Squadra Fiore spiava Francesco Milleri, 66 anni (nella foto sopra), protagonista della scalata a Mediobanca, oltre che presidente di EssilorLuxottica e di Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio. La rete clandestina, composta da personale della presidenza del Consiglio e delle forze dell’ordine in servizio, entra così nel cosiddetto risiko bancario di queste settimane: si tratta della riorganizzazione degli equilibri del potere finanziario italiano dopo la morte di Silvio Berlusconi. Un patrimonio che vale centinaia di miliardi di risparmi dei cittadini, con i quali tra l’altro il governo finanzia il debito pubblico, attraverso la vendita alle banche di buoni del tesoro.
In esclusiva i documenti sull’attività segreta di Squadra Fiore
Pubblichiamo qui in esclusiva i documenti al centro delle indagini. Francesco Milleri, che ha potuto visionare alcune pagine del dossier di Squadra Fiore, risponde a Today.it che sono documenti “evidentemente falsi e non verificati” e che “il gruppo EssilorLuxottica e il suo amministratore delegato hanno dato mandato a un legale, al fine di tutelare sin d’ora la loro reputazione e perseguire ogni condotta diffamatoria”. L’amministratore delegato del gruppo è sempre Milleri, che con la multinazionale è ora parte offesa. (nella foto sotto, uno degli screenshot delle chat criptate di Squadra Fiore acquisito dalla Procura di Roma).
Come Today.it ha potuto apprendere, uno dei militari accusati di far parte di Squadra Fiore, nel momento in cui si sta occupando del dossier falso sul presidente di EssilorLuxottica e Delfin, è in servizio all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, organismo di intelligence informatica che dipende dalla Presidenza del consiglio. Altro dettaglio: durante una riunione della rete clandestina a Roma, il presunto capo sarebbe in contatto telefonico con il vertice dell’Aisi, il servizio segreto interno. La telefonata, in vivavoce, è stata registrata.
Il coinvolgimento di due agenzie della presidenza del Consiglio chiama in causa i poteri di controllo di Alfredo Mantovano, magistrato e sottosegretario della premier Giorgia Meloni che, come delegato alla sicurezza nazionale e alla direzione della nostra intelligence, ne è il primo responsabile politico dentro il governo.
Il procuratore Lo Voi sotto attacco dei servizi: mentre indaga sui servizi
L’inchiesta giudiziaria su Squadra Fiore è nelle mani del procuratore di Roma, Francesco Lo Voi: è lo stesso magistrato duramente attaccato in questi giorni proprio dal Dis, il dipartimento della Presidenza del consiglio che coordina i servizi segreti. Ma anche dalla premier Meloni e da Mantovano, che hanno addirittura chiesto la rimozione del procuratore di Roma. Se accadesse, sarebbe il colpo di spugna: Squadra Fiore – la cui esistenza è stata rivelata il 18 marzo 2024 da una nostra inchiesta giornalistica – ne uscirebbe indenne. Salvando così il sottobosco di spioni di Stato e presunti faccendieri, uno dei quali è legato da stretta parentela con l’autista di un famoso killer stragista della camorra. Come vedremo qui sotto.
Il dossier di Squadra Fiore su Francesco Milleri – che, lo ripetiamo, sia l’interessato sia il gruppo EssilorLuxottica definiscono falso – era probabilmente destinato a condizionare il mondo finanziario internazionale. Voleva infatti far credere che il presidente di Delfin e della multinazionale dell’occhiale avesse dato mandato, attraverso un’agenzia investigativa di Londra, di dossierare cento nomi di soci e importanti manager di EssilorLuxottica, tra i quali: Leonardo Maria Del Vecchio e altri esponenti della famiglia del fondatore, il vice di Milleri Paul du Saillant, Margot Bard, Romolo Bardin, Andrea Zappia e molti altri. Nella foto sotto, l’elenco di soci e manager di EssilorLuxottica contenuto nel falso report.
Va detto che il primo nell’elenco di personalità da spiare è proprio Francesco Milleri: se fosse vero, sarebbe un incredibile caso di autodossieraggio. I documenti, probabilmente fabbricati proprio da Squadra Fiore, sostengono inoltre che il mandato sarebbe partito da una società di Contern, in Lussemburgo, la Mf Holdings, di cui Milleri – sempre secondo questi dossier falsi – sarebbe il beneficiario in Svizzera attraverso un conto della Union Bancaire Privée di Ginevra. L’incarico, del valore di 400 mila sterline, sarebbe quindi stato affidato allo studio C&F Partners di Charles Carr a Londra che, a sua volta, avrebbe girato il mandato per 250 mila euro all’agenzia di intelligence privata francese Vigiliact di Samatan, vicino a Tolosa. Agenzie probabilmente all’oscuro di tutto. Nei presunti contratti, si parla di attività di “due diligence service” e “ricostruzione reputazionale”. E qui entra in scena Squadra Fiore.
I contatti tra Squadra Fiore e l’agenzia di Enrico Pazzali e Carmine Gallo
Il primo fatto vero è l’esistenza dei dossier falsi, di cui pubblichiamo le stesse immagini che Francesco Milleri ha potuto verificare. Today.it li aveva ricevuti durante la primavera del 2024. Proprio per la loro delicatezza, li avevamo formalmente consegnati al procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, che ha aperto un fascicolo iniziale contro ignoti. Dopo undici mesi di obbligo al segreto investigativo e il passaggio di mano in mano del faldone, dalla polizia di Stato al Ros dei carabinieri, dall’aggiunto Ielo al collega Stefano Pesci, riteniamo che il diritto-dovere di informare i lettori sia oggi prevalente.
Da Roma ora dobbiamo spostarci a Milano. Ed entrare nell’inchiesta sull’esponente del centrodestra berlusconiano, Enrico Pazzali, 64 anni, indagato, e sull’attività della sua agenzia di spionaggio Equalize, avviata con l’ex poliziotto Carmine Gallo, 66 anni, e Samuele Calamucci, 45 anni. Gallo e Calamucci sono agli arresti domiciliari da fine ottobre 2024 (nella foto sotto scattata dai carabinieri del Comando provinciale di Varese, da sinistra, Samuele Calamucci, Enrico Pazzali e Carmine Gallo mentre escono dalla sede di EssilorLuxottica a Milano).
L’agenzia Equalize, attraverso Calamucci, è in contatto proprio con Squadra Fiore. E nel 2023 riesce ad avvicinare uno dei consiglieri più fidati del giovane Leonardo Maria Del Vecchio, 30 anni, e dell’amministratore delle sue attività personali, Marco Talarico, 37 anni: in modo che “possa fungere da schermo e da scudo – scrivono i carabinieri del comando provinciale di Varese, che li stanno intercettando – ovvero che sia sacrificabile”.
Il contatto sacrificabile è un luogotenente in pensione del Ros dei carabinieri, anche lui indagato. È il 22 ottobre 2023, una domenica. Enrico Pazzali ancora non sa che la sua agenzia è sotto inchiesta. Quindi Calamucci e l’amico ex del Ros non immaginano di essere intercettati. E al telefono parlano di Squadra Fiore.
L’intercettazione che rivela la rete clandestina di carabinieri e finanzieri
“Per non farci portare in giro, noi dobbiamo confidare in Ciccio… Ma Ciccio cosa ha detto, che lunedì ti procurava il materiale?”, chiede l’ex luogotenente del Ros. “Quello si è già messo in moto stamattina… – risponde Calamucci – anche se poi ho capito, magari era già un po’ d’accordo con Rosario”. L’ex carabiniere del Ros riferisce dei timori di Leonardo Maria Del Vecchio, nell’ipotesi in cui Francesco Milleri sia d’accordo con i soci francesi per prendere in mano il gruppo EssilorLuxottica ed estromettere l’erede più giovane del fondatore. Ovviamente sono solo le sue parole.
“Lui ti ha detto che erano in zona lì?”, chiede a un certo punto l’ex luogotenente, tornando a parlare di Squadra Fiore. “Sì, mi ha detto che sono tutti su Roma. È un gruppo, dice un gruppo che lavora per le grandi aziende. Minchia sono solo carabinieri… i finanzieri con tutto rispetto”. “Guarda che il 50 per cento di questi sono operativi con gli americani”, lo mette in allarme l’amico (nella foto sotto, il presunto contratto di investigazioni contenuto nel dossier fabbricato da Squadra Fiore contro Francesco Milleri).
Poco dopo Calamucci riprende il discorso: “Ciccio mi chiama, io gli do qualche giorno ma tanto Ciccio mi chiama, non è uno scemo… Ciccio sa che genere di documenti riesco a recuperare, ok? Tant’è che alla fine noi potremmo, come dici te, lavorare per anche più persone o lavorare con le istituzioni in altro modo. Ma io essendo piccolo mi schiacciano… Mi fanno fare un grande lavoro, il grande caso, io recupero le informazioni. Quello poi è lo Stato stesso che mi immerda in qualche altro modo”.
Samuele Calamucci: “Ho ascoltato la telefonata con il vice capo dei servizi”
Ciccio e Rosario nominati così non dicono nulla. Ma dentro Equalize, evidentemente, sanno bene chi sono. E cosa fanno. Poche settimane dopo arriva una notizia che preoccupa l’agenzia di spionaggio del politico milanese. Un generale della guardia di finanza, mai identificato, secondo le conversazioni intercettate rivela a Pazzali che Equalize è sotto inchiesta. Solo Equalize. Non i fornitori di documenti dentro lo Stato: quelli che nelle chat criptate tra Calamucci e Ciccio vengono chiamati Gruppo Fiore o Squadra Fiore.
Forse Calamucci capisce che solo lui finirà schiacciato. Come prevedeva nella telefonata con l’amico. Attraverso un conoscente, a gennaio 2024 contatta Today.it. E nel giro di alcune settimane, affida tutta la sua storia, con i documenti che la dimostrano: compreso il dossier falso contro Francesco Milleri. Gli stessi documenti che, su richiesta dell’autorità giudiziaria dopo la nostra inchiesta giornalistica, Calamucci farà arrivare alla Procura di Roma. Forse per prepararsi una via d’uscita. Mancano ancora sei mesi al suo arresto (nella foto sotto, il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi).
Il funzionamento delle rete clandestina lo abbiamo già raccontato il 18 marzo e il 27 ottobre 2024. Ora possiamo dedicarci ai partecipanti. Uno sarebbe proprio Rosario, citato nella conversazione ascoltata dai carabinieri. Il collaboratore di Enrico Pazzali e Carmine Gallo dice a Today.it che gli è stato presentato con il nome di Rosario Bonomo, anche se è convinto che sia un nome falso. Sostiene poi che durante una riunione al ristorante Girarrosto fiorentino, in via Sicilia a Roma, Bonomo gli ha riferito di conoscere bene Carlo De Donno, ex colonnello del Ros dei carabinieri e vicedirettore dell’Aisi, da poco confermato da Giorgia Meloni. E per dimostrarlo, l’avrebbe chiamato in vivavoce davanti a lui. Tanto che Calamucci ha registrato di nascosto la telefonata.
Cosa faceva per Squadra Fiore il militare dell’intelligence della Difesa
Il braccio destro di Enrico Pazzali e Carmine Gallo non ha mai detto a Today.it che De Donno sia il comandante di Squadra Fiore. Il militare in questi giorni lo ha smentito, annunciando querele. Calamucci ha parlato soltanto della telefonata registrata. E una telefonata, pur nella singolarità del contatto, non costituisce reato. Se esiste ancora, ora non sarà difficile per la Procura di Roma riconoscere le voci.
Il secondo membro di Squadra Fiore, in ordine di importanza in questa storia, è Ciccio. Calamucci con Today.it sostiene di conoscerlo da tempo. Si chiamerebbe F. R., 46 anni, specialista di informatica dell’esercito, in servizio al Centro intelligence interforze del Reparto informazioni e sicurezza, una struttura che risponde allo Stato maggiore della Difesa. Il militare sarebbe una preziosa pedina della Squadra Fiore perché, per le sue spiccate capacità, è stato assegnato all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, altro organo della Presidenza del consiglio. E proprio per questa posizione avrebbe accesso, senza alcun controllo, alle banche dati strategiche dello Stato. Un ruolo estremamente utile, sia per Squadra Fiore, sia per Equalize, alla ricerca di informazioni riservate. Sarebbe proprio Ciccio a mostrare a Calamucci, secondo quanto è stato acquisito dalla Procura di Roma, il dossier falso su Francesco Milleri.
Il terzo nome, sempre secondo i documenti consegnati in Procura, è una società di copertura di cui parlerebbe Rosario, in una successiva riunione, nell’ufficio segreto di Squadra Fiore in piazza Bologna 22 a Roma. Si chiama Fcc Usa Llc. Ha sede a New York, 200 Liberty Street. Calamucci dice di aver scattato una foto al biglietto da visita sul telefonino di un componente della rete clandestina (nella foto sopra).
L’autista del killer dei casalesi e il fratello con la società a New York
La società esiste davvero. È formalmente registrata in Florida, dove però viene fornito il recapito di una agenzia di elaborazione dati in via Francesco Denza 20 a Roma. E ha un codice fiscale italiano. Il manager rappresentante della Fcc Usa Llc, secondo i documenti depositati, è originario di Aversa, in provincia di Caserta. Si chiama Luigi Brusciano, 55 anni, mai condannato per reati di camorra. Ma è il fratello di Gabriele Brusciano, 47 anni, autista di Giuseppe Setola, il killer stragista del clan dei casalesi (nella foto sotto, la registrazione della società di Luigi Brusciano negli Stati Uniti).
Abbiamo cercato di contattare Luigi Brusciano. Il suo commercialista ha inviato un numero di cellulare. Ma finora suona a vuoto. Inutile sforzarsi per stabilire una gerarchia piramidale. Squadra Fiore ed Equalize sono probabilmente facce diverse della stessa struttura: una rete di intelligence clandestina che aveva deciso di stroncare la scalata di Francesco Milleri a Mediobanca, con Francesco Gaetano Caltagirone e la banca Monte Paschi di Siena. E da Mediobanca, ai 650 miliardi di risparmi della società di assicurazioni Generali. La vita mondana di Leonardo Maria Del Vecchio, prima vittima dei dossier di Squadra Fiore ed Equalize, non giustificava l’entità delle forze in campo.
E grazie alla prefettura l’autista degli “spioni” diventa agente di pubblica sicurezza
Samuele Calamucci era ancora un bambino quando l’Aisi si chiamava Sisde e, dagli uffici più segreti, dirigeva scandali e depistaggi. Alcuni protagonisti di allora sono solo invecchiati. Ma sembrano ancora attivi. Anche dietro la cravatta di politici rampanti, magari ignari dei retroscena. Come la promessa del centrodestra lombardo Enrico Pazzali, che per la sua difesa ha scelto Federico Cecconi, il difensore storico delle vittorie giudiziarie di Silvio Berlusconi.
Quando i carabinieri lo pedinano, nell’inchiesta della Procura di Milano, Pazzali ha a disposizione una Tesla a noleggio: nonostante sia un’auto privata, utilizza lampeggiante blu e palette di Stato. Come fosse un ministro: il suo autista, infatti, è stato promosso sul campo agente di pubblica sicurezza dalla prefettura di Milano. Ma non è un poliziotto: è soltanto il noleggiatore dell’auto.
La risposta integrale del gruppo EssilorLuxottica alle domande di Today.it:
“Con riferimento alle domande ricevute in data odierna al nostro indirizzo di Pec aziendale all’attenzione del dottor Milleri, nostro presidente e amministratore delegato, riteniamo il quesito n. 1 del tutto fuori luogo poiché costruito attorno a un fatto e una prova documentale evidentemente falsi e non verificati. Le successive domande da lei poste menzionano scambi, fatti, persone e società del tutto estranei alla vita del nostro gruppo e di cui non abbiamo notizia. Il gruppo EssilorLuxottica e il suo amministratore delegato hanno dato mandato a un legale al fine di tutelare sin d’ora la loro reputazione e perseguire ogni condotta diffamatoria nelle sedi deputate”.
Fonte : Today