C’è una farfalla in Italia che ora porta il nome di Giulio Regeni. I boschi della provincia di Cosenza, in Calabria, sono abitati da una specie di farfalla completamente nuova per la scienza. A identificarla sono stati i ricercatori del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che hanno deciso di dedicare la loro scoperta a Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto nel 2016. I dettagli della nuova farfalla, chiamata appunto Diplodoma giulioregeni, sono stati pubblicati sulla rivista Zootaxa in un studio realizzato nell’ambito del progetto National Biodiversity Future Centre del Pnrr.
La farfalla
Sebbene la sua biologia sia ancora in gran parte sconosciuta, la farfalla dedicata a Giulio Regeni è un lepidottero che appartiene alla famiglia degli Psychidae e si ipotizza che la sua larva si nutra di muschi, licheni e foglie appassite. La certezza che si trattasse di una nuova specie, come spiegano i ricercatori, è stata raggiunta grazie all’integrazione di dati molecolari e morfologici. Queste analisi hanno così permesso di distinguerla dalle altre specie dello stesso genere e, più precisamente, a essere fondamentali sono state le differenze sostanziali nelle strutture genitali e nel dna mitocondriale.
Biodiversità, ricerca e conservazione
Lo studio, quindi, sottolinea quanto ancora ci sia da scoprire e conoscere sulla biodiversità nel nostro Paese. “La scoperta di Diplodoma giulioregenii in un’area ecologicamente ricca e diversificata come il Sud Italia, evidenzia da un lato la presenza di un’immensa varietà di specie animali e vegetali, che testimonia un patrimonio biologico ancora inesplorato, dall’altra, invece, la necessità di proseguire gli studi e il monitoraggio degli habitat forestali proprio per salvaguardarli”, ha spiegato Stefano Scalercio, ricercatore del Crea Foreste e Legno che ha coordinato il progetto e guidato il team con Sara La Cava, ricercatrice Crea. “L’identificazione di nuove specie – ha aggiunto La Cava – contribuisce a migliorare la comprensione delle reti ecologiche e delle interazioni tra specie in habitat forestali, supportando una gestione delle foreste più informata e la conservazione degli ecosistemi locali”.
Gli Psychidae
In linea generale, la famiglia di lepidotteri a cui appartiene Diplodoma giulioregenii è caratterizzata da uno marcato dimorfismo sessuale. Gli esemplari maschi, infatti, hanno una struttura normale, mancano dell’apparato boccale, ma hanno ben sviluppati gli organi dell’olfatto, per sentire la presenza delle femmine. Queste, invece, sono generalmente prive di ali, e hanno un aspetto quasi vermiforme. I bruchi di questa famiglia, inoltre, costruiscono una teca di seta, rivestita di detriti di sabbia, foglie, rametti e semi. Finita la crescita, mentre il maschio vola, la femmina adulta rimane invece nella teca, rilasciando feromoni per attirare i maschi.
Fonte : Wired