L’entrata in vigore della legge n. 177, riformando l’articolo 187 del codice della strada (che puniva “chiunque guidasse in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope”) solleva un dibattito tra le associazioni di pazienti e gli specialisti. Già, poiché – spiega a Today.it Oriano Mecarelli, presidente di Fondazione Epilessia LICE (Lega Italiana contro l’Epilessia) – “secondo la nuova formulazione dell’articolo, adesso è punito chiunque guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti oppure psicotrope. Quindi non è più presa in considerazione l’alterazione psicofisica determinata dall’assunzione di sostanze che agiscono sul cervello, ma semplicemente sono vietate tout-court mentre si guida”.
La legge riformata, pertanto, non considera che talune sostanze classificate come psicotrope – ad esempio le benzodiazepine ed i barbiturici – vengono assunte per curare alcune malattie neurologiche croniche, tra le quali (appunto) diverse forme di epilessia. “Il Ministero della Salute – riprende Mecarelli – non ha spiegato quali farmaci possono essere assunti per curare tali patologie croniche, e ciò provoca una grande preoccupazione in chi assume farmaci che agiscono sul sistema nervoso (ovviamente dietro prescrizione medica e in dosi terapeutiche)”. A maggior ragione, “per paura che – durante un controllo occasionale – il test possa rilevare questi farmaci e quindi determinare la sanzione e/o il ritiro della patente”.
Approntare un tavolo tecnico
L’interrogativo è chiaro: quali farmaci, assunti a scopo terapeutico, possono essere assunti senza contravvenire al codice stradale?. Per ottenere una risposta, la Lega Italiana contro l’Epilessia ha scritto al Ministero della Salute e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiedendo l’immediata costituzione di un tavolo tecnico – al quale, va da sé, partecipare – per permettere al legislatore di dettagliare le sostanze psicotrope e stupefacenti che, nel loro utilizzo terapeutico, debbano prevedere l’esenzione dalle disposizioni previste in materia dal nuovo codice della strada.
“E la stessa richiesta è stata formulata anche dalle Associazioni delle Persone con Epilessia, ma al momento non si hanno risposte”, spiega il presidente di Fondazione Epilessia LICE. Precisando: “In generale, i farmaci che sono prescritti per la cura delle diverse forme di epilessia non sono classificabili come stupefacenti e, se assunti cronicamente alle dosi terapeutiche, non alterano le capacità psicofisiche rendendo la guida pericolosa”.
E ancora, “per curar la propria forma di epilessia, alcune persone assumono barbiturici o benzodiazepine, a dosi terapeutiche, motivo per cui non devono essere sanzionati”. Non da ultimo, “la legge che regola la concessione o il rinnovo della patente di guida per le persone con epilessia non menziona affatto il trattamento farmacologico, ma come clausola fondamentale prevede l’assenza di crisi da almeno un anno, certificata dallo specialista”. Così, con amarezza, Mecarelli conclude: “Chi soffre di epilessia affronta ogni giorno una serie di problemi psicologici e sociali, che diventano spesso più rilevanti della stessa patologia Non occorre accentuarli con norme legislative che si esprimono molto genericamente senza tener conto delle specificità”.
Malattia “democratica”
L’epilessia, di cui proprio oggi si celebra la Giornata mondiale, rappresenta una delle patologie neurologiche più diffuse, soprattutto fra gli anziani. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, la prevalenza è stimata tra il 5 e il 7 per cento nella fascia d’età oltre i 65 anni, collocandola al terzo posto tra le malattie neurologiche (dopo l’ictus e la demenza).
In Italia sono colpite oltre 550.000 persone, con una quota rilevante di casi di farmacoresistenza pari a circa il 40 per cento. Ogni anno si registrano 30.000 nuovi casi, mentre nel mondo si stima che le persone con epilessia superino quota 50 milioni. Si tratta di una patologia neurologica cronica provocata dal ripetersi di una breve (e improvvisa) attività elettrica cerebrale che altera il comportamento in base all’area cerebrale da cui si genera.
“Le manifestazioni sono varie e curiose, come episodi di improvvisa perdita della coscienza, caduta a terra, movimenti convulsivi oppure crisi in cui possono essere avvertite sensazioni particolari: lampi di luce, rumori, formicolii, immagini di ricordi del passato, automatismi”. Così Angelo Labate, ordinario di Neurologia presso l’Università di Messina e coordinatore del gruppo di studio epilessia della Società Italiana di Neurologia. Aggiungendo: “Possiamo definirla una malattia “democratica”, poiché colpisce egualmente entrambi i sessi senza una nitida prevalenza tra donne e uomini”.
Fonte : Today