La telefonia via satellite sta per sbarcare sui comuni smartphone e senza bisogno di impiegare speciali accessori. Starlink, Vodafone con Ast SpaceMobile e Lynk sono solo alcune delle prime realtà che hanno annunciato i primi servizi basati su rete satellitare a orbita bassa (leo). “Come una torre di telefonia mobile nello spazio”, ha pubblicizzato recentemente Starlink. Quindi si tratta semplicemente di abbonarsi al servizio di un operatore mobile che ha siglato un contratto con il fornitore satellitare per una specifica zona e poi procedere in roaming.
Dopodiché per quanto possa essere esaltante come tecnologia sarebbe bene ricordare che nasce per coprire le aree remote o comunque prive di infrastrutture adeguate. Un primo esempio si è avuto a partire dal lancio dell’iPhone 14, dotato di un servizio di messaggistica SOS per il Nord America basato sulla comunicazione satellitare. Nello specifico Apple ha siglato un accordo con Globalstar e sfrutta la sua costellazione in orbita bassa per le comunicazioni di emergenza. Poi sono arrivate Huawei e Xiaomi, ma in Cina, e anche Google con il Pixel 9, sempre negli Stati Uniti. Entro il 2027 è possibile che vengano inclusi oltre ai servizi di messaggistica di emergenza, anche servizi voce e dati.
Non a caso Ccs Insight stima come primi core business proprio il Nord America e a seguire Australia, i paesi scarsamente popolati e i mercati emergenti. L’ultimo report ha valutato per questo segmento un volume di ricavi pari a 16,8 miliardi di dollari entro il 2028, superando nettamente anche la connettività satellitare broadband e ancora di più l’iot satellitare. “Nel complesso, il fatturato totale generato da questi casi d’uso è ancora relativamente basso rispetto al settore delle telecomunicazioni nel suo complesso, ma rappresenta un’opportunità a lungo termine“, ha confermato a The Register l’analista Vaishali Purohit. Sebbene sia sempre esistito un mercato della telefonia satellitare, grazie ad apparecchi specifici o accessori da montare sullo smartphone, il cambio di marcia si avrà con questa ultima recente svolta mediatica e tecnologica che vede soprattutto le aziende di Elon Musk in prima linea.
Starlink Direct to Cell
SpaceX ha ufficializzato il prossimo lancio del servizio Direct to Cell, ovvero la possibilità per gli smartphone 4G (Lte) di connettersi con i satelliti della rete Starlink per disporre di comunicazione vocale, messaging e traffico dati (e IoT) in ogni luogo. In pratica la prospettiva è di avere copertura nelle zone più remote del globo semplicemente con un cellulare 4G. Di fatto grazie agli accordi siglati dall’azienda con gli operatori mobili il servizio funzionerà come se si facesse del comune roaming. Attualmente Starlink ha contratti con operatori statunitense, australiano, canadese, neozelandese, svizzero, cileno e peruviano. Tecnicamente i satelliti fanno da ponte tra il cellulare e le infrastrutture radio a terra (gateway). Inoltre è previsto il roaming fra tutti gli operatori partner. Negli Stati Uniti proprio a gennaio è iniziato il beta testing gratuito del servizio di messaging grazie alla collaborazione tra Starlink e T-Mobile. La novità è stata introdotta per i clienti T-Mobile dotati di iPhone (iOS 18.3) e altri modelli di cellulare non specificati. La prospettiva è che nel 2025 si concretizzi la sperimentazione e il lancio di ogni servizio.
Arriva Vodafone
Vodafone a fine gennaio ha sperimentato con successo la prima videochiamata “spaziale” al mondo utilizzando normali smartphone 4G/5G e satelliti. Il test è avvenuto presso il gateway spazio-terra di Vodafone, che riceve e incanala tutti i segnali inviati dallo smartphone di un utente tramite i satelliti BlueBird di Ast SpaceMobile. Secondo Vodafone il satellite è una tecnologia complementare e aggiuntiva che fornisce “una copertura preziosa laddove al momento non esiste un’alternativa mobile o fissa fattibile”. Insomma l’obiettivo è di ottenere un’infrastruttura di comunicazioni europea da utilizzare in qualsiasi luogo, comprese la montagna o in mare aperto, in qualsiasi momento, oltre a rafforzare la solidità complessiva dei srvizi. In primavera ci saranno altri test, grazie a cinque satelliti del partner industriale, e poi verrà introdotto progressivamente un servizio satellitare a banda larga per gli smartphone. L’offerta commerciale inizierà in alcuni paesi entro la fine dell’anno e proseguirà nel 2026.
Lynk
La statunitense Lynk è stata fra le prime realtà ad avviare un progetto di comunicazione satellitare per smartphone nel lontano 2018. Ricevuto l’ok dalla Federal Communications Commission nel 2021, ha iniziato a siglare contratti di opzione con diversi operatori di tutto il mondo. Nel 2022 sono stati portati a compimento i test pre-commerciali e a partire dal 2023 sono stati attivati i primi servizi commerciali. Grazie a operatori mobili locali Lynk è già presente in Micronesia, nell’arcipelago di Palau; vicino alla Nuova Zelanda, presso le isole Cook; presso le isole Salomone; in Papua Nuova Guinea; in Argentina e Turchia. Attualmente si parla soprattutto di messaggistica sms e chiamate bi-direzionali.
Fonte : Wired