Se a parlare è il tuo avatar digitale il dialogo con e genitori è più facile. Lo ha mostrato Lenovo che, in occasione del safer internet day, la giornata per l’uso sicuro della Rete, ha ideato un esperimento basato appunto su avatar 3D basati sull’intelligenza artificiale. Due storie di giovani con difficoltà di comunicazione con i familiari a causa della loro vita online, un problema fortemente sentito dalla Generazione Z, come dimostrano ormai decine di sondaggi e ricerche scientifiche.Il rislutato è stato che, dietro il “paravento digitale” rappresentato dagli avatar, ragazze e ragazzi sono riusciti ad “aprirsi” con genitori e parenti, a sostenere conversazioni significative sul loro disagio che faccia a faccia sarebbero state difficili se non impossibili. Da qui è nata la campagna di Lenovo, presentata in occasione del Safer Internet Day che prende il titolo di “Meet Your Digital Self”, nell’ambito del progetto Work For Humankind. Una campagna che ha l’obiettivo di sensibilizzare all’uso consapevole del digitale, supportando gli esperti della salute mentale ad affrontare l’aumento dei disturbi nei giovani.
Secondo un’indagine Doxa, infatti, in Italia quasi 1 giovane su 2 (45%) tra i 18 e i 28 anni dichiara di percepire almeno ogni tanto una disconnessione tra la vita online e quella offline, e a causa di questa disconnessione prova solitudine, frustrazione e ansia. Tra gli intervistati della Gen Z più di un terzo (38%) ritiene sia più facile esprimersi online piuttosto che offline, mentre il 75% vorrebbe poter avere conversazioni delicate e profonde con la famiglia e i propri cari nella vita reale.
Secondo Cristina Rigon, presidente di Telefono Amico Italia, “È fondamentale che i giovani non nascondano o addirittura reprimano le proprie emozioni e che non abbiamo paura di chiedere aiuto per affrontarle”.
Tornando alla ricerca, infatti, in Italia quasi la metà (49%) degli intervistati della Generazione Z afferma che parlare con un professionista qualificato darebbe loro la fiducia necessaria per parlare più apertamente con le persone che amano nel mondo reale.
Ed è per questo che Lenovo ha stretto partnership con diverse organizzazioni internazionali e, in Italia, Telefono Amico, che prevede un servizio telefonico e di messaggistica di testo gratuito, confidenziale, disponibile 7 giorni su 7 per i giovani che ne hanno bisogno.
“La tecnologia, se utilizzata in maniera responsabile, può giocare un ruolo cruciale nel supportare le persone, specialmente i giovani, che soffrono di solitudine o vivono momenti di disorientamento e disagio. Il semplice fatto di sentirsi ascoltato può fare una differenza significativa nella vita di chi si sente isolato”, ha detto Rigon.
“Attraverso questo progetto, Lenovo mira a fornire strumenti educativi e di supporto per aiutare a navigare nel mondo digitale in modo sicuro e consapevole. È solo attraverso un impegno collettivo e informato che possiamo costruire un futuro in cui la tecnologia sia al servizio del nostro benessere” ha concluso Pietro Parodi, PR & Communication Leader di Lenovo in Italia.
Per contribuire alla conversazione aperta sulle sfide alla salute mentale che vivono i giovani, Lenovo ha promosso anche il podcast “Tentativi di connessione”, realizzato in collaborazione con Sofia Viscardi, youtuber e scrittrice italiana. Quattro episodi (il primo disponibile dal 18 febbraio sulle principali piattaforme) che raccontano come le nuove generazioni vivono il rapporto tra vita online e offline, e le ripercussioni di un utilizzo inconsapevole del digitale sulla salute mentale.
Fonte : Repubblica