Revenge porn, più di un ragazzo su due della Generazione Z – che include i nati tra la seconda metà degli anni Novanta e la prima metà degli anni Dieci – lo teme (anche se agli under 20 fa più paura il cyberbullismo). La metà dei giovani ha subito almeno un episodio di violenza: verbale e psicologica (59,5%), catcalling (52%), bullismo (43%), molestie sessuali (38,5%). E anche se il 70% ritiene che una maggiore regolamentazione della Rete possa limitare la violenza online, oltre la metà condivide con altri delle informazioni molto delicate come la password del telefono e dei social media. Sono alcuni dei dati emersi dall’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes che, in occasione del Safer internet day 2025, ha coinvolto un campione di oltre 2.700 ragazzi e ragazze sotto i 26 anni per capire la loro opinione sulla sicurezza del web. Solo una piccola parte (circa il 7%) di questi giovani, se fosse vittima di un episodio di violenza, non ne parlerebbe con nessuno. Quasi la metà (circa il 45%) lo confesserebbe, invece, agli amici, il 31% ne discuterebbe con i genitori e solo il 2,23% con gli insegnanti. Questa tendenza è più evidente che in passato, forse figlia di alcuni percorsi di sensibilizzazione portati avanti nelle scuole. Ma non basta.
Essere più informati su cosa sia la violenza online e i rischi che comporta non impedisce, però, ai giovani di condividere materiale sensibile. Tacciarli di poca consapevolezza è semplicistico ma questo aspetto sta attivando un dibattito tra gli addetti ai lavori per la creazione di nuovi modelli di educazione incentrati sull’ascolto profondo degli adolescenti: “ La forte pressione tra pari li porta spesso a mettere in atto comportamenti che sono comunque rischiosi o pericolosi visto anche la maggior parte dei ragazzi ormai sa che non esiste un vero diritto all’oblio – spiega il direttore generale di Terre des Homme, Paolo Ferrara – Questi due temi, quello della consapevolezza e quello della pressione all’interno di una coppia o di un gruppo, sono difficili da bilanciare per i ragazzi. La dinamica del “winner” e del “loser”, nelle nuove generazioni è molto sentita e questo aspetto sicuramente impatta moltissimo sulle conseguenze negative”.
Le conseguenze delle violenze subite
Il 90% degli intervistati ha assistito almeno a un episodio di violenza verbale (il 48% a uno di violenza fisica). Tra le comseguenze, la perdita di autostima e fiducia negli altri è la principale, dichiarata nel 63% dei casi. Seguono a ruota l’ansia sociale e gli attacchi di panico (36%), specialmente nelle ragazze, e l’isolamento (25,5%), sperimentato soprattutto dai maschi. Ma anche depressione (21%), disturbi alimentari (16%), difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (12%), autolesionismo (10%), assenteismo (6%).
“La proposta di riforma legislativa, elaborata dai nostri esperti, mira proprio a una tutela più effettiva ai minori vittime di reati online. Con l’Osservatorio e tutte le iniziative della “campagna indifesa” ascoltiamo i giovanissimi, diamo loro uno strumento di confronto e li aiutiamo a leggere il mondo in cui vivono e riconoscere le diverse forme di violenza, discriminazione, bullismo”.
Fonte : Wired