Finora abbiamo creduto che il nucleo interno della Terra – il motore del nostro pianeta – fosse una palla solida, circondata ma indipendente dal nucleo esterno di materiale metallico liquido. Ebbene, una nuova ricerca, condotto da un team dell’Università della California del Sud e pubblicata su Nature Geoscience, porta all’attenzione della comunità scientifica dati che suggeriscono che possa non essere esattamente così: il nucleo esterno potrebbe influenzare lo strato superficiale di quello interno che cambierebbe dunque forma nel corso del tempo. L’ipotesi, del tutto nuova, è stata formulata a partire dall’analisi di “coppie” di terremoti avvenuti tra il 1991 e il 2024.
Il nucleo interno della Terra
Il nucleo interno della Terra è il cuore del nostro pianeta: è ciò che lo mantiene vivo. Situato a oltre 2500 chilometri di profondità si pensa sia composto da ferro solido e nichel, a una temperatura simile a quella del Sole; ruota in modo indipendente sia dal nucleo esterno (lo strato di materiale metallico fuso che lo circonda) sia dal resto del pianeta, e genera il campo magnetico che protegge dalle radiazioni solari. In poche parole, se il nucleo interno si raffreddasse e smettesse di girare, la Terra diventerebbe come Marte. Proprio perché alterazioni nel suo comportamento (che infatti non è costante) possono influenzare la vita sul pianeta, gli scienziati continuano a studiarlo.
Cambiamenti di rotazione o di forma?
John Vidale e il suo team sono tra i ricercatori interessati a capirne di più sul nucleo interno. In particolare stavano cercando di capire perché sembra aver rallentato la sua velocità di rotazione per poi accelerare di nuovo attorno al 2010. Per farlo hanno analizzato dati di “coppie” di terremoti (sismi avvenuti nello stesso luogo ma distanti nel tempo, quando il nucleo occupava più o meno la stessa posizione) avvenuti tra il 1991 e il 2024 in 42 località in Antartide. Le onde sismiche, infatti, consentono di studiare l’interno del pianeta perché cambiano a seconda delle peculiarità dei materiali che attraversano.
Cercavano informazioni sul ritmo del cuore del pianeta, dunque, e invece sembrano essersi imbattuti in qualcosa di diverso: “Quello che abbiamo finito per scoprire – ha commentato Vidale – è la prova che la superficie del nucleo interno della Terra subisce cambiamenti strutturali“. In altre parole, il nucleo interno non è del tutto solido come finora creduto, ma in superficie può deformarsi, forse per influenza delle turbolenze del nucleo esterno. Non è possibile dire che forma assuma, ma secondo Vidale è probabile che le deformazioni corrispondano a depressioni e sollevamenti di materiale al confine con il nucleo esterno.
Quella di Vidale e colleghi, al momento, è un’ipotesi del tutto nuova: nessuno prima aveva notato queste anomalie di forma del nucleo interno. A detta degli autori stessi, quindi, servono più dati per confermare la scoperta, che se fosse validata potrebbe portare a una migliore comprensione del campo termico e magnetico della Terra.
Fonte : Wired