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Oggi, martedì 11 febbraio, ci sarà l’udienza in cui si discuterà la richiesta di archiviazione del caso presentata mesi fa dalla Procura di Brindisi. La famiglia non crede all’ipotesi del suicidio e si oppone. L’avvocato Castellaneta a Fanpage.it: “Speriamo che il giudice ci ascolti e faccia proseguire le indagini”.
Patrizia Nettis
“C’è sicuramente un po’ di tensione e in questo momento siamo tutti concentrati sul contenuto dell’udienza. Noi ribadiremo sostanzialmente la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione”.
A parlare a Fanpage.it è l’avvocato Giuseppe Castellaneta, legale dei familiari di Patrizia Nettis, la giornalista di 41 anni trovata impiccata nel suo appartamento a Fasano il 29 giugno 2023.
Oggi, martedì 11 febbraio, ci sarà l’udienza in cui si discuterà la richiesta di archiviazione del caso presentata mesi fa dalla Procura di Brindisi. La famiglia non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio e ha deciso di opporsi.
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Come spiegato dal legale, ci sarebbero infatti una serie di accertamenti che, secondo i familiari, andrebbero eseguiti: per esempio, l’esumazione del corpo della 41enne e l’esecuzione dell’autopsia.
“Speriamo che il giudice disponga un proseguimento dell’attività istruttoria e accolga le nostre istanze, in primis il disseppellimento della salma e l’effettuazione dell’esame autoptico”, precisa Castellaneta.
La famiglia ha presentato più volte richiesta per portare a termine l’autopsia, ma le varie istanze per l’esumazione sono state sempre respinte. “Ci aspettiamo che ci sia un colpo di acceleratore in questa vicenda. Più tempo passa e più dati perdiamo, l’abbiamo ribadito più volte”, aggiunge il legale.
Nel caso in cui il giudice dovesse invece accogliere la richiesta della Procura e archiviare il caso, Castellaneta assicura: “Noi continueremo a raccogliere elementi che possano far riaprire eventualmente le indagini, a sottoporli alla Procura, a batterci finché non ci verrà restituita una verità attendibile rispetto a quanto accaduto quella sera”.
Nell’inchiesta per la morte della donna è indagato un imprenditore accusato di istigazione al suicidio e atti persecutori. La notte prima del ritrovamento del corpo la donna avrebbe avuto una discussione sia con l’imprenditore che con un altro uomo, il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria.
Con entrambi la 41enne sarebbe stata legata sentimentalmente. Dopo la discussione, i due si sarebbero scambiati decine di messaggi su Whatsapp nei quali avrebbero rivolto a Nettis minacce, insulti sessisti e violenti.
Nelle chat uno dei due avrebbe scritto: “Che schifo, ma non la passa liscia questa volta. Non esiste, ha scherzato col fuoco una, anzi due volte. Ora ha finito di campare“.
Zaccaria è stato considerato dagli inquirenti solo persona informata dei fatti. Dopo tanti mesi, il primo cittadino ha rotto il silenzio pochi giorni fa.
“Oggi mi ritrovo a combattere contro dicerie e sospetti, orchestrati da gente che, al solo fine di colpirmi personalmente e politicamente, si rende protagonista di un indecente sciacallaggio sul dolore di una tragedia. Non posso più accettarlo”, ha scritto in una nota.
“Mi sarei aspettato dichiarazioni di tutt’altro tenore, anche in considerazione del suo rapporto con Patrizia. – è il commento di Castellaneta – Sono sicuro che l’eventuale espletamento di un’autopsia possa essere utile anche a chiarire la sua posizione una volta per tutte”.
“Nel senso che, da questo punto di vista, i soggetti coinvolti hanno lo stesso interesse che abbiamo noi a chiarire la dinamica dei fatti che hanno portato Patrizia a perdere la vita. – aggiunge – Più che di ‘sciacallaggio’ parlerei di ‘ricerca della verità’. Penso che il sindaco abbia utilizzato un termine del tutto inappropriato”.
Fonte : Fanpage