The Ice Tower alla Berlinale 2025, la recensione del film con Marion Cotillard

In The Ice Tower Cotillard interpreta in realtà l’attrice Cristina Van Den Berg, diva capricciosa e tormentata, che definisce mostruoso il suo personaggio. “La regina delle nevi è un tiranno“. Jeanne è perdutamente stregata da entrambe, sia l’attrice che la regina, e si smarrisce nell’idealizzazione della figura di Cristina da cui resta letteralmente ipnotizzata. Tanto da accettare subito di recitarle accanto – in un passaggio narrativo molto simile a quello visto in Finalmente l’alba di Saverio Costanzo – e soddisfare ogni sua richiesta. Ma la regina di ghiaccio si svela tale anche nella realtà e, per nulla mossa a compassione dai trascorsi traumatici di Jeanne, ingaggia con lei un pericoloso gioco di seduzione.

Via via il film segue una tensione morbosa ed erotica sottile ma palpabile, tra Il cigno nero, La Favorita e Carol, che esplode in una scena violenta che non sveleremo. La seduzione tuttavia valica lo schermo e non sfugge allo spettatore attento la cura maniacale dei rumori delle stoffe, dei cristalli, dei piedi che calpestano la neve, dei sospiri. Tra l’onirico e il surreale, il film è un gioco di specchi e fascinazioni irresistibili in cui si respira aria di sortilegio. Il mostro incombe e può avere le sembianze di una magnetica femme fatale. Oppure potrebbe essere tutta una grande metafora, la grande seduzione del cinema che sa essere crudele con le anime naif fino a rubarne l’innocenza. In ogni caso, un film interessante che sa rapire e stregare.

Fonte : Wired