Sanremo 2025, il bilancio di Carlo Conti: “I fischi fanno parte del Festival”. E sul 2026: “Magari farò solo il direttore artistico”
“Quando inizia il Festival la conduzione è l’ultima cosa. La direzione artistica è un’altra cosa, vuol dire decidere tutto, il cast, la scenografia, la commissione dei giovani. È un lavoro difficile da fare. L’anno prossimo? L’azienda mi ha chiesto di farlo per i prossimi due anni, vediamo… magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione. Poi vedremo. Adesso c’è tutto il tempo per pensarci. Intanto domani mattina mi sveglio e porto mio figlio a scuola”. Lo dice Carlo Conti ospite, in collegamento, con il programma “L’Indignato Speciale” su Rtl 102.5.
“È stata una bella edizione nel complesso, l’unica parola che posso dire è grazie. Sono tranquillo, sereno”, commenta all’indomani della finale. “Adesso c’è un po’ di stanchezza, ma sono felice che le canzoni vadano forte in radio, e questo è l’importante. Non avevo ansia per gli ascolti, è il mio carattere, non mi esalto se le cose vanno bene e non mi abbatto se vanno male. Cerco di avere un equilibrio, dando il giusto valore alle cose della vita. Il lavoro è importante, ma le cose importanti sono altre”.
A proposito delle polemiche sulle posizioni in classifica di Giorgia e Achille Lauro, fuori della top five, “la polemica – dice – fa parte della competizione, altrimenti non ci sarebbe Sanremo. Va bene così. È il Festival, con il suo parlare e sparlare, con le contraddizioni, la forza delle radio, dei social è un grande rito collettivo che ci mette insieme a parlare della stessa cosa”. E sulla definizione della sua conduzione “democristiana”, risponde: “Cosa significa democristiano? Non lo so. Sono democratico e sono cristiano, forse è la fusione delle due parole”.
Carlo Conti: “Non era un sfida con Amadeus, ho cercato di vincere per gli italiani”
“Non l’ho vissuto come una sfida, ho ripreso un lavoro iniziato con l’azienda nel 2015, portato avanti per tre anni, proseguito alla grande da Baglioni e poi nei cinque straordinari festival di Amadeus. Sono tornato a riprendere un lavoro, per questo è stato facile. Nessuno fa il direttore artistico per se stesso, ma per l’azienda, per la Rai e per il pubblico, è come il ct della Nazionale che cerca di vincere i mondiali: lo fa per la nazione, per l’Italia, per la squadra. Ho cercato di lavorare in questo senso come hanno fatto i miei amici prima di me, e i risultati mi pare mi facciano sorridere. Adesso il problema vero è per chi lo dovrà fare il prossimo anno: ah già sono io!”. Così Carlo Conti, tracciando il bilancio del festival 2025.
Carlo Conti: “Spero di aver fatto un Festival baudiano”
“Il mio festival? Lo definirei baudiano“. Così Carlo Conti nella conferenza stampa finale del festival di Sanremo. “Il festival è il festival: non credo che sia in un modo o in un altro. Il mio è un festival baudiano, nel senso migliore del termine. Pippo ci ha insegnato a fare il festival in questo modo. Gira che ti rigira, è una meravigliosa messa cantata, un meraviglioso rito collettivo e ci ha insegnato Pippo Baudo a farlo”, ha spiegato
Sanremo, raccolta pubblicitaria da record: l’edizione 2025 raggiunge 65,2 mln
Ma non solo polemiche e ascolti in crescita: l’edizione 2025 del Festival ha raggiunto il record di sempre per la raccolta pubblicitaria di Sanremo, incassando 65 milioni 258mila euro, con una crescita dell’8.5% rispetto al precedente record dello scorso anno. Lo ha annunciato in conferenza stampa l’Ad di Rai Pubblicità, Luca Poggi.
Fonte : Affari Italiani