Ventisette artisti, altrettante canzoni in gara: non è Sanremo, ma Saremo AI Music Festival. Partito in contemporanea con il Festival vero, però questo è tutto finto: le biografie dei cantanti, i loro volti, i testi delle canzoni, la musica, e perfino ogni post e attività social di tutti i partecipanti, sono infatti realizzati con l’intelligenza artificiale. “L’intero progetto si muove sul crinale tra il vero e il falso, tra cosa è reale e cosa è artificiale”, spiega Claudio Mazzanti, Content Design & Project Manager dell’agenzia di multimedia e marketing bolognese Loop che ha realizzato Saremo AI Music festival. Una trovata pubblicitaria? “Il nostro obiettivo non è far parlare di noi, ma lanciare una provocazione. La questione del vero e del falso è centrale in questo esperimento. Per questo ho conservato i documenti delle chat e delle generazioni musicali per dimostrare che è tutto creato con IA”.
A Sanremo, quello vero, si è discusso di musica e intelligenza artificiale in alcuni convegni. Voi intanto l’avete fatta: come?
“Abbiamo ideato delle mini-biografie di tre righe per ogni personaggio, poi abbiamo chiesto all’IA di svilupparle. Le immagini sono state generate con Midjourney, i testi delle canzoni sono stati prodotti con ChatGPT. Per la musica abbiamo utilizzato Suno e Udio, due software di text-to-audio”.
I nomi degli artisti sono poco credibili: Er Gastolano, Monaco di Lamiera, Giulia Bovoletta, Marah, che per ora è la favorita… Le voci, invece, sono molto naturali: anche quelle sono sintetizzate?
“I nomi li abbiamo inventati noi, ma tutto il resto è generato dall’IA. Uno dei limiti del progetto è che le voci disponibili in italiano sono poche e meno varie rispetto all’inglese: ci sono molti ragazzi e ragazze, ma trovare una cangtante anziana è difficilissimo, ad esempio. Questo ha richiesto molte prove per trovare le giuste tonalità e interpretazioni”.
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Mancano solo l’Ariston e il presentatore.
“Non abbiamo voluto creare una struttura da festival tradizionale. Il nostro progetto dura più di due mesi, si può votare il vincitore fino ad aprile. Abbiamo pensato a una serata finale, ma richiederebbe risorse e budget considerevoli”.
E i video?
“Creare video con IA di qualità accettabile richiede tempo e risorse notevoli. Stiamo lavorando su qualche clip, ma al momento la tecnologia non permette di realizzare videoclip musicali di qualità sufficiente senza un pesante intervento umano”.
Le canzoni sono su tutte le piattaforme di streaming musicale: ma a chi vanno i proventi?
“Non esiste un diritto d’autore su contenuti generati da IA, ma esiste una licenza commerciale se si utilizza un account a pagamento”
Quindi se qualcuno registrasse una cover di una vostra canzone, avrebbe tutti i diritti sulla sua interpretazione?
“Esattamente”.
Ci sono già artisti virtuali (o meglio: “fantasma”) su Spotify. Come vi rapportate a questa realtà?
“Il nostro progetto è sperimentale e artistico, non puntiamo alla monetizzazione. L’importante è essere trasparenti: noi dichiariamo chiaramente che è tutto generato da IA”.
Pensate che artisti di Sanremo usino l’intelligenza artificiale?
“Sicuramente molti la usano, anche se non lo dichiarano. L’IA è uno strumento come lo era la chitarra per Jimi Hendrix: dipende da come viene adoperato. Come con qualsiasi tecnologia, usarla bene richiede competenza, non basta generare contenuti a caso, serve una direzione artistica e un controllo qualitativo”.
Qual è l’aspetto più innovativo di Saremo AI Festival?
“Più che le canzoni, è il sistema di gestione degli artisti. Ogni cantante ha un agente virtuale che analizza le reazioni del pubblico e adatta la comunicazione di conseguenza. Questo crea una competizione interna tra i vari agenti IA, che sono a tutti gli effetti dei manager virtuali. Così il nostro progetto diventa anche un esperimento sulla capacità dell’IA di interagire con il pubblico in modo dinamico”.
Il pubblico come sta reagendo?
“C’è un interesse trasversale da diversi canali. I media, ovviamente, sono molto coinvolti perché è un argomento sulla cresta dell’onda. Sul sito stanno arrivando migliaia di persone ogni giorno, il che è notevole considerando che il Festival è partito solo quattro o cinque giorni fa”.
E il mondo della musica?
“Resta molto circospetto nei confronti dell’IA, per ovvie ragioni legate al copyright e alla paura che possa sostituire le competenze umane. Ma non c’è competizione tra umani e intelligenza artificiale: si tratta di scoprire nuove frontiere della creatività”.
Fonte : Repubblica