A Parigi, durante l’AI Action Summit, Sam Altman ha detto che la “missione” di OpenAI “non è in vendita”.
Il CEO di OpenAI è stato avvicinato dalla testata Axios, che ha raccolto le prime dichiarazioni dell’imprenditore all’indomani dell’offerta di acquisizione di OpenAI da parte di Elon Musk, pronto a mettere sul piatto 97,4 miliardi di dollari insieme a un folto gruppo di investitori.
AI Summit di Parigi, per Sam Altman la Francia è il modello europeo da seguire
Altman aveva già risposto ironicamente a Musk sul social, dicendosi pronto ad acquistare, invece, la piattaforma di proprietà di Musk, X [un tempo nota come Twitter, ndr] per 9,74 miliardi di dollari.
Altman: “Musk non riesce a batterci”
A Parigi, ai media presenti, il CEO di OpenAI ha aggiunto che l’azienda non è in vendita, “tanto meno a un rivale che non è riuscito a batterci sul mercato, e dunque preferisce pensare che sia più semplice acquistarci”.
“Penso che stia solo cercando di rallentarci – ha detto Altman in un’intervista a Bloomberg Television – “Vorrei che potesse competere semplicemente costruendo un prodotto migliore, ma penso che ci siano state molte tattiche, molte cause legali, ogni sorta di altre cose pazze, e adesso questa”.
Altman ha anche detto che l’offerta di Musk rappresenta l’ennesimo tentativo di Musk di prendere il controllo di OpenAI.
La strategia di Elon Musk
Il CEO di Tesla ha provato per la prima volta a candidarsi a leader dell’azienda nel 2018, tre anni dopo la fondazione a cui ha partecipato con un investimento di alcune decine di milioni di dollari. Non riuscendoci, Musk se n’è andato. E nel 2019 Sam Altman ha preso il potere, che conserva ancora oggi.
L’offerta di Elon Musk, e del consorzio di investitori che comprende anche Vy Capital, mira principalmente a complicare un imminente round di finanziamenti – del valore di 40 miliardi di dollari – che OpenAI intende assicurarsi. E che porterebbe la valutazione della società a 300 miliardi di dollari.
L’offerta non sollecitata di Musk stabilisce, di fatto, un punto di riferimento per la valutazione di OpenAI.
Questa mossa potrebbe indurre i futuri investitori di OpenAI a riconsiderare il valore dell’azienda in vista del round da 40 miliardi di dollari.
Il risultato potrebbe essere quello ipotizzato da Altman: i potenziali investitori di OpenAI potrebbero mettere in discussione i criteri di valutazione e cercare condizioni più favorevoli, con il rischio di ritardare o persino compromettere il processo di raccolta fondi.
Fonte : Repubblica