Colonnine di ricarica per le auto elettriche, lo stop negli Stati Uniti

Non è chiaro in che modo l’ordine del ministero influenzerà le stazioni di ricarica in costruzione. Nella loro nota, i funzionari della Fhwa vietano esplicitamente i “nuovi impegni“, impedendo quindi agli stati di firmare nuovi contratti con le imprese anche se hanno ricevuto fondi federali. La comunicazione suggerisce anche che gli stati potrebbero essere autorizzati a rimborsare le aziende che hanno già fornito servizi. Il programma nel frattempo ha già erogato miliardi di dollari in finanziamenti federali.

Nelle ultime settimane l’amministratore delegato di Tesla Elon Musk ha si è fatto notare per le iniziative alla guida del Dipartimento federale per l’efficienza del governo (Doge), incaricato di tagliare la spesa federale americana. Ma come si evince da un database gestito da funzionari nel settore dei trasporti, la sua azienda di auto elettriche ha ricevuto 31 milioni di dollari da Nevi, pari al 6% dei fondi assegnati finora dal programma.

La guerra di Trump alle auto elettriche

L’amministrazione Trump ha dichiarato esplicitamente di aver messo i veicoli elettrici nel mirino. Con un ordine esecutivo firmato nel primo giorno del suo secondo mandato, il presidente americano ha ribadito di voler eliminare un fantomatico “obbligo dei veicoli elettrici“, che negli Stati Uniti però non è mai esistito.

I progetti finanziati dal Nevo hanno impiegato più tempo a decollare rispetto alla costruzione di altre colonnine di ricarica per le auto elettriche perché il governo americano ha deciso di stanziare i fondi ad aziende con un’esperienza consolidata, che potessero dimostrare di essere in grado di costruire o gestire le colonnine, afferma Ryan McKinnon, portavoce di Charge Ahead Partnership, un gruppo di aziende e organizzazioni che si occupano di ricarica dei veicoli elettrici. Se i fondi non verranno erogati, “le aziende che hanno investito tempo e denaro in questo programma saranno danneggiate“, ha aggiunto.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired