La natura della scenografia, realizzata dall’architetto e scenografo Riccardo Bocchini che già aveva lavorato ai festival di Sanremo della prima “era Conti”, ha degli aspetti tecnologici decisamente più spinti, ci racconta Corsi:
Questi tecno-lampadari hanno tutta una serie di luci che vengono anche utilizzate dal direttore della fotografia per creare effetti particolari. E poi l’amata e odiata scala dell’Ariston che terrorizza un po’ tutti per la paura di scivolare in prima serata davanti a milioni di spettatori. “Anche la scala centrale ha le stesse motorizzazioni cinetiche che possono essere configurate in varie situazioni, mettendola tutta su un piano o a più scalini. Oltre al solito led wall motorizzato che scende con le infografiche del programma”, ci illustra sempre Stefano Corsi. Non possono mancare una serie di effetti speciali “Ci sono effetti speciali come le scintille sparkular”: sono prodotte da una macchina per effetti pirotecnici all’avanguardia che crea getti di scintille senza l’uso di fuochi d’artificio tradizionali ma utilizzando polveri non infiammabili che ne rendendo l’uso sicuro sia all’interno che all’esterno, eliminando ogni rischio di incendio.
Ogni architetto dà la propria impronta alla scenografia e Bocchini ha puntato tutto su:
Corsi aggiunge: “Questo si sviluppa su linee orizzontali e quindi c’è tutta una serie di scene luminose comandate da un software che si chiama Matrix e che viene alimentato in condivisione con il direttore della fotografia che ne cura gli aspetti colorimetrici”. Inoltre da quest’anno, per la prima volta, utilizzeranno il mediaserver Disguise che alimenta e gestisce le pareti led: “In particolare, su Sanremo, consente in fase di preallestimento di fare delle previsualizzazioni di scenoluminoso, luce e quant’altro. Governa un po’ tutti gli aspetti che contribuiscono all’immagine finale e quest’anno sostituisce il vecchio mediaserver per la gestione di quello che succede all’interno di queste pareti luminose insieme al Matrix”.
La regia di Maurizio Pagnussat a Sanremo 2025
La prima novità è il cambio di regia: dopo Stefano Vicario che per cinque anni nell’era Amadeus è stato il regista del programma, quest’anno tornerà Maurizio Pagnussat già presente nel triennio di Carlo Conti (2015-2017) e che ha all’attivo una lunga esperienza iniziata con Bim Bum Bam, il Quizzone e proseguita con L’eredità a Reazione a catena – L’intesa vincente fino a L’anno che verrà, I migliori anni, La notte vola, La Corrida – Dilettanti allo sbaraglio, Tale e quale show, i David di Donatello e Dalla strada al palco, solo per citarne alcuni.
Per quanto riguarda la ripresa, l’altra novità è che il regista si avvarrà di un software già utilizzato qualche anno fa ma nel periodo dei cinque anni di Matteo Cusano, e si tratta del software Cue-pilot, un’applicazione informatica che consente la costruzione della ripresa mettendo e gestendo il sync di tutti i contributi che contribuiscono all’immagine finale. Stefano Corsi ci spiega meglio: “L’immagine che tu vedi a casa è composta da luci, audio, effetti speciali e molto altro. Tutte queste situazioni vengono sincronizzate assieme attraverso Cue-pilot su una timeline precedentemente compilata. Questo software gestisce in maniera automatizzata durante un brano musicale, per esempio, tutti gli effetti luce, effetti di fumo, effetti di audio, di Disguise, dello scenominoso, della grafica”. Insomma, grazie ovviamente a una pre-programmazione fatta ad hoc e costruita su una timeline, Cue-pilot gestisce e sincronizza tutto il risultato finale. Il timecode è una sequenza numerica e temporizzata utilizzata per diversi ambiti per la sincronizzazione e la scalettatura del materiale registrato su supporti audio/video. In questo caso sul timecode ogni attività che contribuisce all’immagine di messa in onda viene gestita e pilotata da questo software con tutte le inquadrature impostate dal regista per il singolo brano.
Fonte : Wired