E al quarto giorno, il festival resuscitò (con Geppi Cucciari)

E al quarto giorno il festival resuscitò. Che la serata delle cover è da sempre quella più travolgente, perché i brani li conosciamo tutti e anche i più algidi finiscono per cantarne uno dal divano, è cosa nota. Ma quest’anno è stata la migliore per svariati motivi. Anzi, per uno: Geppi Cucciari. Sì, è vero, ad aprire la serata c’è stato Roberto Benigni: un’ospitata a sorpresa dal peso tale che Carlo Conti questa mattina ha abbandonato all’improvviso la conferenza stampa per raggiungere l’artista toscano a Montecarlo, in modo da preparare con anticipo la serata. Ma Benigni è il più tradizionale dei fuoriprogramma a Sanremo, mentre Geppi è stata capace di permeare l’intera serata di un’attesa verso la sorpresa, un concetto che finora era mancato: l’impazienza di stupirsi dei suoi interventi, di ridere come non si è riso finora, in una edizione segnata dal minimalismo nell’intrattenimento, è stata finalmente spettacolo.  

Roberto Benigni

Qui per promuovere lo spettacolo Il sogno, che sarà in onda prossimamente su Rai Uno, l’ospitata dell’artista toscano ha però ragione di essere: è in ottima forma. “Dovresti fare il ministro dei trasporti, Carlo, perché hai paralizzato l’Italia col festival”, dice al conduttore. “Ho detto Bella ciao a Marcella Bella nel camerino, è successo un casino”. Poi gustose battute su Elon Musk: “Sai che Musk ha votato Giorgia. E’ in gara, no? Mettiamoci l’anima in pace perché Giorgia ci sarà per diversi anni. Dai retta a me… O Roma o Marte, ha detto Elon”. Conti riporta il comico alla musica e lo invita a intonare l’Inno del corpo sciolto. “Ho coronato un sogno”, dice poi prima che il regista lascia il palco. 

Geppi Cucciari

Da una come Geppi Cucciari, che ha saputo ridicolizzare il ministro della Cultura nel pieno del cerimoniale del Premio Strega (e in tempi non sospetti), ci si aspettava finalmente un po’ di imprevedibilità nel festival dal protocollo serrato. E così è stato. E’ la più caustica di questa edizione. “Ti hanno proposto il festival dopo che persino il Giornale Radio era andato al Nove”, dice a Conti. Poi lo sfotte per l’approccio stereotipato che ha avuto in queste sere nei confronti delle donne: “Sono felice di essere su questo palco con te, uomo. Voi uomini dolcemente complicati, tu padre sopra ogni cosa”. Rifiuta la sua mano galante che arriva in aiuto quando scende le temibili scale dell’Ariston. Ma soprattutto riesce a prendersi i suoi spazi all’interno del ritmo serrato del conduttore. “Con un po’ di istinto e un po’ di mestiere” si infila superbamente “nell’alternanza di pieni e di vuoti della serata” che restano in tempi militari. Ha una capacità di improvvisazione che in Italia ha solo Fiorello, una velocità di eloquio capace di infilare comicità negli sprazzi striminziti concessi ai co conduttori quest’anno. Chi sperava però qualche incursione nella politica è rimasto deluso. 

Roberto Benigni

Mahmood sa di non sapere

 Non pretende di essere ciò che non è. Si improvvisa co conduttore nella consapevolezza dell’improvvisazione: non interpreta il ruolo pre-impostato del signorino buonasera, anzi si lascia andare alle sporcature che lo rendono familiare. Per questo ci piace. E perché è bello come un modello in uno spot di profumi. E perché il suo medley a metà serata è uno spettacolo totalizzante per i sensi: Mahmood è tra i pochi in Italia ad avere un sound tutto suo e, come scrive qui il nostro Patrizio Ruviglioni, porta il pop italiano a una dimensione internazionale, perché in Italia uno show “aggiornato alle tendenze del momento, con corpo di ballo, un investimento gigante in termini di visual, costumi e narrazione in generale, roba da The Weeknd in scala, i maschi non ce l’hanno avuto prima”.

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La collana di Tony Effe 

Col muso lungo del bambino a cui è stato rubato il gelato, Tony Effe ieri notte si è scagliato contro alcuni funzionari Rai che gli avevano tolto una collana prima di salire sul palco. “Se stasera mi levano i gioielli, sali tu a cantare”, ha scritto sui social alla vigilia della serata di oggi. Stasera sul palco c’era, la collana era infatti al suo posto e se l’è teatralmente (e smorfiosamente) toccata non appena ha messo piede in scena. “Togliere una collana a un rapper è stato come togliergli i super poteri”, ha detto un collaboratore del suo staff in conferenza stampa. Togliere una collana d’oro da 70mila euro a un rapper è come togliere il mantello a Batman, insomma. L’obiettivo della Rai era quello di non fare pubblicità al marchio Tiffany: sulla collana non c’erano marchi, ma quel modello sarebbe stato troppo riconoscibile, secondo Marcello Ciannamea, direttore intrattenimento del servizio pubblico. L’effetto è stato però l’opposto: oggi quella collana di Tiffany la conosciamo tutti. In ogni caso, con o senza collana, con o senza superpoteri, Tony Effe non regge la voce di Noemi e nel duetto sulle note di “Tutto il resto è noia” c’è troppo squilibrio: lui prova a compensare la voce che manca con qualche verso parlato, ma anche le doti da attore lasciano a desiderare.  

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Topo Gigio

In profondità, con leggerezza. E’ il talento di Lucio Corsi, fenomeno di questa edizione. Dopo la sua “Volevo essere un duro”, elogio della vulnerabilità in delicata chiave cantautoriale, l’artista porta sul palco un duetto con Topo Gigio sulle note di “Volare”. Inutile dire che era l’esibizione più attesa per la curiosità di molti: la tenerezza della performance ha rispettato tutte le aspettative. Spiega il collega Francesco Raiola di Fanpage: “Domenico Modugno fu la prima voce di Topo Gigio, per questo Lucio Corsi decide di portarlo unendo storia, musica e un coup de theatre”. 

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Bella stronza

Per chi è la canzone di Fedez? Per Chiara Ferragni o per l’amante Angelica Montini? E’ la domanda che tutti si fanno, visto quanto rumore ha fatto la notizia di questo brano alla vigilia del festival, nel mare di pettegolezzi lanciati da Fabrizio Corona sul rapper traditore. “Ora siamo due estranei che si conoscono benissimo”, canta, inserendo nuove barre nell’iconico brano di Marco Masini. E ancora: “Sei una statua di sale appoggiata alle mie ferite”, “Come tutto può finire ancora prima di iniziare?”, “Una cicatrice sulla pancia mi ha fatto meno male” (il riferimento è al tumore al pancreas, ndr). A chi invece si domanda se l’arrangiamento funziona, la risposta è sì. Fedez sta giocando questo festival per sottrazione: non rilascia interviste, non fa notizia, non si presenta in conferenza stampa. Prova a far parlare la musica dopo aver catalizzato l’attenzione su di sé nelle settimane precedenti al festival. Ma chissà se ormai il tentativo riuscirà solo a metà… 

Fedez e Marco Masini

Affinità di coppia

Ieri sera siete andati a dormire presto? Ecco una carrellata di esibizioni che dovreste recuperare. Giorgia e Annalisa, vincitrici della serata, con “Skyfall” danno la lezione di canto che ci si aspettava. Serena Brancale e Alessandra Amoroso: la prima è la cantante italiana nu-soul/jazz più famosa all’estero, la seconda si unisce valorizzando come non mai la sua voce black sulle note di “If I ain’t got you”. Belli e maledetti, Elodie e Achille Lauro si muovono tra “A mano a mano” e “Folle città”, tra intimismo e rock, ovvero esplodendo in una bomba di sensualità. Si mischiano bene le voci di Simone Cristicchi e della compagna Amara, anch’essa cantante, ne “La cura”; ma anche quelle di Rose Villain e Chiello in “Fiori rosa, fiori di pesco”. Clara regge la prova di cantare insieme ai tenori del Volo. Sarah Toscano regge il palco insieme agli Ofenbach, l’esibizione di “Overdrive” è uno spettacolo per occhi e orecchie: c’è una distanza siderare tra il suo esordio acerbo sul palco di mesi fa e la sicurezza con cui si muove oggi in scena. Non dimentichiamo che è la più giovane in gara, ha appena 19 anni. Interessante il duplice omaggio dei giovani a Fabrizio de André: Olly Con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band “Il pescatore”; Bresh con Cristiano De André “Crêuza de mä”. Ai The Kolors piace vincere facile con Sal Da Vinci in “Rossetto e Caffè”, che sembra anche un gioco di parole. Restiamo a Napoli con Rocco Hunt e Clementino che omaggiano Pino Daniele in “Yes I know, My way”. Se questa mattina volete l’energia giusta per andare al lavoro, recuperate invece “L’estate sta finendo” di Coma Cose con Johnson Righeira. “Sanremo sta finendo”, cantano. Domani l’ultima puntata. 

Fonte : Today