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Il gup del Tribunale di Brescia ha condannato in primo grado con rito abbreviato Andrea Cassarà a 1 anno e 4 mesi. L’ex campione di scherma è stato ritenuto colpevole di tentata interferenza illecita nella vita privata.
Andrea Cassarà (foto da LaPresse)
È stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 1 anno e 4 mesi l’ex schermidore della nazionale Andrea Cassarà. Il 41enne di Passirano (in provincia di Brescia) è stato ritenuto colpevole dal gup del Tribunale bresciano, Andrea Guerrerio, di tentata interferenza illecita nella vita privata. L’ex campione della nazionale di scherma ha sempre negato ogni accusa. Una volta depositate le motivazioni della sentenza, potrà decidere se ricorrere in Appello.
L’episodio al centro delle indagini
A denunciare Cassarà erano state due ragazze di 16 anni, a distanza di alcune settimane una dall’altra, nell’autunno del 2023. Stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore Ettore Tisato, il 29 ottobre di quell’anno Cassarà, ex atleta e oggi allenatore, avrebbe cercato di filmarle con il suo smartphone mentre facevano la doccia nel centro sportivo San Filippo a Brescia.
Per l’accusa, il 41enne si sarebbe “introdotto nello spogliatoio” antistante a quello in cui si trovavano le ragazze e, dopo aver “azionato la fotocamera del suo telefono cellulare”, avrebbe “introdotto il dispositivo attraverso un varco comunicante con la zona docce“. In quel momento, le due 16enni erano “completamente svestite” e, per questo motivo, Cassarà avrebbe computo “atti idonei e diretti in modo non equivoco a riprenderle nude“.
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Gli accertamenti sullo smartphone e la condanna in primo grado
La relazione tecnica condotta sul cellulare dell’ex schermidore sono state trovate tracce di file cancellati che sarebbero stati prodotti in un orario compatibile con la presenza di Cassarà nel centro sportivo. Lo smartphone era stato sequestrato dai carabinieri dopo la denuncia sporta da una delle due ragazzine che non aveva fatto il nome del 41enne in quanto non lo avrebbe visto in volto.
Finito a processo con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico, il gup del Tribunale di Brescia ha deciso di riqualificare il reato in tentata interferenza illecita nella vita privata e di condannare Cassarà in primo grado con rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi. L’ex atleta ha sempre negato ogni accusa, dicendosi pronto a difendersi “in tutte le sedi”. In occasione della chiusura delle indagini, il 41enne aveva sottolineato come nel suo telefono “non fosse presente alcun file pedopornografico”.
Fonte : Fanpage