le regole del commercio globale, qualsiasi riduzione delle tariffe dell’Ue dovrebbe essere applicata a tutti i suoi partner commerciali, quindi anche alla Cina. E ciò rappresenterebbe una vittoria per Pechino. Inoltre l’Europa lamenta che oltre oceano ci sono dazi molto alti per furgoni e fuoristrada. 

“Per quanto riguarda l’industria automobilistica, che è stato un argomento trattato in modo piuttosto approfondito, come sapete, la situazione attuale prevede tariffe elevate per i veicoli personali. Tuttavia, gli Stati Uniti stanno proteggendo il settore dei pickup e dei fuoristrada con dazi del 20-25 per cento. Quindi, se si cerca reciprocità, deve funzionare per entrambe le parti. Ed è proprio ciò di cui abbiamo discusso ieri”, ha spiegato Sefcovic.

Il gas

Più semplice sarebbe aumentare gli acquisti di Gnl, anche se pure qui ci sono pro e contro. Il gas si acquista sul mercato e quindi dal miglior offerente, e non sempre gli Stati Uniti sono la scelta più conveniente. Inoltre, essendo gli acquisti gestiti da società private, Bruxelles non può certo obbligare le imprese ad acquistare idrocarburi da una nazione specifica.

Sefcovic ha comunque mostrato ottimismo. “Siamo un partner importante per il settore del Gnl statunitense. Penso che siamo la destinazione numero uno e credo che i fornitori americani guadagnino qualcosa come 70 miliardi di euro dalle vendite di Gnl. Conoscete bene la situazione in Europa: abbiamo bisogno di più gas, di più forniture, poiché stiamo eliminando gradualmente il gas russo”, ha dichiarato.

Le armi

Il commissario al commercio non ha parlato di armi, ma il tema è chiaramente sul tavolo. Acquistare più armi americane avrebbe l’ulteriore vantaggio di convincere Trump che il blocco è serio riguardo alla volontà di farsi carico della propria sicurezza. Questo approccio ha guadagnato consensi in Germania ed è stato suggerito lo scorso novembre dalla presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, che ha sostenuto che sarebbe “uno scenario migliore rispetto a una strategia di pura ritorsione, che può portare a un processo di ‘tit-for-tat’ in cui nessuno è veramente vincitore”.

Ma tra i contrari c’è anche il suo Paese di origine, la Francia di Emmanuel Macron, che vuole promuovere gli acquisti di armi europee (e quindi anche francesi).

Fonte : Today