David Bowie e Trent Reznor: la storia di un sodalizio che fece la storia degli anni ’90

Nel 1977, sui cartelloni di una geniale promozione dell’album più innovativo e sperimentale di David Bowie, il capolavoro berlinese Heroes, c’era scritto: «C’è la new wave, la old wave, e poi c’è David Bowie». Uno slogan che riassume perfettamente decenni di trasformismo estetico e musicale, la ricerca incessante di suoni, immaginari e ambientazioni che ha portato David Bowie ad essere sempre un passo avanti agli altri.

L’elenco delle sue scelte sorprendenti è lunghissimo: Bowie ha portato l’androginia nel rock, ha sperimentato con l’elettronica con la trilogia berlinese Low, Lodger, Heroes, ha creato un suo personale stile “palstic soul” immergendosi nelle sonorità black con Young Americans, ha creato hit pop funk scintillanti come Let’s Dance e brani synth-pop dark come Ashes to Ashes, album noise rock con il progetto Tin Machine e divagazioni nel mondo jungle.-techno con l’album Earthling, fino a chiudere la sua carriera con il jazz-rock d’avanguardia dell’album Lazarus.

Uno dei momenti più interessanti della sua carriera sono gli anni 90, in cui dopo la fine dei Tin Machine e dopo il matrimonio con Iman entra nella scena rock inglese con un album raffinato e notturno, Black Tie White Noise del 1993, prodotto da Nile Rodgers e con un suono art rock basato sui sintetizzatori e il sassofono (suonato da Bowie stesso) e con il progetto The Buddha of Suburbia, scritto per essere la colonna sonora dell’adattamento per il cinema del romanzo di culto di Hanif Kureishi e poi pubblicato da Bowie come un album vero e proprio. Due anni dopo, Bowie crea un nuovo mondo industrial rock ed elettronico con Outside, un concept album prodotto da Brian Eno in cui ispirandosi alla narrazione di Twin Peaks di David Lynch e ai romanzi di William Borroughs racconta le indagini del detective Nathan Adler per risolvere un delitto irrisolto nella città immaginaria di New Oxford Town in New Jersey.

«Io e Brian ci siamo resi conto di essere più interessati a stare ai margini del mainstream, invece di provare a entrarci dentro» ha detto Bowie a proposito delle session di Outside, «Abbiamo scritto quello che secondo noi mancava nella musica, e cosa avremmo dovuto fare e poi siamo entrati in studio per sperimentare». Il remix di un singolo di Outside, l’oscuro rock industrial-elettonico The Hearts Filthy Lessons, segna l’inizio della collaborazione con Trent Reznor dei Nine Inch Nails, che hanno appena pubblicato il loro album definitivo The Downward Spiral. Il 14 settembre 1995 parte in America The Outside Tour con i Nine Inch Nails come supporto, e due anni dopo David Bowie e Trent Reznor si incontrano in uno dei brani più potenti dell’album Earthling, I’m Afraid of Americans.

Nel videoclip, un David Bowie ossessionato e paranoico gira per le strade di New York cercando di nascondersi dallo stalker “Johnny” impersonato da Trent Reznor. Due menti visionarie, insieme nell’analisi cinica e spietata delle deviazioni della società contemporanea e della faticosa, asfissiante ricerca di una via di uscita. David Bowie ha detto di aver avuto l’idea di I’m Afraid of Americans dopo aver letto la notizia dell’apertura del primo McDonald’s sull’isola di Giava in Indonesia. «L’invasione da parte di qualunque cultura massificata è assolutamente deprimente» ha detto, «È come aprire un parco tematico Disney World in Italia in Umbria. Significa strangolare la cultura locale e ridurre le forme di espressione».    

Fonte : Virgin Radio