Contenuto in migliaia di prodotti, dalle bevade di tipo ‘diet’ e ‘zero’ agli yogurt, dagli sciroppi per la tosse ai gelati, l’aspartame torna ancora una volta sotto i riflettori. Già a giugno 2023, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva pubblicato delle nuove Linee guida sui cosiddetti Nss (Non-sugar sweeteners) invitando a “non utilizzare dolcificanti non zuccherini, come l’aspartame, per il controllo del peso”. Il loro uso, secondo l’OMS, “non porta alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo negli adulti o nei bambini, mentre potrebbe comportare potenziali effetti indesiderati, come un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e mortalità negli adulti”.
Ora un nuovo studio, condotto dagli scienziati del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) insieme ai colleghi di altri istituti, mette ancora una volta in guardia dal consumo di prodotti contenenti aspartame. I ricercatori hanno scoperto un meccanismo biologico attraverso il quale questo composto può contribuire all’accumulo di placche aterosclerotiche, gli accumuli di grassi (come trigliceridi e colesterolo) che rivestono le pareti delle arterie, che con il tempo possono restringere il passaggio del sangue e causare trombosi, infarto e ictus. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.
Lo studio
Gli scienziati hanno nutrito per 12 settimane un gruppo di roditori geneticamente modificati (detti Apoe4) per essere maggiormente predisposti alle malattie cardiache, con dosi giornaliere di cibo contenente 0,05 per cento, 0,1 per cento e 0,15 per cento di aspartame (corrispondente al consumo di circa tre lattine di una bevanda dolcificata al giorno per gli esseri umani). Al termine del periodo di follow-up il loro stato di salute è stato confrontato con quello dei topi del gruppo di controllo non alimentati con aspartame.
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L’aspartame aumenta il rischio infarto e ictus
Dal confronto è emerso che i topi alimentati con aspartame mostravano un significativo incremento delle placche aterosclerotiche nelle loro arterie e livelli più elevati di infiammazione, entrambi segni di malattie cardiovascolari. Ulteriori analisi del sangue dei topi hanno inoltre mostrato livelli più elevati dell’ormone insulina, che porta all’infiammazione dei vasi sanguigni e a un aumento della produzione di una proteina chiamata CX3CL1.
“Questa proteina – ha spiegato l’autore principale dello studio, il professor Yihai Cao – agisce come una colla sul rivestimento interno dei vasi sanguigni, favorendo la formazione della placca. Dato che il flusso sanguigno attraverso l’arteria è forte, la maggior parte delle sostanze vengono rapidamente eliminate mentre il cuore pompa, ma ciò non accade con CX3CL1. Questa proteina rimane infatti aggrappata alla superficie del rivestimento interno dei vasi sanguigni, dove agisce come un’esca, attirando come una calamita gli elementi che danno vita alle placche aterosclerotiche”.
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I test sull’uomo
I ricercatori vorrebbero ora testare gli effetti dell’aspartame anche sugli esseri umani. “I dolcificanti artificiali sono penetrati in quasi tutti i tipi di alimenti, quindi dobbiamo conoscere l’impatto sulla salute a lungo termine”, hanno affermato gli scienziati precisando che il loro studio ha riguardato solo l’aspartame, che “potrebbe non rappresentare tutti i dolcificanti-non-nutritivi perché le loro strutture, modalità di azione, metabolismo e meccanismi sottostanti differiscono tra loro”.
Gli studi precedenti
Da anni si indagano gli effetti che i dolcificanti artificiali, come l’aspartame, possono avere sulla salute del cuore. Uno studio francese del 2022, pubblicato dal British Medical Journal, ha scoperto che le persone che consumano solo 78 mg al giorno, una quantità simile a quella contenuta in mezza lattina di soda dietetica, avevano fino a un decimo di probabilità in più di avere un infarto e un quinto di probabilità in più di avere un ictus. Un altro studio condotto lo scorso anno ha invece scoperto che coloro che bevevano circa sette lattine di bevande dolcificate artificialmente a settimana avevano un rischio del 20 percento più alto di sviluppare fibrillazione atriale rispetto a coloro che non ne bevevano. In definitiva, sono sempre di più le evidenze che dimostrano come i dolcificanti abbiano effetti sull’organismo molto simili a quelli dello zucchero normale che sostituiscono.
Dolcificanti artificiali e cancro
I dolcificanti artificiali come l’aspartame sono anche collegati al rischio di cancro. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha infatti inserito nel 2023 l’aspartame nella categoria dei ‘possibili cancerogeni per l’uomo’, che comprende sostanze considerate potenzialmente in grado di favorire lo sviluppo di tumori, per cui esiste un’evidenza scientifica limitata. Tuttavia, l’Agenzia delle Nazioni Unite ha sottolineato che il rischio riguarda solo chi consuma dosi estremamente elevate, difficili da raggiungere con la normale alimentazione.
In attesa di studi più approfonditi, in ampi gruppi di popolazioni e con tempi di osservazione più lunghi, la Joint Expert Committee on Food Additives (JECFA), un comitato scientifico internazionale di esperti, gestito congiuntamente dall’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dall’OMS e che valuta il rischio di insorgenza di cancro o altre malattie dopo l’assunzione di specifiche sostanze, suggerisce che la dose giornaliera di aspartame accettabile è di 40 mg/kg. Questo significa che una persona di 70 kg può consumarne fino a 2,8 grammi al giorno, che corrispondono al bere tra le 9 e le 14 lattine di bibite, contenenti ciascuna tra i 0,2 e i 0,3 grammi di aspartame.
Fonte : Today