Per la festa del dio Murugan, simbolo della vittoria del bene sul male, i fedeli digiunano da cibo e bevande. Fra le pratiche, quella di pungersi con uncini e punte di metallo. Nei 40 giorni di preparazione, i devoti fanno il bagno “solo con acqua fredda, dormono per terra, pregano, cantano mantra e inni e si dedicano alla lettura spirituale”.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – “Nel giorno del Thaipusam, i devoti digiunano da cibo e bevande e si astengono dal cercare i piaceri. Offrono anche preghiere e sacrifici nei 40 giorni che precedono la festa vera e propria” per “purificarsi”. È quanto racconta ad AsiaNews R Elangovan, devoto indù, in occasione del festival che si celebra ogni anno in Malaysia, il più importante di tutto il Sud-est asiatico, con oltre 1,5 milioni di persone anche solo all’evento che si tiene nel tempio Batu Caves di Kuala Lumpur. “Per tutta la giornata i devoti – prosegue – osservano una rigorosa dieta vegetariana, si astengono dal fumare e dal consumare alcolici, mentre i devoti maschi non si radono e non tagliano i capelli”. E nei 40 giorni di preparazione, i devoti “faranno il bagno solo con acqua fredda, dormono per terra, pregano, cantano mantra e inni e si dedicano alla lettura spirituale”.
La festa annuale indù di Thaipusam si celebra il primo giorno di luna piena del mese tamil di Thai, che coincide con l’apparizione della stella Pusam, dalla cui unione deriva il proprio nome. Secondo la leggenda, in questo giorno la dea Parvati ha consegnato la lancia sacra a suo figlio, Murugan, che egli brandisce contro il demone Surapadman, per poi sconfiggerlo, emblema della vittoria del bene sul male. Durante il Thaipusam i fedeli si sottopongono a “punizioni” corporali al fine di attirare l’attenzione del dio e chiedere favori in cambio, oltre a cercare di migliorare la vita e affinare gli “strumenti” di vittoria per abbracciare il successo nel regno materiale, emotivo e spirituale.
Il giorno del Thaipusam i templi indù di tutta la Malaysia si trasformano in un’epifania di suoni e di immagini spettacolari. I colori del festival prendono vita, i tamburi e i clarinetti indiani danno vita a rituali altrettanto affascinanti, come la danza in stato di trance dei devoti con la pelle, la lingua e le guance trafitte da piccoli uncini chiamati “vel”, che ricordano la lancia sacra della divinità Murugan. I fedeli portano anche pentole di latte sulla testa durante le processioni, così come utensili di legno o acciaio chiamati “kavadi”, atto cerimoniale del portare un peso fisico sulla testa e sulle spalle in espiazione dei peccati o per adempiere ai voti fatti a Murugan l’anno precedente.
Sebbene ogni tempio indù del Paese festeggi il Thaipusam, i luoghi principali in cui viene celebrato sono il tempio Sri Subramaniam Swamy di Kuala Lumpur e il tempio a Penang di Arulmigu Balathandayuthapani. Entrambi i templi sono situati su una collina, mentre quello di Kuala Lumpur è noto come “Batu Caves”, essendo un tempio rupestre. La sua lunga storia può essere fatta risalire al XVIII secolo, quando il commerciante e filantropo tamil K. Thamboosamy Pillay promuove il complesso di grotte come luogo di culto per gli indù.
Alla fine il tempio viene dedicato alla divinità Lord Murugan ed è completato nel 1891, mentre le celebrazioni annuali prendono del Thaipusam iniziano l’anno successivo, nel 1892. Il tempio nella grotta di Kuala Lumpur diventa nei decenni iconico sinonimo di celebrazione del Thaipusam tra la diaspora indiana globale e oggi è ricordato ovunque vi sia una significativa comunità tamil. Questo include paesi come l’India, lo Sri Lanka, la Malaysia, Singapore, le Mauritius, le Fiji, alcune isole caraibiche e, in piccola parte, gli Stati Uniti.
Fonte : Asia