Martedì 11 febbraio 2025 si celebra, in contemporanea in tantissime nazioni di tutto il mondo, il Safer Internet Day (SID), ovvero la giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e voluta dalla Commissione Europea. Tra gli obiettivi principali relativi a questa giornata c’è quello di indurre a riflettere tutti, ma soprattutto i più giovani, non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet in quanto luogo positivo e sicuro. Nel corso degli anni, si legge sul sito della Commissione, “il Safer Internet Day (SID) è diventato un evento di riferimento nel calendario della sicurezza online”. La ricorrenza ha preso il via nel 2004 nell’ambito del primo piano d’azione per un’internet più sicura, in quanto iniziativa legata al progetto “SafeBorders” finanziato dall’Unione Europea. In seguito, è stato ripreso da Insafe, la rete di centri per un Internet più sicuro. Oggi, il Safer Internet Day è cresciuto e “viene celebrato in circa 200 paesi e territori in tutti i continenti e raggiunge milioni di persone in tutto il mondo”.
Il valore di Internet
Ogni anno il SID, prosegue la Commissione, “chiede l’intervento dei numerosi attori coinvolti nel fornire un ambiente digitale più sicuro e migliore per i giovani utenti, tra cui decisori a livello dell’UE, nazionale e internazionale, rappresentanti dell’industria, organizzazioni della società civile, educatori e genitori, oltre ai giovani stessi”. Internet, viene spiegato ancora, rappresenta “un potente strumento con enormi opportunità di apprendimento, miglioramento delle competenze e acquisizione di nuove abilità e conoscenze”. Ma va considerato che con le opportunità arrivano anche i rischi. E proprio per questo motivo SID “mira a sensibilizzare, ma anche ad adottare misure concrete per proteggere e responsabilizzare i bambini e i giovani online”.
Gli studenti italiani e l’IA
Un tema caldo in questo periodo è quello legato all’Intelligenza artificiale. In Italia, ad esempio, oltre 8 studenti su 10 la usano per “generare” contenuti ma pochi sanno come funziona e solo 1 su 3 conosce concetti come il deep learning e il machine learning. L’uso più frequente che se ne fa? La scrittura di testi e il supporto per le verifiche scolastiche mentre “privacy e riduzione del tempo speso online i temi su cui gli studenti vorrebbero essere formati”. A fotografare questo ambito ci ha pensato il Safer Internet Centre Italiano, coordinato dal ministero dell’Istruzione e del Merito, in un’indagine curata da Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma (CIRMPA) proprio in occasione del Safer Internet Day 2025. Ne è emerso che gli studenti che non hanno mai fatto uso dell’intelligenza artificiale sono ormai pochissimi. Tra quelli delle scuole secondarie, ad esempio, l’84% ha avuto già modo di fare esperienza con le IA generative per creare contenuti di vario genere, anche in ambito didattico. Un dato in aumento del 50% rispetto a dodici mesi fa. Ma solamente poco più di un terzo dei ragazzi (35%) saprebbe spiegare come funzionano gli algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) e ancora meno (28%) cosa siano le reti neurali – il cosiddetto deep learning, che va a imitare le tecniche di elaborazione delle informazioni tipiche del cervello umano – ovvero il cuore e la mente delle moderne intelligenze artificiali.
Le password più sicure
Un tema strettamente connesso con la sicurezza sul web, che riguarda sia grandi sia più piccoli, è poi anche quello legato alle password. E allora, creare una password efficace e un account più sicuro? A rispondere a questa domanda ci pensa direttamente Google secondo cui una password “dovrebbe essere difficile da indovinare” e non deve contenere informazioni personali, tra cui la data di nascita ed il proprio numero di telefono. La password scelta può essere una combinazione qualsiasi di lettere, numeri e simboli (solo caratteri ASCII standard) ricordandosi che gli accenti e i caratteri accentati non sono supportati. Cosa non fare? Ad esempio, non utilizzare una password considerate dagli esperti particolarmente inefficaci, come “password123” oppure altre già utilizzate in passato per i propri account. Meglio evitare che ci sia uno spazio all’inizio o alla fine. Un suggerimento importante è quello di usare una password diversa per ogni account importante, ad esempio una per l’account e-mail e una per l’account di online banking. Secondo Google “utilizzare la stessa password per gli account importanti è rischioso”. Se, infatti, qualcuno “scopre la password di un account, potrebbe usarla anche per accedere alle e-mail o perfino al denaro” dell’utente. Ecco poi altri suggerimenti. “Le password lunghe sono più efficaci”, quindi è preferibile impostare una password di almeno 12 caratteri. Magari si può cercare di utilizzare, sottolinea Google, “il testo di una canzone o una poesia, una citazione significativa di un film o un discorso, un passaggio di un libro, una serie di parole significative per te o ancora un’abbreviazione”. E sarebbe anche preferibile evitare di scegliere password che possano essere intuite da persone che si conoscono o persone che guardano informazioni facilmente accessibili, come il proprio profilo sui social media, ad esempio.
Approfondimento
Safer Internet Day, tutti i pericoli della rete per i minori
Fonte : Sky Tg24