Dhaka, scontri alla Fiera del libro: islamisti contro le opere della scrittrice femminista

Taslima Nasrin, medico e attivista, vive in esilio dal 1994 dopo aver ricevuto minacce di morte da parte di gruppi fondamentalisti. Il capo di governo provvisorio Muhammad Yunus ha denunciato l’accaduto chiedendo alla polizia di rafforzare le misure di sicurezza. Nei giorni precedenti all’apertura dell’evento era montata la tensione anche sui social network.

Dhaka (AsiaNews) – Un violento scontro è scoppiato alla Fiera del Libro Amar Ekushey di Dhaka, quando alcuni gruppi islamisti hanno attaccato una bancarella che esponeva i libri di Taslima Nasrin, scrittrice bengalese in esilio, nota per le sue posizioni laiche e femministe. L’incidente ha costretto la polizia a chiudere la bancarella della libreria “Sabyasachi” a Suhrawardy Udyan, evidenziando ancora una volta le crescenti tensioni tra libertà di espressione ed estremismo religioso in Bangladesh.

Alcuni video diffusi sui social media mostrano la folla assaltare la bancarella, spegnere le luci e chiedere la rimozione dei libri di Nasrin, accusati di “promuovere l’ateismo”. La polizia è intervenuta trattenendo lo scrittore Shatabdi Bhav, presente sul posto, e ha coperto la bancarella con un telone per prevenire ulteriori disordini. Nel caos, alcuni manifestanti hanno minacciato di distruggere lo stand, mentre Muhammad Arif, uno spettatore, ha trasmesso in diretta su Facebook la scena, documentando gli atti di vandalismo e gli slogan ostili che sono stati pronunciati.

Ieri il capo di governo provvisorio Muhammad Yunus, ha condannato l’attacco, avvenuto lunedì sera, affermanod che “mostra disprezzo sia per i diritti dei cittadini del Bangladesh sia per le leggi del nostro Paese. Tale violenza tradisce lo spirito aperto di questo grande appuntamento culturale del Bangladesh, che commemora i martiri della lingua che persero la vita il 21 febbraio 1952 in difesa della loro lingua madre”, ha riferito il portavoce Shafiqul Alam. La polizia ha ricevuto l’ordine di rafforzare la sicurezza nella fiera e di assicurarsi che non si verifichino incidenti spiacevoli, continua la nota.

Taslima Nasrin, medica e attivista, vive in esilio dal 1994 dopo aver ricevuto minacce di morte da gruppi islamisti a causa delle sue critiche al fondamentalismo religioso e alla condizione femminile in Bangladesh. I suoi libri sono stati banditi nel Paese, ma la libreria “Sabyasachi”, gestita da Sanjana Mehrin, moglie di Shatabdi Bhav, ha continuato a venderli alla fiera. Quest’anno, però, la pubblicazione del nuovo libro “Kiss” ha scatenato una reazione senza precedenti, alimentata da una campagna d’odio sui social media.

A partire da domenica, una serie di post virali ha incitato alla rimozione della bancarella, sostenendo che “diffonde l’ateismo”, creando un clima di tensione. L’ispettore Asaduzzaman, della stazione di polizia di Shahbagh, ha confermato la temporanea detenzione di Bhav, senza però fornire ulteriori dettagli.

Sanjana Mehrin ha denunciato di aver ricevuto pressioni dalle autorità per rimuovere i libri di Nasrin già prima dell’attacco. “Ci siamo conformati, ma sono venuti lo stesso. Questa fiera ora sembra dominata dai militanti”, ha dichiarato ai giornalisti, visibilmente provata. La libraia teme ora per la sicurezza della sua famiglia: “Le minacce sono incessanti, temo per i miei figli”, ha aggiunto, sottolineando che sempre più visitatori evitano la fiera per paura dell’influenza islamista.

L’episodio riflette il crescente potere dei gruppi integralisti in Bangladesh, sempre più attivi nel colpire eventi culturali e intellettuali. Sebbene il governo promuova la Fiera del Libro Ekushey – che durerà fino al 28 febbraio – come celebrazione del patrimonio letterario bengalese, l’evento di quest’anno è stato segnato da un’escalation di censure e pressioni politiche.

Nonostante le difficoltà, Sanjana si rifiuta di piegarsi: “Credo nella gente di questo Paese”, ha dichiarato, annunciando l’imminente pubblicazione del secondo libro di Taslima Nasrin, “Torn pages”. “Come possono le menti delle persone essere libere se non sono esposte alle idee dei liberi pensatori?”, ha chiesto.

Parallelamente, la tensione alla fiera è aumentata dopo un’iniziativa del Movimento studentesco contro la discriminazione (il gruppo che ha guidato le proteste contro l’ex premier Sheikh Hasina costringendola alle dimissioni e alla fuga in India) che ha installato una pattumiera con l’immagine di Hasina, definita “Pilastro dell’odio”. Il primo giorno della fiera, Shafiqul Alam, addetto stampa del consigliere capo, ha pubblicato un post su Facebook in cui gettava sporcizia nel cestino, salvo poi rimuoverlo in seguito alle polemiche.

Fonte : Asia