Fin dai preascolti uno dei brani più eretici di questo Festival (SEGUI LA DIRETTA – GUARDA LO SPECIALE). Perché confrontandosi con una ballad, Elodie oltrepassa i suoi limiti (e le sue paure) e mostra una sfumatura di sè ad oggi rimasta assai in ombra. Dimenticarsi alle 7 è un brano che unisce le due anime di Elodie: quella più classica, che richiama la grande tradizione della musica italiana, e quella più dark e ipnotica, influenzata dalla musica elettronica. La canzone racconta il viaggio di una storia d’amore importante ma travagliata, nonché il momento preciso in cui il dolore per la fine della relazione svanisce, portando la protagonista alla consapevolezza della crudeltà dell’amore. Il titolo stesso, Dimenticarsi alle 7, fa riferimento a un orario specifico della mattina, simbolo di un momento dopo una notte fuori, in cui si cerca di dimenticare qualcuno e lasciarsi alle spalle il passato, nonostante la difficoltà di abbandonare certe emozioni.
Elodie come stai? Come va a Sanremo?
Ho una radio sotto la camera che pompa come direbbe Daniele Silvestri e dunque non dormo. Ma sono felice e sto bene a parte questo piccolo inconveniente.
Per te un sanremo difficile, insomma.
In realtà è un Sanremo molto più adulto!
Le sonorità di Dimenticarsi alle 7 ci mostrano una Elodie poco nota: è un nuovo inizio?
Avevo bisogno di cantare una canzone più sanremese, avevo bisogno di godere delle melodie. Sembra semplice ma è tecnicamente molto faticoso eppure mi sembrava bello portare qualcosa più legato alla nostra tradizione. Sono un po’ di anni che faccio questo mestiere e per me questo pezzo è fare pace con la musica leggera.
E’ un segnale di come sarà il prossimo album?
Il disco è urban con sonorità diverse, ci saranno donne diverse dentro, sto cercando di crescere e portare più sfaccettature di me.
E’ la tua quarta partecipazione a Sanremo: che significa per te il Festival?
Mi ha dato tanto in questi anni, la mia carriera è iniziata realmente qui con le tante possibilità che mi ha aperto. Ho un rapporto emotivo importante col Festival, è un palco che è magico.
Con te stessa sei in pace?
In generale sono sempre spontanea nel bene e nel male, sono un essere umano, accetto anche i lati negativi della personalità: li abbraccio, non li giudico più e forse sono più serena anche per questo, cerco di essere nella mia versione migliore, vado in terapia e quando sento il bisogno di confrontarmi con me stessa faccio un passo indietro e riprendo il confronto tanto non posso andare in un altro corpo.
Tu non hai mai temuto di esporti: cosa è il coraggio?
In qualche modo mi sento parte di qualcosa, di una società verso la quale sento di avere obblighi anzi ho obblighi verso chiunque incontro per strada. Perdiamo contatto con la nostra umanità ma è un problema di tutti e mi spiace, penso che la consapevolezza sia una corazza che ti aiuta a sostenere l’altro quando è in difficoltà. Verso il prossimo cerco di essere una buona sorella.
L’essenza di Dimenticarsi alle 7?
Parlo di un amore totalizzante, mi faccio quasi mangiare dagli altri, prima cercavo approvazione ora la cerco meno. Ho amato così tanto che mi sono fatta fare qualsiasi cosa e sto imparando a non farlo più. Questo amore si vede anche nel videoclip del pezzo.
Hai scelto Achille Lauro nella serata dei duetti.
Faremo A mano a Mano e Folle Città, pezzi che dal punto di vista musicale e di percorso sono allineati a me.
Ti senti cambiata molto? Pronta per gli stadi?
Io sono così, non lo so neanche io a volte come. Sbaglierò ancora e dico spesso cazzate. Oggi sono felice e lucida, poi ogni giorno cambio persona. Stiamo creando bene gli stadi che, ci tengo a dirlo, non sono un punto di arrivo. E comunque non vedo l’ora!
Ti senti una cantautrice?
No, sono una interprete. Però mi piace parlare d’amore, è molto difficile cantare di altri temi, è complessa la scrittura e non so se il mio modo di stare sul palco sia in sintonia con quello che mi hai chiesto. Almeno adesso no, magari tra dieci anni ne riparliamo!
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Fonte : Sky Tg24