Bracciante indiano perde le gambe dopo esposizione a pesticidi: si cerca l’azienda dove ha lavorato

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La procura ha aperto un’inchiesta sul caso del bracciante indiano di 46 anni che ha perso entrambe le gambe a causa dell’esposizione prolungata (senza protezioni) a pesticidi e diserbanti.

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Immagine di repertorio

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La procura ha aperto un’inchiesta sul caso del bracciante indiano ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Terapia intensiva coronarica dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. L’uomo, che ha 46 anni, ha perso entrambe le gambe a causa di una violentissima vasculite autoimmune, che i medici ritengono possa essere stata causata dalla prolungata esposizione a pesticidi o diserbanti per addirittura tre giorni. In poche parole, il 46enne ha lavorato per giorni in un contesto altamente tossico senza le precauzioni previste a norma di legge, cosa che ha provocato una devastante reazione del sistema immunitario.

Indagini in corso, allertati servizi sociali

Sul caso indagano Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Gli investigatori stanno cercando di risalire all’azienda agricola dove il 46enne ha lavorato, cosa non facile dato che l’uomo non parla italiano e, soprattutto, versa in ospedale in condizioni gravissime. Sono stati informati anche i servizi sociali per rintracciare la famiglia di origine e informarla delle delicati condizioni in cui adesso versa il loro caro.

L’uomo è arrivato in ospedale diverso tempo fa con quella che sembrava una grave cardiopatia. Durante gli accertamenti dei medici è emerso che le gambe, un braccio, il naso e la milza erano affetti da una vasculite autoimmune, causata molto probabilmente dalla prolungata esposizione a pesticidi. Hanno fatto di tutto per salvargli gli arti inferiori, ma non c’è stato nulla da fare: alla fine, per non farlo morire, hanno dovuto amputare entrambe le gambe.

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La nota della Cgil

Sul caso è intervenuta anche la Cgil, chiedendo che la Regione Lazio “riprenda quel ruolo di coordinamento fra istituzioni, forze di polizia, enti, forze sociali, la cui collaborazione porta inevitabilmente a vigilare su un territorio che, in assenza di controllo, rischia di tornare a quella situazione di totale sfruttamento, sopraffazione e illegalità diffusa in cui si è consumata la tragedia di Satnam. Chiediamo quindi nuovamente alla Regione Lazio di riconvocare con urgenza tutte le parti nel tempo per tornare a mettere pressione e riaccendere i riflettori sul territorio di Latina e su tutto il Lazio, regione che ha visto un aumento impressionante di morti sul lavoro e malattie professionali nel corso del 2024. Segno evidente che le misure adottate finora dall’amministrazione regionale non sono ancora sufficienti a invertire la rotta”.

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Fonte : Fanpage