Giornata mondiale della Sindrome di Asperger, quanti ne soffrono: i dati nel mondo

Dal 2013 la Sindrome di Asperger rientra fra i Disturbi dello spettro autistico, caratterizzato da un “deterioramento persistente nelle comunicazioni sociali reciproche e nelle interazioni sociali in diversi contesti” e da “schemi comportamentali ripetitivi e ristretti”. Ma Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali non ne dà una definizione specifica. Il nome di questa sindrome è legato al pediatra austriaco Hans Asperger – nato vicino a Vienna nel 1906 – che nel 1944 per primo ha identificato, studiato e descritto un gruppo di bambini con particolari comportamenti nell’interazione sociale, nelle abilità comunicative e negli interessi.

La sindrome

La sindrome di Asperger è un un disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento ed è definita come un disturbo pervasivo dello sviluppo. Chi soffre di questa sindrome si distinguee per una gestualità, oltre che per comportamenti spesso ripetitivi e rituali. Il 18 febbraio, giorno della nascita del pediatra austriaco –  si celebra la Giornata mondiale della sindrome di Asperger per sensibilizzare e accrescere consapevolezza su un tema ancora poco conosciuto. A oggi le cause che portano allo svilppo della sindrome di Asperger sono ancora incerte. Secondo alcune ipotesi, questo disturbo dello spettro autistico avrebbe una base genetica-familiare, ma gli studi non hanno ancora saputo dare una risposta univoca.

I dati (incerti) nel mondo

Sebbene non sia possibile stabilire con precisione la percentuale esatta delle persone che soffrono della sindrome di Asperger, si stima che nel 2015 colpisse 37,2 milioni di persone in tutto il mondo, ovvero circa lo 0,5% della popolazione. Un dato in forte aumento: secondo i dati più recenti, infatti, oggi sarebbero circa 44 milioni le persone nel mondo che soffrono di Asperger, che si manifesta più frequentemente nei maschi che nelle femmine.

Tuttavia la prevalenza della sindrome di Asperger varia nei diversi studi, principalmente a causa delle variazioni nella popolazione nella metodologia utilizzata. Le stime riportate sulla prevalenza della sindrome variano da un minimo di 0,7 su 10 mila individui a un massimo di 72,6 su 10 mila individui.

Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), la prevalenza stimata della sindrome negli Stati Uniti è di 11,3 su mille individui. Su scala globale, la prevalenza è stimata in circa 7,6 su mille individui, ovvero circa 1 persona su 132 in tutto il mondo. La prevalenza complessiva dei casi però non è del tutto chiara e può rientrare in un range più ampio, tra i tra 2 e i 7 casi su mille individui.  

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Fonte : Sky Tg24