Obsidian Entertainment è uno di quegli studi che, se hai un minimo di memoria storica del settore, già solo col suo nome può farti battere il cuore. Certo, le persone nello studio sono cambiate e da anni naviga in acque agitate, ma ha sempre mantenuto la barra dritta verso l’eccellenza, soprattutto per quanto riguarda il racconto e questo lo si nota anche in questa loro ultima fatica: Avowed.
L’ambizione del gioco è chiara: vuole essere un gioco di ruolo in prima persona per chi ama i titoli della saga di The Elder Scrolls, ma ambientato nell’universo narrativo di Pillars of Eternity, titolo che invece sfruttava la classica visuale dall’alto dei giochi di ruolo più tradizionali. Per capirci: alla Baldur’s Gate III.
Avowed: opera ambiziosa, ricca di momenti memorabili
Il risultato è un’opera ambiziosa, ricca di idee brillanti e di momenti memorabili, ma segnata da alcune scelte discutibili e da una certa incompletezza tecnica. Un gioco che, nonostante tutto, riesce a lasciare il segno, anche se non raggiunge l’apice che avrebbe potuto. Quel tipo di titoli imperfetti che però sa entrarti nel cuore, se sei disposto a perdonare alcune cose.
Avowed è, prima di tutto, un gioco di ruolo che non ha paura di mettere il giocatore di fronte a scelte molto difficili e tramare alle sue spalle per poi presentargli il conto di conseguenze che neanche poteva immaginare. Ogni decisione ha un peso, ogni azione può avere conseguenze imprevedibili. Quel semplice incarico può trasformarsi in una lunga quest piena di colpi di scena e decidere di appoggiare una fazione può portare il gioco in direzioni impreviste.
Un altro aspetto interessante è che il protagonista non è un semplice avventuriero, non è il solito signor nessuno che partendo dal niente diventerà l’eroe di una storia ma un’autorità che incarna il potere imperiale.
Chi saremo, cosa saremo in Avowed
Saremo infatti un inviato dell’Impero Aedyr che dovrà investigare su una misteriosa piaga che sta decimando la popolazione e scatenando attacchi di follia, ma soprattutto un “Deiforme”, ovvero una persona che è considerata “toccata dagli Dei” e questo riverbera nel nostro aspetto, visto che presenteremo delle escrescenze sul volto che ricordano dei coralli, infiorescenze o funghi, ma anche nel modo in cui gli altri si rapportano a noi. Per alcuni saremo inquietanti, ma molti altri siamo la legge. I soldati Aedyr obbediranno ai nostri ordini, i leader locali ci rispetteranno e cercheranno di manipolarci per avere qualcosa, le nostre decisioni possono riscrivere gli equilibri di potere delle Terre Viventi.
Ma cosa sono queste Terre Viventi? È il nome dato al mondo in cui si svolge l’avventura, sono un luogo affascinante, colorato, ricco di pericoli e contraddizioni. Se volessimo spiegarla senza mostrare un’immagine potrebbe essere una sorta di paradiso tropicale in versione fantasy. Panorami bellissimi e pericoli mortali convivono tra foreste di funghi, rovine, mostri e meraviglie. È un mondo vivo, popolato da banditi, maghi eretici, paladini fanatici e tribù indigene che lottano per preservare la loro cultura. È una terra che odia gli Aedyr e non mancherà di ricordarvelo. Obsidian ha costruito un’ambientazione che respira, con una storia politica complessa e una mitologia affascinante. Non è necessario conoscere l’universo di Pillars of Eternity per apprezzare Avowed, ma chi lo conosce troverà numerosi riferimenti e approfondimenti che arricchiscono l’esperienza.
Piccoli, diffusi capolavori di progettazione
Uno dei punti di forza del gioco è il design dei livelli, che si distingue per la sua attenzione ai dettagli. Ogni mappa è un piccolo capolavoro di progettazione, con passaggi segreti, muri distruttibili, acque che possono essere congelate per creare piattaforme e innumerevoli nascondigli che nascondono tesori e indizi. L’esplorazione è un piacere, perché il mondo è progettato per premiare la curiosità e l’attenzione.
Tuttavia, questo aspetto è in parte compromesso da un sistema di progressione rigido e poco gratificante. Per potenziare armi e armature, è necessario raccogliere una grande quantità di risorse, come metalli rari, pellame e legno. Questo meccanismo mal si incastra con tutto il resto e spezza il ritmo dell’avventura, costringendo il giocatore a dedicare troppo tempo alla raccolta, distogliendolo dalla narrazione e dall’esplorazione.
Meno bello il combattimento. Ma Avowed è un gioco robusto
Il combattimento, in prima persona, è solido ma non eccezionale. Come spesso accade quando si parla di prima persona e corpo a corpo. Avowed eredita molto da Skyrim, con un sistema di combattimento che include parate, schivate e una vasta gamma di incantesimi. Le tre classi, Guerriero, Ranger e Mago, possono essere mescolate liberamente, permettendo di creare build personalizzate. Tuttavia, il sistema soffre di una certa ripetitività: i nemici sono spesso riciclati, e le arene obbligate si susseguono senza grandi variazioni. Manca quel senso di epicità che ci si aspetterebbe da uno scontro con un boss memorabile o da una battaglia che mette alla prova tutte le abilità del giocatore.
Dal punto di vista tecnico, Avowed è un gioco robusto, con una grafica piacevole e una fluidità che raramente vacilla, mantenendo un solido 60 fps su Xbox Series X. Tuttavia, l’esperienza è costellata di bug e problemi tecnici: missioni che si bloccano, oggetti che non compaiono, testi tradotti in modo approssimativo e animazioni poco curate. Tutte pieghe che ovviamente verranno stirate patch dopo patch, ma che è giusto segnalare. I compagni di viaggio, pur avendo un potenziale narrativo interessante, sono spesso poco caratterizzati, il che è strano per un gioco che trabocca di buona scrittura, con dialoghi che a volte risultano piatti e privi di profondità. La visuale in terza persona, aggiunta quasi come un ripensamento, sembra fuori luogo e non aggiunge nulla all’esperienza.
Avowed è poco meno di un capolavoro
Nonostante queste imperfezioni, Avowed riesce a emergere come un gioco di ruolo di grande valore. La scrittura è uno dei suoi punti di forza, con dialoghi ben costruiti, scelte morali complesse e una trama che tiene incollati allo schermo. Obsidian dimostra ancora una volta di saper creare mondi convincenti e storie che lasciano il segno. Le Terre Viventi sono un luogo affascinante, ricco di misteri e di storie da scoprire, e il protagonista, con il suo ruolo unico e il suo legame con il divino, è un personaggio che si fa ricordare. Se solo avessero i soldi per fare tutto il resto.
In conclusione, Avowed è un gioco che avrebbe potuto essere un capolavoro, ma che si ferma un po’ prima. E va anche bene così per i tanti che probabilmente ne rimarranno affascinati. È un’opera ambiziosa, ricca di idee brillanti e di momenti memorabili, ma segnata da alcune scelte discutibili e da una certa incompletezza tecnica. Nonostante tutto, resta un’esperienza che vale la pena vivere, soprattutto per gli appassionati di giochi di ruolo. Averlo su Game Pass è senza dubbio un ottimo plus per la piattaforma. Con le giuste patch e un po’ di cura in più, potrebbe ancora diventare quel diamante grezzo che Obsidian aveva in mente.
Fonte : Repubblica