Perché il VAR è stato ideato per non intervenire su sviste clamorose come Bastoni in Inter-Fiorentina

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Come funziona il protocollo VAR e perché non può intervenire in situazioni come quella di Bastoni in Inter-Fiorentina. Cosa prevede la casistica.

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Perché il VAR non è intervenuto in occasione della clamorosa svista sul pallone di Bastoni, uscito di circa 20 centimetri, durante Inter-Fiorentina? Il regolamento della moviola in campo parla chiaro e conferma che in questa tipologia di queste situazioni la tecnologia non può essere d’aiuto. L’ambito di utilizzo del Var infatti è ristretto a pochi casi, questo per limitare i casi di revisione che altrimenti sarebbero potenzialmente tantissimi con interruzioni più frequenti del gioco.

Perché il Var non è intervenuto per segnalare il pallone uscito di Bastoni in Inter-Fiorentina

Il gol del vantaggio dell’Inter contro la Fiorentina è arrivato sugli sviluppi di un calcio d’angolo inesistente. Infatti il corner è stato assegnato dopo una deviazione fuori su un cross di Bastoni che però non era riuscito ad evitare che la palla uscisse. Il difensore dell’Inter in scivolata ha calciato la sfera quando questa era uscita di circa 20 centimetri. Una svista clamorosa, con guardalinee (posizionato male) e arbitro che, nonostante le proteste viola, non si sono accorti di nulla.

E il VAR? In questi casi il protocollo è chiaro e non prevede l’intervento della moviola. Questo perché il gol arriva in un’azione che parte ufficialmente con la battuta del calcio d’angolo, e quindi la tecnologia può essere utilizzata per valutare il gol dal momento della bandierina in poi. Quello che succede invece con Bastoni fa parte dell’azione precedente, su cui il VAR non può intervenire. Tecnicamente si tratta di un’altra APP, ovvero di un’Attacking Possession Phase, che non essendosi chiusa con una situazione di gara che il Var può analizzare, termina senza revisioni possibili.

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Il protocollo VAR, quando la moviola in campo può entrare in gioco

La situazione di Bastoni arriva dopo giorni di polemiche, anche per quanto accaduto in Empoli-Milan con il protocollo che non è potuto intervenire anche sull’espulsione di Tomori. Il difensore inglese aveva ottenuto il secondo giallo dopo un fallo su Colombo, anche se c’era un possibile fuorigioco dell’attaccante dei toscani. Non essendo un rosso diretto, ma una seconda ammonizione il VAR non è potuto intervenire.

Riassumendo dunque la casistica per l’intervento del VAR da protocollo, sulla base dei due principi “”Chiaro ed evidente errore” e “Grave ed evidente episodio non visto”, prevede solo 4 situazioni di gara, ovvero:

  • rete segnata – non segnata
  • calcio di rigore – non calcio di rigore
  • espulsione diretta (non seconda ammonizione)
  • scambio d’identità (quando l’arbitro ammonisce o espelle il calciatore sbagliato)

I casi di Bastoni e di Tomori dunque non rientrano per i motivi suddetti in nessuno di questi. Da tempo ormai ci si chiede come mai il protocollo per l’utilizzo del VAR sia limitato e non possa intervenire anche in situazioni come questa. Il limite ai casi di revisione è stato posto perché altrimenti, ci sarebbe il rischio di un utilizzo del VAR su tantissime giocate in campo, con interruzioni del gioco costanti per sottoporre le azioni ai controlli in sala VAR e ipoteticamente anche all’onfield review.

Le cose potrebbero comunque cambiare in futuro con la possibilità di un VAR a chiamata per le panchine. D’altronde sono tanti gli allenatori che hanno manifestato pubblicamente le proprie perplessità sul protocollo per l’utilizzo della moviola in campo. In primis il tecnico del Napoli capolista Antonio Conte, che vorrebbe un utilizzo più massiccio da parte della tecnologia a supporto di ogni situazione dubbia e clamorosa.

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Fonte : Fanpage