Assistenza gratuita nelle Rsa: “Senza una legge intero settore a rischio”

Una vittoria per molte famiglie che vivono con anziani non autosufficienti. Appena una settimana fa, la suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato da un cittadino e affermato un semplice principio: le prestazioni socio-assistenziali per pazienti affetti da malattie ingravescenti come l’Alzheimer devono essere considerate inscindibilmente connesse alle prestazioni sanitarie e quindi garantite in maniera gratuita anche nelle Rsa private. Il problema è che al momento non esiste una normativa che dia forma a questa sentenza e il vuoto legislativo potrebbe generare non poco caos, come riportano alcune associazioni di categoria. 

I dubbi delle associazioni di categoria

Legacoopsociali, ad esempio, l’associazione nazionale delle cooperative sociali di Legacoop, esprime “profonda preoccupazione per l’impatto che tale verdetto potrà avere sull’intero sistema socioassistenziale. La sentenza, infatti, apre uno scenario di grave incertezza per tutti i soggetti che erogano servizi sociosanitari – prosegue l’associazione – creando un pericoloso effetto a catena che si riversa sull’intero sistema, dagli operatori all’utente finale, passando per le famiglie”.

E a mancare è un quadro normativo che dia forma e sostanza a un diritto: “Il riconoscimento del diritto del cittadino alla gratuità delle cure all’interno dell’assistenza ricevuta nelle Rsa per determinate patologie, che sembra affermarsi in queste sentenze – afferma Massimo Ascari, presidente nazionale Legacoopsociali – deve accompagnarsi a una legge che individui le risorse necessarie a carico del sistema sanitario nazionale, norma che ad oggi non esiste”

Il rischio è quindi che “l’intero settore rischi di subirne le conseguenze: per sostenere i costi della cura, in primis quello legato a quello del personale impiegato, i gestori delle Rsa devono avere la naturale evidenza che la retta del servizio erogato sarà corrisposta” sottolinea Ascari. 

Per l’associazione la sentenza mette in crisi carenze strutturali profonde che non tengono conto del quadro demografico ed epidemiologico italiano. E che non parte dalle case degli anziani. “È necessaria una visione strategica e sistemica, che riguardi non solo la situazione delle residenze, ma anche quello della domiciliarità. A mancare non è solo una legislazione chiara, ma anche una visione prospettica su come affrontare le complessità dei bisogni, a tratti anche emergenziali, che sempre più famiglie si trovano oggi ad affrontare”, conclude Ascari. Un richiamo indiretto al Parlamento e ai nostri legislatori che su questi temi faticano a trovare soluzioni adatte a un Paese che sembra essere cambiato radicalmente. 

Fonte : Today