La pace in Ucraina si gioca su più tavoli, nessuno dei quali a Kiev. Mentre gli Stati Uniti preparano i colloqui con Mosca a Riad, l’Europa si riunisce in un summit d’emergenza a Parigi per non uscire di scena dalle trattative sul futuro del continente. L’innesco è stata una telefonata di novanta minuti tra Donald Trump e Vladimir Putin avvenuta mercoledì 12 febbraio, la prima da quando il presidente americano è tornato alla Casa Bianca. Durante la conversazione, i due leader hanno concordato l’“inizio immediato dei negoziati”, come ha annunciato lo stesso Trump su Truth Social, ventilando anche la possibilità di un incontro con Putin in Arabia Saudita nel “futuro non troppo lontano”. Una mossa unilaterale che ha spinto il presidente francese Emmanuel Macron a convocare per oggi un vertice d’emergenza a Parigi, dove si riuniranno i leader di Germania, Regno Unito, Polonia, Italia, Paesi Bassi e Danimarca, oltre ai vertici delle istituzioni europee e della Nato.
Le mosse americane
Il piano di Washington si sviluppa su più fronti paralleli. Il primo è quello dei colloqui diretti con Mosca, che inizieranno martedì 18 febbraio a Riad. A guidare la delegazione americana saranno il segretario di Stato Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff. L’aspetto più controverso dei negoziati è l’esclusione sia dell’Europa sia della stessa Ucraina dal tavolo delle trattative: dopo un’apparizione alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco dello scorso weekend, il presidente Zelensky ha avvertito su Nbc News che non avrebbe “mai accettato alcuna decisione tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina”. Trump ha risposto offrendo vaghe assicurazioni sul fatto che Kiev sarebbe stata “coinvolta”. (Cnn)
A dimostrazione dell’incertezza che ancora domina il fronte diplomatico, nella stessa amministrazione americana emergono posizioni divergenti. Il segretario di Stato Rubio ha precisato che i colloqui di Riad sono solo “un primo passo” e che “una telefonata non fa la pace”. Ha anche contraddetto l’inviato speciale Keith Kellogg sulla partecipazione europea alle trattative, affermando che le nazioni europee dovranno essere coinvolte in quanto hanno emesso sanzioni contro la Russia. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha invece delineato una nuova strategia americana più isolazionista: gli Stati Uniti non daranno più priorità alla sicurezza europea, concentrandosi invece sulla protezione dei confini americani e sulla prevenzione di un conflitto con la Cina: la scorsa settimana aveva ammonito gli europei chiedendogli di “assumersi la responsabilità della sicurezza nel continente”. Alla Conferenza di Monaco, dove gli alleati europei attendevano chiarimenti sulla strategia americana per i negoziati, il vicepresidente JD Vance ha ripetutamente messo in dubbio se gli Stati Uniti e l’Europa avessero ancora un programma comune. Intanto, Trump avrebbe anche accennato a un possibile accordo sulle materie prime con l’Ucraina come condizione per il mantenimento del sostegno militare americano, che però Kiev si rifiuta di firmare.
Proprio per chiarire i termini di un possibile coinvolgimento europeo, secondo quanto riportato da Reuters in esclusiva, Washington avrebbe inviato agli alleati europei un dettagliato questionario in sei punti sulle possibili garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Nel documento si chiederebbe esplicitamente “quali risorse a breve e lungo termine ritenete necessarie da parte degli USA” per partecipare agli accordi di sicurezza. Il questionario sonderebbe anche la disponibilità a schierare truppe sul terreno, le dimensioni di un’eventuale forza europea di stabilizzazione e le misure da adottare in caso di attacco russo a queste forze.
La risposta europea
Di fronte alle pressanti richieste americane di un maggiore impegno militare e alle crescenti preoccupazioni per un accordo a due tra Washington e Mosca, il vertice di Parigi rappresenta il primo tentativo di risposta coordinata europea. L’obiettivo è definire un piano d’azione che garantisca all’Europa un ruolo centrale nelle decisioni, affrontando anche il tema delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco, inclusa la possibilità di un’adesione automatica alla Nato in caso di violazione degli accordi da parte russa. Non mancano però le critiche al formato scelto da Macron. Secondo il Corriere della Sera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe chiesto la convocazione di un Consiglio europeo straordinario con tutti i 27 Stati membri. Palazzo Chigi avverte che l’esclusione dei Paesi baltici, che condividono 1.400 chilometri di confine con la Russia, rischia di indebolire la posizione negoziale dell’Europa.
Per rafforzare la posizione europea, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen porterà una proposta concreta, già annunciata a Monaco: l’attivazione di una clausola di salvaguardia che permetta agli Stati membri di aumentare gli investimenti nella difesa senza violare le regole di bilancio dell’Ue, liberando così fino a 500 miliardi di euro nel prossimo decennio. Nel frattempo, il Regno Unito si è già detto disponibile a inviare truppe con funzioni di peacekeeping sul territorio ucraino dopo un eventuale accordo, anticipando quello che potrebbe diventare un più ampio contributo europeo, mentre il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha dichiarato che l’Ue non creerà un esercito unitario e ha escluso lo schieramento di truppe polacche in Ucraina.
Fonte : Wired