AI Summit di Parigi, per Sam Altman la Francia è il modello europeo da seguire

A Parigi si svolge oggi e domani – 11 febbraio – l’AI Action Summit, un evento voluto dal presidente Macron a cui partecipano capi di governo, scienziati, imprenditori e ricercatori di tutto il mondo per parlare di intelligenza artificiale.

L’obiettivo principale del summit francese è promuovere la cooperazione internazionale nello sviluppo e nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, affrontando temi come l’IA per il bene pubblico, il futuro del lavoro, l’innovazione culturale, la fiducia nell’IA e la governance globale dell’IA.

Alla vigilia di questo evento, Sam Altman ha scritto un editoriale per il quotidiano francese Le Monde in cui ha sottolineato il ruolo centrale della Francia nel panorama europeo dell’intelligenza artificiale.

L’IA e il modello francese

Il CEO di OpenAI, azienda tra le più influenti nel settore dell’IA, con un valore di mercato stimato di 157 miliardi di dollari, ha evidenziato nel suo contributo al quotidiano come la Francia abbia una lunga tradizione nel campo del progresso tecnologico e culturale. E ha suggerito che l’approccio all’innovazione del Paese guidato da Macron può servire da modello per altre nazioni europee.

“Sull’intelligenza artificiale – scrive Altman – la Francia ha creato un modello che le altre nazioni europee dovrebbero seguire”.

Prima del Summit di Parigi, Macron ha annunciato 109 miliardi di investimenti in Francia nei prossimi anni nel settore dll’intelligenza artificiale. Il presidente francese ha anche comunicato che la Francia ha intenzione di dedicare un gigawatt di energia nucleare all’addestramento dell’IA, per arrivare a un totale di 250 megawatt alla fine del 2026.

Altman e le critiche all’AI Act

Nel suo editoriale Sam Altman, uno dei principali artefici del successo commerciale di ChatGpt, l’intelligenza artificiale utilizzata da circa 200 milioni di utenti ogni mese, ha anche rivolto un appello ai regolatori europei, invitandoli a valutare con attenzione le conseguenze a lungo termine delle loro decisioni sul futuro dell’IA.

Macron si è mostrato in parte d’accordo: “Esiste il rischio che alcuni decidano di non avere regole, e questo è pericoloso. Ma c’è anche il rischio opposto, se l’Europa si impone troppe regole” ha detto il presidente ai quotidiani francesi.

L’AI Act, un insieme di norme che regolano lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale negli Stati membri dell’UE, è entrato in vigore il 2 febbraio scorso.

L’Europa che resta indietro

Altman ha anche citato l’ex premier italiano Mario Draghi. “In Europa, gran parte del dibattito sull’intelligenza artificiale si è concentrato su quello che l’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha definito un “divario di innovazione” con gli Stati Uniti e la Cina, che rappresenta una “sfida esistenziale” per il futuro dell’UE”.

“L’intelligenza artificiale è al centro di questa sfida – ha aggiunto Altman -. È una tecnologia che aumenta la produttività mettendo strumenti avanzati a disposizione delle persone per aiutarle a risolvere problemi complessi, dalla diagnostica medica più accurata all’accelerazione della ricerca scientifica, fino al supporto agli studenti nell’apprendimento in classe. Per tali motivi consideriamo questo periodo come l’inizio dell’Era dell’Intelligenza”.

Lo spot di ChatGpt per il SuperBowl che è costato 14 milioni di dollari

L’era dell’intelligenza secondo Altman

Proprio all’Intelligence Age il CEO di OpenAI ha dedicato nei mesi scorsi, un lungo saggio pubblicato – con titolo omonimo – sul suo blog.

Secondo Altman, nei prossimi decenni l’IA permetterà all’umanità di realizzare imprese che, per le generazioni passate, sarebbero sembrate “pura magia”.

L’evoluzione di questa nuova era non dipenderà da cambiamenti genetici, ma dal progresso dell’intelligenza collettiva della società.

L’IA, secondo Altman, diventerà uno strumento essenziale per risolvere problemi complessi e accelerare l’innovazione in ogni settore.

Tuttavia, avverte Altman, per rendere i benefici dell’IA accessibili a tutti sarà necessario costruire infrastrutture adeguate, tra cui data center, impianti di produzione di chip e fonti di energia su larga scala.

Senza queste infrastrutture, l’IA rischia di diventare una risorsa scarsa, disponibile solo per pochi privilegiati, con il pericolo di accrescere le disuguaglianze sociali e generare conflitti.

L’importanza dei data center

In questa ottica OpenAI ha stretto un accordo con il Gruppo SoftBank e con Oracle per raccogliere e investire nei prossimi anni 500 miliardi di dollari nel progetto Stargate, un insieme di grandi data center che ospiteranno i supercomputer necessari ai calcoli complessi che richiede l’intelligenza artificiale.

Il presidente americano Trump ha assicurato il suo sostegno al progetto Stargate, mentre Elon Musk – CEO di Tesla e SpaceX diventato recentemente uno dei principali alleati del tycoon – si è mostrato scettico sulle possibilità economiche delle aziende coinvolte nella costruzione dei data center.

Fonte : Repubblica