Peccato che l’accesso sia un miraggio. Fowler aveva ragione: i creatori di contenuti vendono legami. Ma non è sempre chiaro quanto siano autentici. Nell’era dei social media, l’accesso è diventato una fantasia. I molti modi in cui entriamo in contatto, comunichiamo e ci incontriamo oggi puzzano di artificialità.
ChatGPT vuole imporre il linguaggio. Le applicazioni di intelligenza artificiale generativa non si fanno problemi a deformare le immagini che ci rendono umani e reali, sfruttando la nostra etnia, il nostro genere o la nostra sessualità (e a volte tutte e tre le cose insieme). La disinformazione fluttua da una piattaforma all’altra avvelenandoci con le fake news. Le app di incontri sono diventate il posto in cui le persone cercano amore e relazioni, e anche in questo caso il settore ormai punta forte sull’intelligenza artificiale. Servizi come Rizz, Grindr ed Elate offrono funzioni AI che aiutano i single a gestire gli imbarazzanti scambi di messaggi tipici delle prime fasi di una conoscenza.
Da un certo punto di vista poi OnlyFans è stato smascherato. Molti creator ricorrono a lavoratori malpagati per comunicare con i follower affamati di connessioni, che a loro volta rischiano di essere rimpiazzati dall’AI. I media artificiali sono in aumento, in tutti i sensi.
L’AI e la ricerca di autenticità
Qualcuno potrebbe dire che stiamo perdendo quella che il filosofo tedesco Walter Benjamin chiamava “aura“. Nel suo libro del 1935 L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Benjamin esprimeva il timore che la fotografia e il cinema – all’epoca nuove tecnologie utilizzate per produrre in massa arte – riducessero il valore più che aumentarlo. In un mondo in cui si moltiplicano gli inganni, l’aura è l’essenza, la realtà. Le imitazioni non sono sufficienti.
C’è chi ritiene che l’intelligenza artificiale funzioni nello stesso modo. Altri avvertono che senza un’adeguata regolamentazione l’AI cancellerà l’anima dell’umanità. La tecnologia sta trasformando le fondamenta delle nostre connessioni, ristrutturando il come, il chi e il cosa della comunicazione digitale. La missione di Google Gemini è quella di “potenziare le vostre idee“, qualunque cosa significhi. Queste evoluzioni sono destinate a eliminare l’errore umano. Promettono di renderci più intelligenti, più produttivi e più curiosi. Ma è ancora troppo presto per dire se l’intelligenza artificiale stia prendendo più di quanto offra.
Fonte : Wired