Scarlett Johannson ha condannato il video deepfake in cui risponde alla svastica di Kanye West

Scarlett Johansson ha condannato pubblicamente l’uso inappropriato dell’intelligenza artificiale dopo la diffusione di un video deepfake in cui l’attrice, insieme ad altre celebrità di origine ebraica, indossa una t-shirt che risponde alle recenti azioni antisemite di Kanye West.

Il video contestato da Scarlett Johansson

Il video generato dall’IA – con una tecnica che richiede una competenza avanzata rispetto a quella necessaria per usare ChatGpt, Copilot o Gemini – mostra diversi attori, registi e anche imprenditori – come Mark Zuckerberg e il CEO di OpenAI, Sam Altman – con una maglietta bianca su cui l’intelligenza artificiale ha “stampato” un dito medio, una Stella di David e la scritta “Kanye”.

Il filmato si conclude con un’animazione dell’attore Adam Sandler – anche questa generata dall’IA – che mostra il dito medio prima che compaia la scritta “Enough is Enough“, “Quando è troppo è troppo”, e un invito a “Unirsi alla lotta contro l’antisemitismo“.

L’invito a regolamentare l’uso dell’IA

Scarlett Johansson ha denunciato l’uso non autorizzato della sua immagine con un comunicato diffuso attraverso la rivista People: “Sono una donna ebrea e non tollero alcuna forma di antisemitismo o incitamento all’odio – ha detto l’attrice -. Ma credo anche fermamente che il pericolo rappresentato dall’AI nel moltiplicare l’odio sia una minaccia ben più grande di qualsiasi individuo che si assuma la responsabilità delle proprie azioni”.

“Dobbiamo denunciare l’uso improprio dell’intelligenza artificiale, indipendentemente dal suo messaggio, altrimenti rischiamo di perdere il contatto con la realtà” ha affermato l’attrice chiedendo al governo un intervento immediato per regolamentare l’intelligenza artificiale.

“Esiste un vuoto normativo enorme su questa tecnologia, e dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi,” ha dichiarato Johansson.

Il vuoto normativo amplificato da Trump

Il presidente Donald Trump, non appena è entrato alla Casa Bianca, ha fatto l’opposto. Il 23 gennaio scorso Trump ha annullato l’ordine esecutivo dell’ex presidente Joe Biden, intitolato “Sviluppo e utilizzo sicuro, affidabile e responsabile dell’intelligenza artificiale“, che mirava a creare un quadro normativo completo per lo sviluppo e la gestione dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti.

Una delle disposizioni chiave dell’ordine esecutivo di Biden riguardava proprio la proliferazione dei deepfake, quei video generati dall’IA in cui le persone fanno e dicono cose che nella realtà non hanno mai fatto, né detto.

Il video che ha causato l’indignazione di Scarlett Johansson è stato creato da un esperto di marketing, Ori Bejerano, che si definisce anche un “AI Artist”.

Il deepfake e la svastica di Kanye West

La clip si ispira a una recente controversia legata al rapper Kanye West, ora noto come Ye, che ha messo in vendita sul suo sito ufficiale delle magliette con una svastica e ha rilasciato diverse dichiarazioni antisemite sui social media.

A seguito delle polemiche suscitate da questa operazione, anche da parte della Anti-Defamation League, Shopify ha rimosso il suo store online per violazione dei termini di servizio.

Scarlett Johansson e l’IA: un rapporto complicato

A maggio 2024 Johansson ha accusato pubblicamente OpenAI di aver utilizzato una voce virtuale per ChatGpt che somigliava in modo sorprendente alla sua, e che ricordava in particolare il tono utilizzato da Johansson nel film “Her” del 2013, in cui doppia un’intelligenza artificiale chiamata Samantha.

Johansson ha rivelato che il CEO di OpenAI, Sam Altman, l’aveva contattata per chiederle di prestare la sua voce al progetto.

Nonostante il rifiuto dell’attrice, OpenAI ha comunque lanciato una voce chiamata “Sky” che molti hanno trovato straordinariamente simile alla sua.

Di fronte alla crescente ondata di critiche, OpenAI ha deciso di sospendere l’uso della voce di Sky e ha diffuso un comunicato in cui si afferma che la somiglianza con Johansson non era intenzionale e che la voce utilizzata dall’azienda era stata registrata, in realtà, da un’altra attrice professionista.

Fonte : Repubblica