Poche ore prima che il Festival prendesse il via, la scrittrice e attivista Flavia Carlini ha scritto in una story di Instagram a proposito dei conduttori di Sanremo: “Hanno aperto il reparto geriatria. Ma sono fiduciosa che quando noi giovani saremo vecchi ci daranno finalmente le opportunità che dovremmo avere”. Nella foto condivisa da Carlini – 389mila follower su Instagram e 285mila su TikTok – si vedono Gerry Scotti, Antonella Clerici e Carlo Conti che hanno rispettivamente 68 anni, 61 anni e 63 anni. Tutti e tre nella fase “venerato maestro” delle loro carriere. Si tratta di una delle tre fasi in cui secondo lo scrittore Alberto Arbasino si articolorebbe la vita di ciascuno e ciascuna di noi: giovane promessa, appunto, solito stronzo e venerato maestro. La story di Carlini è stata condivisa da Selvaggia Lucarelli e da lì ha fatto il giro dei social: quasi tutte le persone hanno dato ragione a Lucarelli che difendeva i tre conduttori. Eppure, sebbene il ragionamento non è del tutto condivisibile data la comprovata bravura dei tre, il commento di Flavia Carlini ha una sua fondatezza.
Non è un paese per giovani
Secondo l’Istat la crisi della natalità in Italia non accenna a fermarsi: “con appena 379mila bambini venuti al mondo, il 2023 mette in luce l’ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Un processo, quello della denatalità, che dal 2008 (577mila nascite) non ha conosciuto soste”. Nel report si legge che al 1 gennaio 2024 la popolazione residente presenta un’età media di 46,6 anni, in crescita di due punti decimali (circa tre mesi) rispetto al 1° gennaio 2023. La popolazione ultrasessantacinquenne, che nel suo insieme a inizio 2024 conta 14 milioni 358mila individui, costituisce il 24,3% della popolazione totale, contro il 24% dell’anno precedente. Aumenta inolte il numero di ultraottantenni, i cosiddetti grandi anziani: con 4 milioni 554mila individui, quasi 50mila in più rispetto a 12 mesi prima, questo contingente ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni di età (4 milioni 441mila individui).
Tradotto: le persone cosiddette anziane sono in aumento al fronte di un calo costante delle persone giovani. Una situazione che, con questo andamento, rischia di creare una situazione drammatica dato che nei prossimi anni ci saranno sempre meno persone in età da lavoro e sempre più persone anziane che necessiteranno di pensioni e welfare.
Cosa c’entra tutto questo con Sanremo? Il Festival della canzone italiana viene definito “lo specchio del paese”, ma a ben guardare questa definizione apparentemente semplicistica ha un fondo di verità dato che un evento che parla a un pubblico su larga scala, deve per forza accontentare i gusti sì di tutti, ma in particolare della popolazione più numerosa. E in questo momento, in Italia, le persone giovani sono la minoranza. Non deve quindi sorprendere che il grande pubblico preferisca conduttori che li somiglino, volti familiari che magari li accompagnano da tutta la vita e a cui sono legati ricordi se non felici, quantomeno spensierati.
Generazione deejay
Sia Carlo Conti che Gerry Scotti sono nati come deejay. Scotti e Jovanotti, entrambi mattatori della prima serata di Sanremo, erano tra i volti di punta di DeeJay Television, il programma andato in onda dal 1983 al 1990 che ha lanciato anche Fiorello, Amdeus e Leonardo Pieraccioni. Ideato da Claudio Cecchetto, DeeJay Television andava in onda su Italia 1, il canale che in quegli anni attirava un pubblico di allora giovanissimi che oggi ha tra i cinquanta e i sessant’anni, quindi sono tutti e tutti coetanei e coetanee (o quasi) dei tre conduttori del Festival.
Non stupisce dunque che quella generazione voglia vedere volti noti, di cui si fida e con cui è cresciuta. Carlo Conti e Gerry Scotti fanno parte di quel gruppo nato con le radio, cresciuto in televisione e che ha soppiantato i vari Mike Bongiorno e Pippo Baudo quando per loro è arrivato il momento del ritiro più o meno forzato. Oggi è il loro momento non tanto e non solo per uno scatto di anzianità, ma per comprovata esperienza sul campo e per l’affetto che il pubblico riserva loro. Entrambi chiamati alla prova del 9 (sostituire Amadeus), Carlo Conti e soprattutto Gerry Scotti hanno dimostrato di meritare il palco dell’Ariston. Tutt’altro percorso quello di Antonella Clerici, approdata in Rai come giornalista sportiva e diventata volto familiare e amatissimo soprattutto dal pubblico femminile. A differenza di molte altre, Antonella Clerici non ha mai accettato di stare un passo indietro e ancora una volta, con la sua tagliente ironia, ha fatto presente che lei “non sa di sugo”. Casomai di pesto.
Dove sono le nuove leve
Sembra arrivato finalmente il momento di Alessandro Cattelan, eterna giovane promessa, l’unico “sopravvissuto” di quella MTV generation avrebbe dovuto seguire le orme della generazione DeeJay Television. Chi c’è oltre Cattelan? Gabriele Corsi, naturalmente, oltre a Stefano De Martino, lanciatissimo conduttore e mattatore in tv, a teatro e sui social. Chi sostiuirà la generazione di Scotti e Conti? Non si può certo credere che Cattelan da solo possa portare il peso del palinsesto dei canali Rai o che si possa affidare tutto il palinsesto a Stefano De Martino. A ben guardare la rete pullula di talenti come Mattia Stanga, Pierluca Mariti e i nomi affermati della stand up comedy come Michela Giraud, la più nazional popolare di quel gruppo ma di certo non l’unico talento comico, basti pensare a Francesco De Carlo, Saverio Raimondo e molti altri. Una dirigenza lungimirante inizierebbe fin da subito a testare l’efficacia di questi talenti sul piccolo schermo, peccato che manchi quasi del tutto la seconda serata – vera palestra dei volti nuovi – e che millenial e Gen Z preferiscano le piattaforme e gli smartphone. Tranne, appunto, durante Sanremo. Sarebbe rischioso, non c’è dubbio, ma investire sul futuro è sempre la scelta migliore. Lo sanno bene Conti e Amadeus che hanno intuito che il dialogo intergenerazionale sul palco è la strada giusta per vincere la sfida dell’Auditel.
Fonte : Today