Oversonic Robotics ne sta testando le performance con Fondazione Santa Lucia, a Roma (realtà privata di ricerca e universitaria specializzata in neuroscienze), nell’ambito del processo di neuroriabilitazione di pazienti colpiti da ictus. “La sua presenza garantisce la continuità delle cure anche in situazioni di carenza di fisioterapisti o logopedisti – spiega Denti – contemporaneamente, può verificare e registrare eventuali miglioramenti, adeguando esercizi di cognitivi e motori in modo autonomo”.
Anche le persone affette da Alzheimer potrebbero trovarsi ad avere a che fare con Robee: secondo Denti esiste un forte potenziale “sia in termini di semplice assistenza, per evitare fughe o episodi di violenza, sia in termini di stimolo positivo o per cogliere subito segnali di degenerazione”. In questa veste lo si sta sperimentando in un centro diurno di Torino, partendo da situazioni di minor criticità.
Robot a tutela della salute nelle fabbriche
Quanto Robee potrà essere diffuso e accessibile nel variegato panorama della sanità italiana, “dipenderà molto dalle economie di scala che si andranno a creare, ma noi non vogliamo un prodotto per l’élite. Anzi, l’obiettivo è arrivare al suo utilizzo nell’assistenza domiciliare” precisa Denti.
In attesa che la sua serie M entri nelle nostre case (se gli apriremo la porta), la R ha già fatto ingresso nelle fabbriche. Ideato per svolgere compiti ripetitivi, pericolosi e faticosi al posto delle persone, questa versione di Robee dedicata al manufacturing si sta mostrando “autonomo, collaborativo, e soprattutto in grado di minimizzare i rischi di infortunio sul posto di lavoro”. Denti lo afferma pensando a chi è costretto a stare a contatto con sostanze tossiche o a sopportare temperature estreme, ma anche agli addetti al controllo qualità visiva, “compito logorante sia fisicamente che mentalmente, e che Robee è in grado di compiere automaticamente”.
Nel suo formato XL, 200 cm e per 180kg e con manipolazione bimanuale, anche Robee serie R è infatti dotata di intelligenza artificiale, riconosce oggetti e persone, dialoga e decide analizzando i dati raccolti dall’ambiente circostante. Preleva e posiziona oggetti, carica e scarica materiali, valuta la conformità agli standard: “fa tutto quello che fanno tutti gli altri robot, ma lo fa in modo collaborativo” precisa Denti, consapevole che sarà questo il punto su cui si giocherà la sfida del futuro dei robot.
Tornato da Cannes, Robee riprenderà ad allenarsi per andare sul mercato entro l’anno. Partirà da quello italiano, ma convinto a varcare presto i confini e spaziare in settori come l’hotelerie e il retail. Denti e il suo team non si pongono limiti e a chi chiede loro se temono la concorrenza di chi ha più fondi, “la mia risposta è no: è una sfida talmente elevata dal punto di vista tecnologico che non si vince solo con i soldi. Servono soprattutto competenze e l’Italia ne è piena. Andiamo a Cannes per mostrare proprio questo”.
Fonte : Wired