Parla di condizioni inaccettabili di lavoro la donna licenziata da un’associazione femminista di Torino che ha deciso di portare la sua storia in tribunale. Settecento euro al mese con stipendi accreditati ogni tre mesi e tante ore di lavoro, molte più di quelle che avrebbe dovuto fare. Questo il racconto di Matilde, 29 anni, la donna licenziata da Almaterra dopo che a suo dire avrebbe subito un’aggressione fisica e verbale da parte di una persona del direttivo.
La denuncia
Stamattina, 11 febbraio 2025, si è tenuta la prima udienza ma il giudice ha disposto un rinvio per dare alle parti il tempo di valutare le condizioni di una possibile conciliazione. Fuori dall’aula due sue ex colleghe hanno organizzato un presidio per sostenerla.
Secondo il racconto fatto al giornalista Luca Ronco di TorinoToday “il licenziamento è arrivato dopo un episodio in cui ho subito violenza verbale e fisica, da parte di una persona del direttivo che è intervenuta durante una discussione. Di fatto, sono stata aggredita. Ho chiesto più volte di convocare delle riunioni per parlare di questa situazione problematica, ma a lungo non è stato fatto”. Tre mesi dopo l’associazione ha interrotto la collaborazione con Matilde, riservando lo stesso trattamento a due sue colleghe che in quell’occasione avevano preso le sue difese pubblicamente.
“Abbiamo portato l’associazione in tribunale – si legge sul volantino diffuso nel corso del presidio – per ottenere quello che ci spetta: per gli straordinari non pagati e imposti come volontariato obbligatorio, per i contratti di collaborazione imposti nonostante lavorassimo come dipendenti, per i licenziamenti ritorsivi. E per ricordare che non la daremo mai vinta a chi ci vuole isolate, sfruttate, in silenzio”.
“Ci siamo costituiti nel procedimento con amarezza – scrive in un comunicato Almaterra -. È la prima volta che viene presentato un ricorso di questo tipo nei nostri confronti”.
Lavoratrici licenziate portano il datore di lavoro in tribunale | Associazione femminista Almaterra
Fonte : Today