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Nel corso dell’interrogatorio Sabino Edificante ha respinto gli addebiti, sostenendo si tratti di un equivoco; il 41enne arrestato nel blitz contro i clan di Pomigliano d’Arco (Napoli).
Prima di finire in carcere riusciva a guadagnare anche 1.500 euro al giorno con la frutta, acquistandola a 5 euro e vendendola a 20, e per questo motivo non aveva nessuna necessità di legarsi ad un clan di camorra e invischiarsi in faccende criminali di questo genere. È quello che ha sostenuto nel corso dell’interrogatorio Sabino Edificante, noto sui social come “il Malese”, tra gli arrestati del blitz dei carabinieri contro la malavita organizzata di Pomigliano d’Arco (Napoli); il provvedimento gli è stato notificato in carcere, dove si trova dal 2022. Complessivamente gli indagati raggiunti da misura cautelare sono 27; per 23 di questi (compresi quattro minorenni) è stato disposto il carcere, gli altri sono stati sottoposto ai domiciliari.
Le accuse nell’inchiesta sui clan di Pomigliano
Edificante aveva negli anni scorsi guadagnato una certa popolarità sui social, in particolare su Tiktok. Nei suoi video mostrava mazzette di banconote e lanciava epiteti che, anche grazie all’accento molto marcato e al modo di parlare, sono diventati dei tormentoni; filmava e pubblicava, però, anche le truffe ad anziani del nord Italia, con la tecnica nota in gergo come “ciao ciao”: si fingeva figlio di un loro conoscente e gli rifilava cassette di frutta a prezzi altissimi.
Il 41enne era finito in carcere nel 2022, per scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione per spendita di soldi falsi, truffe e fuga da incidenti con feriti. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti sarebbe vicino al clan Cipolletta, in lotta con i Ferretti-Mascitelli. Nel dettaglio, avrebbe fatto da tramite per l’acquisto di alcune pistole, comprate da Olindo Cipolletta, alias Vincenzo, ritenuto ai vertici del sodalizio; avrebbe inoltre usato un telefono cellulare mentre era in carcere, reato che gli viene contestato con l’aggravante mafiosa per avere favorito il clan.
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La difesa di Sabino Edificante
In una intercettazione ambientale, risalente al maggio 2024, Edificante parla con un altro uomo di una compravendita; per gli inquirenti “è palese che stia facendo riferimento alle armi”; l’altro parla di un viaggio di 3mila chilometri, tragitto che, rilevano i magistrati, corrisponde alla distanza con i Balcani e la Macedonia, “territori ben noti per il traffico internazionale di armi”.
In un’altra conversazione, a cui partecipano anche Beniamino Cipolletta, detenuto con Edificante, e Olindo Cipolletta, il “Malese” fa riferimento a “due cose”, che gli sono state regalate e che a sua volta ha ceduto al compagno di cella; per gli inquirenti il riferimento è a due pistole, che il fornitore avrebbe regalato dopo il sequestro delle otto che aveva precedentemente inviato.
Difeso dall’avvocato Dario Carmine Procentese, Edificante ha sostenuto l’interrogatorio rispondendo a tutte le domande e ha respinto gli addebiti. Non aveva necessità di legarsi alla malavita organizzata, ha spiegato, in quanto prima di finire in carcere guadagnava già molto vendendo la frutta; parlando delle accuse a suo carico ha sostenuto che si tratta in realtà soltanto di un equivoco.
Fonte : Fanpage