Arrestati ingiustamente: quasi 50 errori al mese ci costano 26,7 milioni l’anno

Nel 2024 lo Stato ha dovuto risarcire 552 persone finite in carcere per errore. Quasi 27 milioni di euro dovuti per ingiusta detenzione: centinaia di persone che non avrebbero mai dovuto trascorrere settimane, mesi o anni in cella. 

In media oltre 700 persone ogni anno finiscono per essere arrestate per errore, secondo i dati dal 2018 che vi raccontiamo qui sotto: vite e storie di cui non si sa molto. I dati sono contenuti nella relazione al Parlamento del ministero della Giustizia: quarantasette pagine in cui emerge come siano stati versati in totale 220,5 milioni dal 2018 allo scorso anno. Un salasso per le casse pubbliche.

I dati sull'ingiusta detenzione contenuti nella relazione al Parlamento del ministero della Giustizia

Lo scorso anno in totale erano state presentate 1293 richieste di risarcimento. Di queste quasi la metà è stata accolta: dati che rispettano più o meno quanto emerso negli ultimi anni. 

I distretti che “sbagliano” di più

Nel 2024 Catanzaro è stato il distretto di Corte di appello con il numero maggiore di richieste di risarcimento accolte: 110. Seguono Palermo (53) e Roma (52). Al quarto posto e a pari merito Reggio Calabria e Bari, a quota 42.

Le richieste di risarcimento per i singoli distretti delle Corti di appello contenute nella relazione al Parlamento del ministero della Giustizia

Lo scorso anno in totale ci sono state 552 ordinanze di pagamento per ingiusta detenzione.  Dalla relazione emerge come i distretti che hanno dovuto spendere di più per i loro “errori” sono Palermo (4,78 milioni di euro), Reggio Calabria (4,54 milioni), Catanzaro (4,27 milioni) e Roma (3,49 milioni). 

Che cosa dice la relazione

Dal 2018 al 2024 “quasi il 75%” delle richieste di riparazione per ingiusta detenzione è stato accolto a motivato “dell’accertata estraneità della persona ai fatti a lei contestati”, si legge nella relazione del ministero guidato da Carlo Nordio. E soltanto poco più del 25% circa delle richieste è stato preso in considerazione per “illegittimità della misura cautelare disposta, quale che sia stato poi l’esito del procedimento”. 

Nelle quarantasette pagine trovano spazio anche i procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati: “Limitando l’analisi agli anni 2017-2022 che hanno visto tutti i loro procedimenti conclusi, nell’88,7% dei casi gli illeciti disciplinari si sono conclusi con esito positivo (assoluzione e non doversi procedere), mentre vi è stato esito negativo solo nel restante 11,3% dei casi (censura, ammonimento e trasferimento)” si legge ancora. 

“Un dato balza agli occhi – commenta Enrico Costa, deputato di Forza Italia – La progressiva riduzione delle azioni disciplinari promosse dal ministro della Giustizia. Nel 2017 sono state 11, 14 nel 2018, 22 nel 2019, 19 nel 2020, 2 nel 2021, 1 nel 2022, 3 nel 2023, 0 (zero) nel 2024. Di questi numeri sono certamente responsabili i magistrati fuori ruolo di stanza in via Arenula, evidentemente poco propensi a avviare azioni disciplinari nei confronti dei colleghi, anche quando questi colleghi tolgono la libertà a persone innocenti” spiega il deputato azzurro – con un passato in Azione – che siede nei banchi della commissione Giustizia. 

La proposta di legge che vuole cambiare le cose 

E proprio a Montecitorio Costa ha presentato qualche giorno fa una proposta di legge che potrebbe essere esaminata nelle prossime settimane. “Modifiche al codice di procedura penale, in materia di equa riparazione, nonché alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del medesimo codice e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, in materia di responsabilità e di illeciti disciplinari dei magistrati”, recita il titolo del testo, depositato il 14 febbraio.

Protagonista di tante battaglie sul versante giustizia, Costa nei mesi scorsi aveva impegnato il governo sulla custodia cautelare. Con un ordine del giorno approvato ad agosto dall’aula della Camera al cosiddetto “decreto carceri”, l’esecutivo era stato impegnato a valutare un “intervento normativo finalizzato alla rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare” in riferimento a “un puntuale bilanciamento tra presunzione di non colpevolezza e garanzie di sicurezza”.

Intanto alla Camera i partiti si stanno occupando di una proposta di legge per istituire la “giornata nazionale delle vittime degli errori giudiziari” il 17 giugno, data dell’arresto di Enzo Tortora. La commissione Giustizia sta esaminando il testo visto che maggioranza e opposizioni non hanno ancora trovato un accordo. 

A inizio gennaio è stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare che vuole risarcire chi è stato vittima di ingiusta detenzione. Il testo prende ispirazione dalla storia di Beniamino Zuncheddu, che ha passato quasi 33 anni in carcere ingiustamente, senza aver commesso reati. Una volta uscito non ha avuto la possibilità di trovare un lavoro e di reinserirsi nella società. Zuncheddu, accusato di un triplice omicidio che si è consumato nel 1991 in Sardegna, era stato ingiustamente condannato in via definitiva all’ergastolo.

Fonte : Today