Trump: “Mi impegno ad acquistare Gaza”. Nel piano nessun diritto palestinesi a tornare

Il presidente degli Stati Uniti, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, ha specificato che potrebbe concedere alcune aree ad altri Paesi del Medio Oriente così da aiutare nella ricostruzione. Poi ha anticipato un annuncio di dazi reciproci che dovrebbe arrivare martedì o mercoledì

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Donald Trump ha detto di essere impegnato ad acquistare e controllare Gaza, ma potrebbe concedere alcune aree ad altri Paesi del Medio Oriente così da aiutare nella ricostruzione. Il presidente degli Stati Uniti, riferisce Bloomberg, lo ha annunciato a bordo dell’Air Force One ai giornalisti al seguito, aggiungendo che gli ostaggi rilasciati da Hamas sembravano dei sopravvissuti dell’Olocausto. Trump ha poi affermato che, in base al suo piano, i palestinesi non avrebbero alcun diritto al ritorno.
Il presidente degli Usa ha anche detto che oggi annuncerà “dazi del 25% sull’acciaio e l’alluminio” e tariffe reciproche martedì o mercoledì che entreranno in vigore quasi subito.

Hamas: “Gaza non può essere comprata né venduta”

Durissima la replica di Hamas (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE) che parla di “profonda ignoranza” di Trump sulla Palestina e sul Medio Oriente bollando le parole del tycoon come “assurde” e sottolineando che “Gaza non è una proprietà che può essere comprata e venduta, ed è parte integrante della nostra terra palestinese occupata”. E ancora: affrontare la questione palestinese con la mentalità di un investitore immobiliare è “una ricetta per il fallimento” perché il popolo palestinese ostacolerà qualsiasi piano di sfollamento o deportazione. “Gaza appartiene al suo popolo, che non la abbandonerà se non pertornare alle sue città e ai suoi villaggi occupati nel 1948”.

Netanyahu: “Trump ha presentato una visione rivoluzionaria”

Benjamin Netanyahu, parlando alla Knesset durante un voto di sfiducia nei confronti del governo, ha affermato che “il presidente Trump ha presentato una visione nuova e rivoluzionaria per il giorno dopo Hamas” a Gaza e che “dopo un periodo difficile, siamo d’accordo con l’amministrazione statunitense su tutti gli obiettivi della guerra”. Lo riporta Haaretz. Netanyahu si è poi rivolto ai membri dell’opposizione che lo stavano fischiando e ha detto: “Continuate a parlare del ‘giorno dopo’ e ora l’avete ottenuto. Il vostro problema è che non corrisponde alla narrazione di Oslo. Vi rifiutate di imparare”.

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Cremlino: “Piano di Trump per Gaza? Aspettiamo dettagli”

La Russia, per adesso, non commenta l’annuncio di Donald Trump di voler controllare la Striscia di Gaza, dicendo che occorre “aspettare di conoscere i dettagli”. Iil portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha detto che “a questo proposito dovremmo aspettare di conoscere alcuni dettagli, per sapere se stiamo parlando di un piano d’azione coerente”. Ha aggiunto che “ci sono 1,2 milioni di palestinesi che vivono lì, e questa è la questione principale”. Per Peskov “queste sono le persone a cui è stata promessa una soluzione statale al problema del Medio Oriente dalle relative risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu”.

Ue: “Nessuna notifica sui dazi”

“In questa fase” l’Ue non ha ricevuto “alcuna notifica ufficiale” sull’imposizione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Usa, ha fatto sapere la Commissione europea dopo l’annuncio di Trump sulle tariffe del 25% sull’acciaio e l’alluminio importati negli Stati Uniti. “Non risponderemo ad annunci generici privi di dettagli o chiarimenti scritti. L’Ue non vede alcuna giustificazione per l’imposizione di dazi sulle sue esportazioni”, evidenzia Bruxelles, ribadendo di essere pronta a “reagire per proteggere gli interessi delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori europei da misure ingiustificate”. “In generale: l’imposizione di tariffe sarebbe illegale ed economicamente controproducente, soprattutto date le catene di produzione profondamente integrate che Ue e Usa hanno creato attraverso il commercio e gli investimenti transatlantici. Le tariffe sono essenzialmente tasse – prosegue la Commissione – Imponendo tariffe, gli Usa tasserebbero i propri cittadini, aumentando i costi per le aziende e alimentando l’inflazione. Inoltre, le tariffe accrescono l’incertezza economica e interrompono l’efficienza e l’integrazione dei mercati globali”.

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“Canada farà molto meglio come Stato Usa”

Il presidente degli Stati Uniti poi, parlando alla Fox nel pre-game del Super Bowl, ha detto che il Canada farà molto meglio come 51esimo Stato degli Usa. “Perdiamo 200 miliardi di dollari in sussidi al Canada – ha aggiunto – Sarebbe fantastico se il Canada si unisse senza la linea artificiale”, ha specificato riferendosi alla linea del confine. Il presidente si è quindi lamentato che Ottawa non spende abbastanza in campo militare perché presume che gli Stati Uniti lo difenderanno.

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Trump proclama il 9 febbraio la giornata del Golfo d’America

Trump ha inoltre dichiarato il 9 febbraio come il giorno del Golfo d’America. Il presidente ha firmato la proclamazione a bordo dell’Air Force One, mentre il pilota lo interrompeva e faceva osservare ai passeggeri che stavano sorvolando il Golfo del Messico, rinominato il 20 gennaio il Golfo d’America.

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Fonte : Sky Tg24