Alzheimer, il digiuno intermittente può rallentare la progressione della malattia

Numerosi studi hanno dimostrato che il digiuno intermittente ha effetti benefici sulla saluteche non dipendono solo dalla perdita di peso, ma anche dal fatto che risveglia risorse cellulari che aumentano la resistenza allo stress e sopprimono l’infiammazione. Una nuova ricerca, condotta dai ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università della California di San Diego, ha ora scoperto che questo schema dietetico potrebbe anche aiutare a rallentare o addirittura invertire i sintomi dell’Alzheimer. Secondo i ricercatori, mangiare in una finestra temporale di 10 ore ogni giorno può migliorare la memoria e ridurre l’accumulo di proteine amiloidi, un segno distintivo della malattia.

“L’alimentazione a orari prestabiliti – ha affermato la neuroscienziata Paula Desplats che ha condotto lo studio – è una strategia che le persone possono integrare facilmente e immediatamente nella loro vita”.I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism.

Il legame tra Alzheimer e ritmo circadiano

Il ritmo circadiano è un orologio biologico interno che regola 24 ore su 24 i processi fisiologici, tra cui il sonno, la temperatura corporea, il metabolismo e il rilascio di ormoni. I ricercatori hanno osservato che circa l’80 per cento delle persone affette da Alzheimer (AD) presenta alterazioni del ritmo circadiano, tra cui difficoltà a dormire e un peggioramento delle funzioni cognitive durante la notte. “Molti pazienti affetti da AD – hanno affermato i ricercatori – si svegliano a orari strani durante la notte e appaiono attivi mentre sono in uno stato di confusione. Questa interruzione del ciclo del sonno è una delle ragioni principali per cui molti di loro necessitano di cure domiciliari”.

“Abbiamo ipotizzato – ha affermato Desplats – che queste alterazioni circadiane osservate nelle persone affette da Alzheimer fossero il risultato di una neurodegenerazione, ma potrebbe essere il contrario. L’alterazione circadiana potrebbe essere una delle cause principali della patologia di Alzheimer”. 

Lo studio

Per indagare il legame tra Alzheimer e ritmo circadiano, i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di topi geneticamente modificati per sviluppare l’Alzheimer, a diversi schemi alimentari. I topi mostravano segni di scarsa memoria, iperattività notturna e avevano sviluppato depositi di proteine amiloidi nel cervello. 

Mentre ai roditori del gruppo di controllo hanno fornito cibo a orari regolari, a quelli del gruppo sperimentale hanno lo hanno fornito in una finestra temporale di sei ore ogni giorno. L’esperimento è durato tre mesi.

Il digiuno intermittente migliora la memoria e riduce gli accumuli di amiloide

Alla fine, i risultati hanno mostrato che i topi costretti a digiunare per 18 ore al giorno presentavano cambiamenti in decine di geni associati all’Alzheimer. I roditori hanno ottenuto risultati migliori nei test cognitivi, hanno dormito meglio e mostrato un ritmo circadiano migliorato. Inoltre, gli scienziati hanno osservato una frammentazione delle placche amiloidi preesistenti e una rallentamento nel loro accumulo. I risultati, in conclusione, suggeriscono che il digiuno intermittente è in grado di rallentare la formazione di placche amiloidi nel cervello, e quindi la progressione della malattia, attraverso la regolazione del ritmo circadiano.

Come funziona il digiuno intermittente

Il digiuno intermittente è uno schema dietetico basato su periodi di restrizione calorica alternati a periodi di normale assunzione di cibo, su base ricorrente. Il digiuno circadiano è un tipo di digiuno intermittente che prevede che una persona mangi nella prima parte della giornata (idealmente in una finestra temporale di 10 ore, ad esempio dalle 8 alle 18) digiunando per il resto delle ore. 

È noto che gli orologi circadiani alterati influenzino il ritmo del sonno, la temperatura corporea, i livelli ormonali e la digestione. Questo studio ha dimostrato che allineare il programma alimentare al ritmo circadiano naturale del corpo può riportare l’equilibrio nell’orologio biologico e regolare le funzioni cerebrali. “Allineando l’assunzione di cibo al ciclo luce-buio – ha spiegato Desplats -, il digiuno intermittente sincronizza efficacemente gli orologi circadiani periferici con l’orologio principale. Oltre a contribuire a migliorare il ritmo circadiano, questo tipo di digiuno può anche abbassare la pressione sanguigna, i livelli di insulina a digiuno e i livelli di glucosio a digiuno, aiutando a sua volta i pazienti diabetici”. 

Fonte : Today