Revocato lo sciopero dei treni del 22 e 23 febbraio, l’annuncio di Fs e sindacati

video suggerito

Per i giorni di sabato e domenica prossimi la circolazione dei treni sarà regolare. La protesta, poi revocata a seguito delle recenti consultazioni tra sindacati e azienda, era stata indetta per l’intera giornata di lavoro, dalle ore 21 di sabato 22 febbraio alle ore 21 di domenica 23 febbraio 2025.

0 CONDIVISIONI

Immagine

È stato revocato lo sciopero dei treni del 22 e 23 febbraio prossimo. Lo ha comunicato oggi il Gruppo Fs Italiane. La protesta era stata indetta dai sindacati di base Usb e da alcune sigle sindacali autonome per l’intero settore ferroviario del personale del Gruppo Fs Italiane per l’intera giornata di lavoro, dalle ore 21 di sabato 22 febbraio alle ore 21 di domenica 23 febbraio 2025.

Trenitalia e Trenord non avevano confermato lo stop alla circolazione dei treni nel prossimo weekend in vista di consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori e ora è arrivato l’annuncio ufficiale della revoca dello sciopero dei treni del 22 e 23 febbraio da parte dei sindacati. Per i giorni di sabato e domenica prossimi, dunque, la circolazione dei treni sarà regolare, rende noto un comunicato dell’azienda di trasporto pubblico.

“A seguito delle recenti consultazioni, le organizzazioni sindacali USB Lavoro Privato/Assemblea PDM/PDMB e UGL Ferrovieri/FAST-CONFSAL/ORSA Trasporti hanno deciso di revocare lo sciopero di 24 ore previsto per il personale delle aziende operanti nel settore ferroviario” spiegano le sigle sindacali dei ferrovieri.

Leggi anche

Sciopero Ikea di 24 ore indetto dai sindacati contro obbligo di lavoro festivo e per tutele nuovi assunti

I sindacati di Base Usb invece hanno confermato lo sciopero del 24 febbraio del Trasporto Pubblico Locale dopo lo slittamento dell’incontro previsto al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la ratifica della parte economica del contratto nazionale degli autoferrotranvieri. “Un’ipotesi di contratto che determina una perdita di potere d’acquisto dei salari di circa il 10%, prevedendo solo un misero aumento medio nei tre anni sotto il 6% dei salari a fronte di un’inflazione che, nell’ultimo triennio, si è attestata al 16%. Non si trovano le risorse, quindi, neanche per l’elemosina che prevede questo rinnovo contrattuale” scrivono da Usb.

0 CONDIVISIONI

Fonte : Fanpage