È la storia di tutte le storie: quella di un uomo e una donna che si piacciono, che vorrebbero entrambi che la serata finisse a letto, ma che devono lottare contro se stessi, contro l’altro e contro alcuni eventi esterni perché ciò avvenga. È la storia degli ostacoli dell’amore o se si preferisce della fatica che fanno gli esseri umani a capirsi, a raccontarsi, e del timore di rivelarsi per quello che si è. Non è difficile condurla con umorismo, perché è la materia più risibile e alle volte ridicola che ci sia. Semmai è difficile farlo con la costanza e l’efficacia di Follemente. È stavolta un umorismo solo in parte di scrittura (c’è il solito ampio team di sceneggiatori da film di Genovese: Isabella Aguilar, Paolo Costella, Lucia Calamaro e Flaminia Gressi), e più che altro di recitazione, di tempi comici e di interpretazione, tutto tarato sugli interpreti. Claudio Santamaria, lavora di linguaggio del corpo per far ridere; Emanuela Fanelli lo fa con le battute fulminanti o i commenti caustici; Marco Giallini con piccoli inserti e intenzioni divertenti. Gli altri li sostengono.
Anche per questo, per come è strutturato, più che a Inside Out, Follemente somiglia a Perfetti sconosciuti. È un film ambientato in una casa e in una notte, con tantissimi attori (ognuno con un personaggio molto netto), un po’ di fantastico e una serie di scontri verbali. E forse proprio per questo, proprio perché è la dimensione narrativa migliore per Genovese, è un film molto buono. Follemente è infatti un film commerciale che, a differenza di altri equivalenti, ha un’apprezzabile rapacità, cioè una capacità reale di acchiappare gli spettatori (esce adeguatamente a San Valentino!), cavalcare il gusto medio, rassicurare e al tempo stesso intrattenere con qualcosa di originale che poi davvero originale non è (il segreto di qualsiasi film con aspirazioni di incasso). Ed è una gioia commerciale perché, invece di arrivare al suo obiettivo puntando sulla parte peggiore del pubblico, lo fa con un po’ di stile e una certa grazia, puntando semmai su quella leggera.
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Fonte : Wired