Pierina Paganelli, test della Cam3: “Immagini sovrapponibili con Dassilva”. La difesa: “Soluzione non immediata”

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Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini

Le primissime conclusioni – ancora informali – dell’esperimento svolto ieri in via del Ciclamino a Rimini nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli: le immagini sarebbero sovrapponibili con quelle dell’unico indagato, Louis Dassilva. L’avvocato: “La soluzione non è immediata”.

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Arrivano le prime indiscrezioni sull’incidente probatorio svoltosi ieri a Rimini nell’ambito delle indagini sulla morte di Pierina Paganelli, l’anziana uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage del comprensorio di via del Ciclamino, dove la vittima viveva.

Il test avrebbe confermato le tesi della Procura. In altre parole, le immagini dell’uomo che la sera dell’omicidio di Pierina viene inquadrato da una telecamera di sicurezza di una farmacia – la famosa Cam3 -, sarebbero sovrapponibili con quelle dell’unico indagato, il 34enne Louis Dassilva, vicino di casa della vittima oltre che ex amante della nuora di quest’ultima, Manuela Bianchi.

Pierina Paganelli

Pierina Paganelli

Secondo quanto si apprende, come riporta Il Resto del Carlino, sono queste le primissime conclusioni – per altro ancora informali – dell’esperimento svolto in via del Ciclamino, a cui ha partecipato non solo Dassilva ma anche un altro vicino di casa di Pierina Paganelli, Emanuele Neri, al fine di capire chi dei due sia stato ripreso dalla telecamera della farmacia che, secondo la Procura, quella notte avrebbe immortalato l’assassino dell’anziana.

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A pesare in tal senso sarebbe la differenza di corporatura, di andatura, ma anche quella del colore della pelle. Per le conclusioni ufficiali bisognerà attendere l’udienza del 28 aprile quando sarà depositata la relazione finale su cui vi sarà la discussione tra le parti.

“Attendiamo l’elaborato peritale che dovrà rispondere se è possibile fare comparazioni, e in caso positivo se queste comparazioni impattano con indagato o con il vicino di casa. I periti hanno richiesto 60 giorni, la soluzione quindi non è immediata“, è stato il commento degli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, difensori di Luis Dassilva. “Tanto grande – proseguono gli avvocati – è la mole di dati da lavorare. Chiunque, pensando di guardare attraverso una vetrata un monitor a 5 metri di distanza, ritiene di avere risolto un dubbio che da mesi è oggetto di attente verifiche, sicuramente approccia in maniera inadeguata questo esperimento giudiziale”.

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Fonte : Fanpage