Emoji del cuore, ormai non vuol dire più niente

Poco dopo il suo arrivo nel 2023, la direttrice editoriale globale di Wired mi ha inviato un messaggio su Slack, a cui ho risposto per sbaglio con un’emoji del cuore. Esatto: ho risposto a un messaggio della mia nuova, serissima capa con un cuoricino. La cosa mi perseguita ancora oggi. Non ricordo nemmeno cosa dicesse il messaggio. Quando mi sono reso conto dell’errore, diverse ore dopo il fatto, sono andato nel panico. Dovevo rimuovere l’emoji? Scherzarci su? Licenziarmi? Alla fine ho sostituito il cuore con un 👍 dopo l’orario di lavoro, pregando che non si accorgesse di nulla.

Emoji del cuore dappertutto

Il motivo del mio errore è che ❤️ era diventata la mia riposta standard su Slack, che visualizza le tre emoji più utilizzate dall’utente quando si passa sopra un commento. In altre parole, l’incidente rientrava in un problema più grande: usavo continuamente il cuoricino per rispondere ai miei colleghi. E più ci pensavo, più mi rendevo conto che lo facevo ovunque, e non solo su Slack. Dai messaggi privati alle chat di gruppo: ovunque potessi, reagivo con un ❤️.

Non ero il solo. Un reporter di guerra, che si trovava letteralmente in prima linea in Ucraina, ha risposto con un cuore al messaggio in cui scrivevo che gli avrei fatto sapere per una proposta su un articolo. La principale chat di gruppo che ho con i miei amici è inondata da messaggi cuorati. Ovviamente, io e mia moglie usiamo costantemente l’emoji quando messaggiamo, tanto che non farlo è diventato un modo discreto per segnalare che uno dei due è molto occupato oppure irritato. È palese che ormai sia diventata uno dei nostri modi di default per comunicare in maniera discreta. La domanda è: comunicare cosa? Questa emoji sembra cambiare significato a seconda del contesto, al punto di non averne più uno fisso (tranne quando la si usa nel modo sbagliato).

L’importanza del contesto

Come spiega a Wired US Neil Cohn, scienziato cognitivo che si occupa di comunicazione visiva e insegna all’Università di Tilburg nei Paesi Bassi, è essenziale capire il contesto e, quindi il significato, dell’emoji del cuore prima di usarla. “Altrimenti ci si mette nei guai inviando alla persona sbagliata un cuore rosso invece di uno bianco – dice Cohn –. È diventato un problema serio, considerando che ci sono addirittura cause incentrate sull’ipotesi che l’invio di un’emoji ai colleghi costituisca una molestia sessuale“.

Il simbolo del cuore esiste da centinaia di anni ed è cambiato nel tempo. “Una teoria importante sostiene che nell’antichità il seme del silfio, proveniente dall’Africa, avesse la forma di un cuore e fosse usato come afrodisiaco – continua Cohn –. Quindi era associato al sesso e solo più tardi, attraverso i cristiani, è stato messo in relazione all’amore“.

Fonte : Wired